Auguri #Salvaiciclisti, da 4 anni sempre in sella

Auguri #Salvaiciclisti, da 4 anni sempre in sella

AUGURI_SALVAICICLISTI_BICI
Una buona idea cammina sulle proprie gambe e quella che ha dato vita al movimento #Salvaiciclisti si è manifestata per le prima volta esattamente 4 anni fa: quell’8 febbraio 2012 in cui 38 bike blogger hanno “pedalato insieme” per la prima critical mass digitale della storia, pubblicando in contemporanea una lettera rivolta alle principali testate giornalistiche italiane, chiedendo loro di adottare la campagna per fermare la strage di chi pedala sulle strade, come quella promossa dal quotidiano The Times di Londra. Da allora, l’ideale #Salvaiciclisti si è sviluppato in tante direzioni, in modo magmatico e creativo: grazie a persone che si sono impegnate perché in quel momento sentivano che era giusto farlo, senza sapere bene quale risultato avrebbero ottenuto ma avendo ben presente che qualcosa andava fatto.

salvaiciclisti-bastaIo ho avuto la fortuna di poter assistere alla nascita e allo sviluppo del movimento #Salvaiciclisti da un punto di vista privilegiato: quello del cronista in bicicletta che si è trovato “al posto giusto nel momento giusto”. Quel tema l’ho sentito subito come ‘mio’: me ne sono appropriato e ne ho scritto ogni volta che mi è stato possibile, coprendo flash mob e altre iniziative, perché sperimentavo – e sperimento – ogni giorno le difficoltà di andare in bici in città, in realtà che troppo spesso considerano chi pedala come un intralcio sulla carreggiata o una fastidiosa presenza da superare in fretta. “#Salvaiciclisti su Twitter, un movimento in 140 caratteri” era il titolo della tesina che portai all’Esame di Stato per diventare giornalista professionista, il 28 giugno 2013.

Oggi sono passati 4 anni da quell’8 febbraio 2012, ma lo spirito che ha animato fin dal primo momento la campagna #Salvaiciclisti a mio avviso non è mai sceso dal sellino: ci sono stati momenti difficili, inevitabili scontri tra diversi punti di vista (com’è normale che avvenga quando si accetta il confronto, anche aspro, ndr), alti e bassi all’interno del movimento che poi negli anni è stato di stimolo anche per creare associazioni su base territoriale, per portare avanti le istanze di chi pedala con uno strumento che potesse anche legalmente “stare col fiato sul collo” delle amministrazioni locali, per avere voce in capitolo nei tavoli della ciclabilità urbana e poter ridisegnare la propria realtà quotidiana sempre più a misura di bicicletta.

In questi 4 anni anch’io sono cresciuto assieme a #Salvaiciclisti: l’interesse iniziale si è trasformato in qualcosa di più, la cronaca degli eventi è stata affiancata dal senso di appartenenza, molte delle persone che ho conosciuto grazie a questo afflato di comunità sono diventate amici su cui so di poter contare e con cui ci si continua a seguire anche da lontano, perché in fondo la bicicletta è un mezzo che unisce, un modo di essere che accomuna caratteri diversissimi tra loro saldati insieme dalla comune passione di stare in sella.

Persone straordinarie con cui ogni giorno, pedalando, condivido anche a distanza le asperità del terreno, le salite, gli incroci pericolosi e le tante incognite della strada: per questo non mi sento mai solo quando pedalo ed è una sensazione bellissima.

Ma oggi è anche un compleanno triste, perché è il primo di #Salvaiciclisti senza Luca “Bicycle” Canonici – il creatore del logo che è diventato simbolo della campagna della sicurezza stradale dei ciclisti – che qualche mese fa ci ha lasciato sulla strada: oggi il mio pensiero va a lui e a tutti quelli che sono stati investiti e uccisi sulle nostre strade. Noi continuiamo e continueremo a pedalare ogni giorno anche per voi.

Commenti

  1. paolo ha detto:

    seconde me bisognerebbe costruire le infrastrutture adatte per le bici e di mantenere in ordine quelle esistenti,so che molti di voi storcerenno il naso ma purtroppo per strada si muore troppo spesso ,ormai si sa la convivenza tra auto e bici e sempre piu difficile scusate per la polemica.
    Paolo da Roma

    1. Manuel Massimo ha detto:

      “La convivenza tra auto e bici è sempre più difficile” perché ci sono troppe auto in giro e le strade nella maggior parte dei casi continuano ad essere fatte a uso e consumo solo di chi guida. Le infrastrutture ciclabili (piste in sede propria e/o corsie su strada) da sole non bastano: è necessario che il parco auto circolante sia drasticamente ridotto (dimezzamento in 5 anni) e che tutta la viabilità delle città sia ridisegnata tutelando gli utenti fragili della strada, in particolare pedoni e ciclisti. Secondo me.

I commenti non vanno online in automatico ma vengono prima letti e moderati dalla redazione: la loro pubblicazione di norma avviene nei giorni feriali tra le 9 e le 18.
I commenti che non rispettano queste linee guida potranno non essere pubblicati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *