Obama, permetti a McDonough di andare al lavoro in bici

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I ciclisti americani lo hanno apprezzato, Obama, per quel messaggio subliminale inviato in mondovisione, l’altro giorno, quando in occasione della parata per l’inaugurazione del suo secondo mandato ha sfilato sorridente sulla pista ciclabile di Pennsylvania Avenue, a Washington.
Oggi, però, sono le stesse associazioni di ciclisti che storcono il naso di fronte alla notizia secondo cui il Presidente degli Stati Uniti potrebbe vietare a Denis McDonough, appena nominato capo del suo staff, il permesso di recarsi al lavoro in bicicletta, come egli era sempre solito fare (il viceconsigliere per la sicurezza nazionale, e già questa è una notizia).

Probabilmente non gli sarà consentito – ha spiegato Obama durante la presentazione del suo nuovo collaboratore – senza per la verità convincere le associazioni che hanno sollevato la questione, in particolare la League of American Bicyclists. McDonough, infatti, abita nei pressi di Takoma Park, e per raggiungere la Casa Bianca dovrebbe pedalare appena un paio di isolati, quindi almeno la distanza da percorrere non sembra essere un problema.

Più probabile, invece, che Obama voglia proteggere il suo uomo da spostamenti troppo esposti come quelli a bordo di una bicicletta, visto il ruolo delicato che gli è stato assegnato. Probabilmente la Lega sa anche questo, ma un po’ provocatoriamente, non ritenendo abbastanza valida la spiegazione, ha lanciato un’iniziativa online chiedendo ai lettori di contribuire a stilare una lista di dieci motivi per i quali il Presidente Obama dovrebbe consentire a McDonough di continuare ad andare al lavoro in bicicletta, come ha sempre fatto.

Niente ritardi per imbottigliamento nel traffico, facile reperibilità, possibilità di lasciare la bici in uno dei parcheggi prossimi alla White House, e soprattutto, coerenza con le intenzioni di incentivare la mobilità sostenibile da tempo manifestate.
La top ten potrà essere completata suggerendo altri motivi all’account Twitter della Bike League, e marcandole con l’hashtag #letdenisride (“lascia pedalare Denis“)

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