UK: luci e ombre sull’ultimo finanziamento per la ciclabilità

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Continuano le iniziative a favore dei ciclisti in Gran Bretagna. Mentre la commissione parlamentare “Get Britain Cycling” è impegnata a scrivere un rapporto da presentare in parlamento a fine aprile, il governo, e in particolare il Ministero per i Trasporti, ha appena stanziato 40 milioni di sterline che andranno a migliorare le strade inglesi.

Questi 40 milioni fanno parte dei 107 milioni di spese per la ciclabilità annunciati dal ministro Norman Baker per l’anno in corso. Serviranno a finanziare nei prossimi 12 mesi 78 cantieri in varie città inglesi, esclusa Londra per la quale sono previsti finanziamenti a parte. I 78 progetti sono stati scelti dal Ministero in collaborazione con i principali gruppi che promuovono il ciclismo nel Regno Unito, primi fra tutti Sustrans e CTC. Sono previsti vari tipi di interventi, come la semplificazione o il ripensamento di alcuni incroci, la modifica di alcune strade in modo da ridurre la velocità delle automobili, o la costruzione di percorsi alternativi agli incroci, come dei ponti. Il progetto più ambizioso è forse quello che coinvolge la città di Leicester, nel cuore dell’Inghilterra: qui una grande strada a senso unico verrà modificata, togliendo una corsia alle automobili e ricavandone una pista ciclabile a doppio senso di marcia.

Non mancano però gli scettici. Ian Austin, parlamentare a capo della commissione precedentemente nominata, ha fatto notare come una spesa di 40 (o anche 107) milioni di sterline rappresenti “una goccia nell’oceano”, soprattutto se raffrontata al budget generale del Ministero del Trasporto, che per questo anno dovrebbe superare i 13 miliardi di sterline. Le spese per le infrastrutture ciclistiche rappresentano quindi meno dell’1% del budget totale del ministero, mentre da più parti si chiede che questa cifra venga portata almeno al 2%, che è anche la percentuale di persone che in Gran Bretagna usano regolarmente la bici. Austin, tirando comprensibilmente acqua al suo mulino, ha affermato che è necessario un piano di più ampio respiro, sostenuto da tutte le forze parlamentari: esattamente ciò che la commissione che egli presiede si prefigge di fare. Pare insomma che ormai oltremanica parlamento e governo facciano a gara a chi ha più a cuore le sorti dei ciclisti.

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