C’è un po’ di insana idiozia da parte di questo Paese e di chi lo governa nel mantenere in piedi una festa il 2 giugno e nel proclamare il lutto nazionale il 4 giugno. Prima si brinda (sobriamente) e poi si va ai funerali? A parte i soldi sprecati per una sfilata militare, a parte l’incongruenza di celebrare la Repubblica mettendo in mostra le armate, a parte l’incapacità di comprendere che si vorrebbe più bene all’Italia se questa nazione rinunciasse al suo appuntamento ai Fori, non si capisce proprio a chi e a cosa servano quell’appuntamento, quelle fanfare, quel luccichio di medaglie e stellette.
Personalmente ritengo che sia più sano ricordare la Repubblica con eventi come quello del Bike Pride del 3 giugno, prosecuzione torinese della manifestazione #salvaiciclisti ai Fori Imperiali del 28 aprile scorso. Il Bike Pride più che una parata, è una proposta. E’ il tentativo di dimostrare che è possibile puntare a città più vivibili, a far tendere a zero la mortalità sulle strade, a fare un investimento su modalità di trasporto utili alla collettività e non ai singoli individui. E se davvero abbiamo a cuore questa nostra Repubblica dobbiamo sforzarci davvero di ragionare nell’interesse di tutti. Questa è l’arma migliore a nostra disposizione, non quella che sfila in divisa davanti alla tribuna autorità.
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