Dal 15 al al 17 settembre prossimo si terrà a Verona EICA 2012, l’Esposizione Internazionale del Ciclo.
Dal 22 al 24 settembre poi, si terrà a Padova il consueto appuntamento con Expobici.
Chi non ha voglia di spendere i 10 euro del biglietto per entrambe le fiere, e saranno in molti, probabilmente si starà chiedendo a quale delle due valga maggiormente la pena andare.
Proviamo allora a spulciare un primo dato: il numero di espositori. A Verona ce ne saranno 150, a Padova 478. Dei primi 150, circa un centinaio sono presenti anche a Expobici.
L’edizione di Expobici 2011 a cui sono andato è stata vivace e con qualche piacevole novità. La presenza dello stand Fiab e un’area dedicata al cicloturismo, ad esempio, è stata una di queste.
Quest’anno inoltre Expobici ha annunciato il suo sostegno alla campagna #salvaiciclisti, inserendo il logo del movimento sulla copertina del magazine distribuito in 40 mila copie e concedendo uno spazio all’interno della Fiera per divulgare il proprio messaggio.
Anche i numeri sui social network infine, sembrano non lasciare spazio a dubbi: i 7000 mi piace sulle due pagine Facebook Expobici contro i poco più di 200 di EICA sono un’altra prova del gap di popolarità tra i due eventi.
A parte le considerazioni più pratiche come quelle appena fatte però, la così poca distanza di giorni tra lo svolgimento delle due fiere, in due città così vicine e tutto sommato con lo stesso genere di espositori e visitatori, tutte queste cose potrebbero indurre ad una riflessione: non si tratta di una controproducente dispersione di energie?
Tutti noi vogliamo che ci sia sempre più attenzione intorno al mondo della bicicletta, ma con una logica. Dato che l’appuntamento di settembre con Expobici è ormai abbastanza consolidato, è lecito chiedersi come mai Eica non si sia tenuta a Milano, come per le precedenti edizioni, e perché non si sia scelta una data distante di qualche mese, ad esempio a luglio, sempre come nelle precedenti edizioni.
Una prima spiegazione “ufficiale” l’ha fornita Pier Francesco Caliari, Direttore Generale di ANCMA (che sostiene EICA), che al Corriere del Veneto del 27 gennaio ha dichiarato: “abbiamo pensato al Veneto e a Verona per il grande radicamento della bici nel territorio e a settembre perché è l’unico momento disponibile nell’agenda di Veronafiere. Se fossi nei panni di Coin (Direttore Generale PadovaFiere ndr) anch’io sarei furioso, mi dispiace ma siamo un’associazione di produttori che in quanto tale deve obbedire ai dettami e alle volontà dei propri associati.”
Stando alle parole di Caliari quindi le due fiere le hanno volute i produttori, ma quella di aver assecondato le richieste di questi ultimi è una tesi difficile da sostenere, dato che quale azienda avrebbe l’interesse a partecipare a due eventi così vicini, per data e luogo, e simili per caratteristiche? Calcolando anche che presenziare a una fiera ha dei costi non indifferenti.
Visto invece l’accavallarsi di altri eventi fieristici veronesi a ridosso di alcuni di Padova (Abitare il Tempo e Casa su Misura, o Classica Motori e Auto e Moto d’Epoca, ad esempio) è più plausibile l’ipotesi di una strategia concorrenziale mirata a sottrarne visitatori.
Tale strategia, per carità, è anche legittima, ma a chi conviene? Non si moltiplicheranno gli stand né i visitatori, e non si coprirà, e questo è forse l’aspetto più controproducente, un pubblico più ampio, perché Padova e Verona distano appena 90 km.
Mentre EuroBike in Germania detiene da anni lo scettro di bici-fiera regina d’Europa, senza che nessuno ne metta in discussione il primato, la guerra tra poveri che si gioca in casa nostra non favorisce nessuno e anzi impedisce lo sviluppo di un unico evento fieristico che, chissà, magari un giorno potrebbe davvero competere con quello tedesco.
No, stavolta un’altra fiera di bici non serviva.
Salve Giulia, nessuno mette in dubbio la storia e l’autorevolezza di ANCMA.
E ci credo anche che sottrarre visitatori a Expobici non sia il suo obiettivo, ma tant’è, programmando la fiera in quei giorni, quello è il risultato. Questo mi sembra innegabile.
Da appassionato di bici, l’accavallarsi delle due fiere mi ha colpito da subito negativamente.
Eica ha 70 anni di storia ed è organizzata da Confindustria ANCMA, l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori. Sottrarre visitatori non rientra tra gli obiettivi statutari che si sintetizzano nella promozione e nella tutela del settore. Tutto questo 365 giorni l’anno, con attività normativa, istituzionale, concreta sia a livello nazionale, sia internazionale. L’Associazione non ha interesse lucrativo. A diffenza di qualsiasi altro organizzatore privato che, giustamente, deve trarre profitto da un evento.