Il laboratorio delle strade a Londra
“Promuovere l’uso della bici” è un obiettivo sicuramente condiviso da tutti i lettori di queste pagine. Detta così, sembra semplice. Subito si pensa a più piste ciclabile, più parcheggi per bici, limiti di velocità per le automobili…
Tutti obiettivi condivisibili naturalmente, ma spesso le cose sono più complicate. Come far convivere ad esempio una pista ciclabile con una corsia preferenziale per gli autobus? Devono condividere gli stessi metri di asfalto, o essere separate? E come gestire la fermata degli autobus, quando questi devono necessariamente accostarsi al marciapiede? O ancora, qual è il modo migliore per far passare una bici lungo una delle sempre più frequenti rotatorie?
Rispondere a queste domande non è facile. Per fortuna ci sono degli esperti in urbanistica che studiano questi problemi, cercando di arrivare alle soluzioni migliori. Spesso però un’idea che su un software di progettazione al computer sembra ottimale, poi si rivela per qualche motivo inadatta o addirittura pericolosa all’atto pratico, costringendo magari a costose modifiche.
Per evitare di incorrere in questi problemi a Londra hanno un vero e proprio laboratorio a grandezza naturale, dove vengono testate diverse soluzioni urbanistiche. L’azienda di trasporti locali londinese, la TFL, usa infatti un Transport Research Laboratory, situato in un’area boscosa a ovest della capitale britannica.
La TFL invita regolarmente i ciclisti londinesi a testare nuovi assetti per le rotatorie, chicane all’altezza delle fermate dell’autobus, semafori riservati alle bici e altro ancora. I ciclisti sono invitati a percorrere le finte strade, e a effettuare diverse manovre: spostamento di corsia, svolte a destra o a sinistra, passaggi da strade a senso unico a strade a doppio senso; durante una sessione di test, alcuni dettagli (come ad esempio l’anticipo con cui i semafori per ciclisti passano al verde, rispetto ai semafori generali) vengono modificati, in modo da capire cosa funziona meglio. Per rendere la simulazione veramente utile, anche automobili, camion, moto e pedoni girano lungo il percorso.
Pensiamo ad esempio alle piste ciclabili. Sicuramente facilitano i ciclisti nella gran parte dei casi, ma come gestire la svolta a sinistra? Se un ciclista è segregato sul lato destro della strada, dovrà all’altezza dell’incrocio attraversare tutta la carreggiata verso sinistra, cosa che può essere molto pericolosa. L’unica alternativa sarebbe comportarsi “da pedone”, andando prima dritto e poi attraversando verso sinistra dall’altro lato dell’incrocio, cosa che però comporta una gran perdita di tempo. Al laboratorio si testa quindi se non sia utile far terminare la pista ciclabile qualche decina di metri prima, in modo che i ciclisti abbiano tutto il tempo necessario a spostarsi gradualmente e in sicurezza verso sinistra.
Altro elemento su cui si concentrano molti test sono le rotatorie. Quali sono gli angoli e le ampiezze ottimali? In combinazione con che tipo di segnaletica? Può essere utile avere una pista ciclabile separata anche all’interno della rotatoria? Dopo aver testato diverse soluzioni, le migliori vengono proposte al Ministero dei Trasporti per l’approvazione ufficiale e l’inclusione nei regolamenti tecnici per la progettazione delle strade.
La TFL cerca volontari di tutte le età (dai 18 anni in su) e di tutti i livelli di abilità in bici; anzi, le persone meno abituate a girare in bici sono le più adatte a fare da “cavie”, in quanto sono proprio loro quelle che devono essere aiutate dall’infrastruttura urbana a sentirsi più sicure in bici. I volontari possono agire non solo come ciclisti, ma anche come automobilisti e pedoni, e ricevono un rimborso spese per la mezza giornata che dovranno passare al laboratorio.
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