L’ECF (European Cyclists’ Federation) ha pubblicato nei giorni scorsi il nuovo rapporto “Barometer”, con cui classifica i 28 paesi dell’Unione Europea in base ai loro livelli di accoglienza e sicurezza per i ciclisti urbani. Rispetto al rapporto del 2013 non sono molte le novità: la Danimarca, l’Olanda e la Svezia sono ancora i paesi in cui si pedala di più e si verificano meno incidenti; Cipro, Malta e Croazia hanno livelli di ciclabilità prossimi allo zero; la Slovenia e la Gran Bretagna hanno fatto alcuni passi in avanti, quest’ultima grazie ai recenti investimenti in particolare su Londra; l’Italia ha aumentato di poco la sua quota nazionale di spostamenti in bici, dal 5 al 6%, ma in relazione alla media degli altri Paesi ha fatto meno progressi, infatti ha perso due posizioni.
Per la compilazione del rapporto Barometer, l’ECF prende in considerazione alcuni parametri ai quali assegna un diverso punteggio, come le vendite di biciclette, la percentuale di utilizzo della bici in città, i livelli di sicurezza, la rete cicloturistica e le politiche di advocacy.
Chloé Mispelon, responsabile ECF del progetto, ha ricordato come l’indagine della Federazione sia divenuta un punto di riferimento affidabile dalla Commissione Europea, che negli ultimi due anni ha pubblicato due Flash Eurobarometers con i dati sulla mobilità ciclistica rilevati.
Di seguito la classifica generale e i singoli dati di ogni Paese.
Sarebbe interessante vedere la stessa classifica per le città italiane. Per valutare con dati autorevoli l’operato di Sindaci come Pisapia a Milano che 5 anni fa hanno promesso “l’aria sarà più pulita” o “Carico e scarico delle merci lontano dalla città e trasporto nei negozi con mezzi ecologici e fuori dalle ore di maggiore traffico” o “si possa andare in bicicletta senza rischi” o “le auto siano utilizzate con intelligenza, per garantire a tutti la libertà di spostamento e il diritto alla salute.” .