1) WAMPIRE – Bazaar
Keep Portland Weird è il mantra di tutti i Portlanders, un inno alla gioia dell’essere bizzarri, stravaganti, la ricerca dell’originalità estrema. Lo noti dai semafori temporizzati del centro per permettere alle bici di andare alla stessa velocità delle auto, dalle ciambelle glassate con sopra il bacon fritto, dall’invidia malcelata dei vicini di casa di Seattle che hanno nei confronti di una cittadina, Portland appunto, diventata negli ultimi anni vero modello di comunità ecosostenibile.
L’underground musicale è fiorente, vivace, tra birrifici artigianali e manifestazioni di quartiere, dove i Wampire si piazzano perfettamente con questo pop-psichedelico, vampiresco, spettrale, ma comunque allegro. Sono i synth a prendere la scena, che svariano da ritmi orientali, a volte punk come Sticking Out, fino ai ritmi più lenti di Too Stoned (Troppo Fuso).
Insomma un bel viaggio in una scena musicale in fermento che non smetterà di crescere, di percorrere nuove strade, inesplorate, sperimentali, ma, soprattutto, weird.
2) JULIAN CASABLANCAS – Tyranny
Prima gli Strokes, poi un progetto solista (Phrazes for the Young – 2009), poi di nuovo Strokes, poi collaborazioni del tipo Daft Punk, poi fonda un’etichetta, la Cult Records, mette insieme i The Voids e tira fuori dal cilindro Tyranny.
Minchia Julian, tu fermo mai eh?
..e meno male, perchè ci piaci un botto, e ci piace Tyranny. Certo è da ascoltare un po’, tipo almeno 3 volte. Eh si, è bello tosto, cupo, dark, elettro-punk, il singolo Human Sadness dura oltre 10 minuti, lento e inquietante, poi salta al cyber punk di M.utually A.ssured D.estruction, e continua coi ritmi indiavolati di Business Dog.
Con i suoi testi espliciti contro il sistema e l’album venduto a meno di 5 €, Julian Casablancas torna sulla scena a gamba tesa e lo fa come gli viene meglio, in grande stile.
3) JOHNNY MOX – Obstinate Sermons
Loopstations, drum machines, beatbox, schitarrate blues e canti gospel, c’è di tutto nel nuovo lavoro del reverendo di Trento. Un album davvero originale, un genere che non si può etichettare, perchè semplicemente non esisteva. Non in questi termini per lo meno.
Fonte | CicloAtelier
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