San Francisco, la protesta dei ciclisti non si ferma

San Francisco, la protesta dei ciclisti non si ferma

Che cosa succederebbe se chi pedala rispettasse pedissequamente l’obbligo di fermarsi a ogni stop? In breve tempo si creerebbe un ingorgo di mezzi a motore, come il 29 luglio scorso a San Francisco hanno dimostrato i ciclisti urbani per protestare contro il giro di vite annunciato dall’Amministrazione Comunale nei confronti dei pedalatori sulle strade cittadine.

Gli attivisti del Wigg Party e quelli della San Francisco Bicycle Coalition hanno unito le forze – e anche i pedali – realizzando un’azione di guerrilla cycling: obbedendo alla norma di fermarsi a ogni singolo segnale di stop, ma in stile “critical mass”. Lo hanno chiamato “stop-in” – come hanno riportato molti media locali e nazionali, tra cui la Cbs – e lo hanno messo in atto alle 17:30 sulla Route Wiggle, una via popolare di San Francisco: pedalando in fila indiana e fermandosi a ogni stop. In breve tempo il traffico nella zona è andato in tilt.

San Francisco "stop-in" (photo by Kevin Montgomery)

San Francisco “stop-in” (photo by Kevin Montgomery)

La sfida dei cicloattivisti al San Francisco Police Department intendeva criticare la proposta di incrementare le multe a carico dei ciclisti che agli stop rallentano senza fermarsi completamente: un’infrazione che il capitano della polizia locale, John Sanford, considera un vero e proprio rischio per molte persone.

Gli aderenti al Wigg Party, insieme con la San Francisco Bicycle Coalition, ritengono invece che accanirsi verso i ciclisti “dirotterebbe preziose risorse lontano” dal progetto Vision Zero della città, nato per dare la priorità alla sicurezza stradale e prevenire le morti per incidenti sulle strade.

Chris Cassidy, portavoce della San Francisco Bicycle Coalition, ha detto che il dipartimento di polizia della città ha raggiunto solo al 50 per cento l’obiettivo di perseguire i cinque comportamenti più mortali nel traffico identificati dall’Agenzia Municipale dei Trasporti di San Francisco quali: eccesso di velocità, mancata precedenza per i pedoni, passare col rosso, ignorare gli stop e violare i divieti di svolta. “Ogni spostamento di risorse lontano da queste violazioni di traffico più mortali è pericoloso e inaccettabile”, affermano i cicloattivisti animatori della protesta.

San Francisco "stop-in" (photo by Kevin Montgomery)

San Francisco “stop-in” (photo by Kevin Montgomery)

Intanto il Wigg Party afferma in una nota che la legge in vigore in California che prevede che i ciclisti si fermino “in ogni caso” ai segnali di stop è “semplicemente fuorviante e non riflette affatto un comportamento richiesto per pedalare in modo sicuro”. Per questo il gruppo supporta la legge vigente in Idaho, che consente ai ciclisti di considerare i segnali di stop come “dare la precedenza senza fermarsi” e impone loro di fermarsi solo quando altri hanno il diritto di precedenza.

“Se i ciclisti si fermassero completamente davanti a ogni singolo segnale di stop, questo avrebbe effetti disastrosi per il traffico: ed è quello che abbiamo dimostrato”.

Anche – e soprattutto – a San Francisco la mobilità nuova non si arresta.

Fonte | San Francisco Cbs local

Commenti

  1. jeby ha detto:

    “Che cosa succederebbe se chi pedala rispettasse pedissequamente l’obbligo di fermarsi a ogni stop?” si rispetterebbe il CdS e si eviterebbe di finire sotto le auto, almeno in Italia…

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