I benefici della bicicletta sulla salute (e sulla spesa sanitaria)

bici-salute

L’impatto positivo dell’uso della bicicletta sulla salute e sulla spesa sanitaria, e quindi, indirettamente, sull’economia, è uno dei cavalli di battaglia degli esperti di mobilità ciclistica, usato spesso per convincere i politici della necessità di attuare interventi concreti in favore della ciclabilità.
A questo proposito sono stati realizzati negli ultimi anni diversi studi, statistiche e modelli di calcolo per quantificare tali benefici e sbandierarli alle amministrazioni nella speranza, spesso vana, di produrre qualche effetto. L’ECF (European Cyclists’ Federation), in prima linea nella promozione del ciclismo in Europa, nel 2011 ha sviluppato in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), HEAT (Health Economic Assessment Tool), uno strumento online che, attraverso le informazioni fornite dall’utente, calcola l’effettivo guadagno in salute attraverso due parametri: Disability-adjusted life year, o DALY (attesa di vita corretta per disabilità), e Years of life lost, o YLL (giorni di vita persi).

I risultati si basano su uno studio della stessa WHO in cui è dimostrato che le probabilità di morte di chi usa la bicicletta 3 ore a settimana, o 108 ore l’anno, sono inferiori del 28% a quelle di chi in bici non ci va. Le malattie legate all’inattività fisica hanno costituito, fino al 2004, la sesta causa di morte in Europa. L’evidenza di questi dati è sufficiente ad attribuire alla bicicletta il ruolo di “farmaco”? La domanda se la sono posta in molti nell’ultimo periodo, e qualche amministrazione sembra essersi già mossa in questa direzione. A Strasburgo, ad esempio, il comune sta studiando un accordo con l’Agenzia regionale della Salute affinché i medici possano prescrivere l’attività in bici ai pazienti per prevenire alcune malattie.

Ma il miglioramento delle condizioni di salute dei cittadini è solo il primo dei benefici della bicicletta, le cui conseguenti ricadute positive sono la maggiore efficienza del sistema sanitario nazionale (meno pazienti da curare), e la minor spesa sanitaria per incidentalità stradale, che ogni anno in Europa è causa di 120.000 morti (nel 40% dei casi ciclisti e pedoni), più una quantità indecifrabile di feriti ed invalidi, gravando sui costi della sanità per una somma pari al 2% del PIL dei paesi europei. 
Secondo uno studio danese del 2010, effettuato dalla Cycling Embassy, il risparmio di denaro sulla spesa sanitaria apportato dai cittadini di Copenhagen che si muovono in bici è quantificabile in 5,51 corone danesi per chilometro percorso, ovvero 2 miliardi di corone l’anno (268 milioni di euro), circa 223 euro a persona. Tradotto: un chilometro in bici produce un guadagno per la collettività di 1,22 corone (16 centesimi), un chilometro percorso in auto fa perdere 0,69 corone (9 centesimi).

Foto | Milano Cycle Chic

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *