Dovevamo ancora andare lontano. Ma che importava, la strada è la vita.

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1) THE SIDEKICKS – Runners in the Nerved World

La cosa che più mi ha colpito di questo album rock dai toni molto indie, vaporosi, con violini e voci melodiose, melense e riverberate, è la sua etichetta discografica. La Epitaph Records.
La Epitaph è stata fondata dal chitarrista dei Bad Religion negli anni ’90, e ha sempre rappresentato e preso sotto la sua ala i migliori gruppi punk rock del momento. Sono andato quindi a recuperare il primo album dei Sidekick, datato 2007, e ho scoperto un album semplicemente… punk rock! Tipo Millencolin per intenderci.
E negli album a seguire è avvenuta la trasformazione. Lenta, progressiva, album dopo album sempre meno punk e più.. più.. melodia.
Perchè? Perchè nella musica ci sta anche stravolgere il proprio stile, sfanculare creste verdi e abbracciare hipster mocassinati, dare il 5 alla moda del momento e ai trend e ai grafici in salita.
Vabbeh, l’album di per sè è piacevole, perfetto per un aperitivo a Venice Beach dopo una giornata di surf, prima di salutare i tuoi compagni baffuti.

2) THE HEART AND THE VOID – A softer skin

Un album che rimanda a Woodstock, all’america di Bob Dylan e Joan Baez, in viaggio sulla Route 66 seduto a fianco di Kerouac e Cassady su una fatiscente Cadillac verso le follie di Tijuana tequila sexo e marijuana.
E loro sono Italiani, accipicchia! O meglio lui, Enrico Spanu, cantautore sardo. Il disco è autoprodotto, scritto e suonato da Enrico, anche se si sente in alcuni pezzi come “Girl from the City by the Sea” la voce di Chiara, e tutto prende una forma magica.

3) BELLE & SEBASTIAN – Girls in peacetime want to dance

Dopo la svolta pop arriva la svolta dance, ed ecco uscire un album elettro-pop, che dopo nove album e diciannove anni di carriera ci può stare.
Il disco ricorda gli anni 80 dei Pet Shop Boys in “Enter Sylvia Plath” o in “The Party Line”, e anche se non è di sicuro il miglior album della band, è la conferma di una creatività ancora viva e molto fervida.

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