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Dalla passione per la mtb al bike to work quotidiano

Dalla passione per la mtb al bike to work quotidiano

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Mi chiamo Valerio, ho 28 anni e sono della provincia di Savona. Ho iniziato a praticare ciclismo a 16 anni e da li non mi sono più staccato letteralmente dalla bicicletta. Il primo giro lo ricordo ancora come se fosse ieri, mio cognato anche lui appassionato di ciclismo mi ha prestato una bici da corsa e mi “tirato” per 60 Km lungo la riviera ligure. Da lì non mi sono più staccato dalla bicicletta, ho capito che prima di essere uno sport ha un senso molto importante nello sviluppo della società futura.

Ecco quindi che la frittata è fatta e la bicicletta diventa uno strumento a cui non posso rinunciare mai. Dopo la prima uscita in bici da corsa, continuo, anche se non con molta frequenza, a girare sulle salite liguri. Dopo poco però preferisco orientarmi sulla mountain bike, da cui nasce un amore ancora più profondo della bdc, anche dovuto al fatto della mia ammirazione alla montagna, ai sentieri e alle colline verdi piuttosto che al mare e al caos. Mettiamoci anche che odio districarmi in mezzo alle auto imbottigliate con la bici, ed ecco li che la MTB diventa la principale bici per me.

Da qui la “malattia” per la mountain bike e la relativa facilità ad arrivare in mezzo al bosco e al verde dalla zona in cui abito, mi portano a fare anche 5 uscite a settimana in alcuni periodi; perché la sensazione di benessere psicofisico regalate da un giro in bici e soprattutto in MTB è impagabile.

Da tutto ciò arriviamo a oggi che sono 12 anni (ormai 13) di pura ossessione per la MTB e la mia “filosofia” è sempre la stessa, anche se molte cose nella vita ovviamente cambiano. Non mi importa fare uscite epiche da 200 chilometri l’una magari una volta al mese, mi importa più che altro passare più tempo possibile in bicicletta, senza trascurare altre cose importanti della vita. Anche se solo per una toccata e fuga di un’ora e 10 chilometri di bosco verde se c’è il tempo, impegni permettendo, non mi faccio scappare l’occasione anche se il giro si prospetta corto.

Arriviamo alla scoperta del “bike to work”. In questi anni di ossessione per la bici inizio a lavorare in una ditta a 15 chilometri da casa, ma per alcuni motivi non penso quasi mai al bike to work. Il principale è senza dubbio uno soltanto, la Riviera ligure è sempre molto trafficata e nella mia zona c’è un paese che crea un grave imbottigliamento di auto e TIR 365 giorni l’anno; d’estate poi è invivibile pertanto ho sempre preferito recarmi a lavoro in moto sia pioggia che sole, sia estate che inverno, per non dover districarmi in mezzo alle auto imbottigliate in bici. Il secondo motivo è che la moto specialmente le Moto Guzzi e le custom sono un’altra mia passione, quindi 1+1=2 e penso: vado a lavoro in moto per non prendermi il traffico in bici, così assecondo due passioni: l’utilizzo della moto per andare a lavoro e l’utilizzo della MTB, esclusivamente nel verde, ogniqualvolta rimanga del tempo libero post lavoro.

Tutto ciò però mi ha sempre dato un senso di “colpa”, mi sentivo un po’ come se mi inginocchiassi a un problema che in molte città europee è parzialmente risolto con successo proprio con ciò in cui ho creduto fin dalla prima uscita: la bicicletta.

Bene, inizio ad andare a lavoro in bici, 15 chilometri andata e 15 ritorno e decantate le perplessità iniziali descritte, ecco che escono subito fuori i benefici e i lati positivi.
Noto subito che al mattino presto con poco traffico in moto ci volevano 15-20 minuti, mentre in bici ci vogliono 35-40 minuti se proprio pedalo per “forza di inerzia”. Ecco che mi viene da pensare: “Ne vale proprio la pena consumare benzina in moto per andare a lavoro, inquinare, consumare gomme e manutenzione (la manutenzione di un mezzo a motore è senza dubbio più costosa di una bicicletta), per metterci solamente 15-20 minuti in meno? Tenendo conto della mia attitudine alla bici e quindi non mi risulta pesante fare ciò?”.

Ma il bello arriva al viaggio di ritorno, quando uscendo da lavoro mi accorgo che, a tratti, fiancheggio sempre le stesse auto fino ad arrivare a casa. Praticamente a causa del traffico intenso tipico di questa zona la velocità media delle auto è a volte addirittura minore della mia in bici. Superare poi in bicicletta le auto ferme in coda lungo metà del tragitto non ha prezzo, contando che buona parte fa lo stesso mio percorso se non addirittura più breve.
Poi arrivare a lavoro in bici inutile dirlo perché già dimostrato, ti fa affrontare la giornata con uno spirito totalmente diverso, molto più alleggerito, molto più disposto ai rapporti con i colleghi a causa dell’umore decisamente migliore. Soprattutto si lavora meglio e si ha un equilibrio psicofisico più disposto ad affrontare la giornata. Tutte sensazioni studiate che confermo appieno.

Da qui continuo il mio bike to work anche se ovviamente mi toglie uscite in MTB nel verde, ma penso che valga lo stesso la pena fare ciò. Inoltre ormai mi sto abituando ad usare la bici per andare a lavoro ed è diventata per me una cosa normale di tutti i giorni. Infatti credo che il problema principale di chi non è appassionato di bici sia vederla come un mezzo di trasporto (in fondo che piaccia o no lo è) e inserirla quindi nella routine quotidiana per quanto sia possibile nelle proprie esigenze. Poi come già detto e ridetto sta anche alle amministrazioni incentivare tutto ciò.

Ora è chiaro che ciò non vuole essere assolutamente una critica a chi per necessità lavorative e non, è costretto ad utilizzare l’automobile. Non tutti sono disposti o hanno la capacità di fare tanta strada in bici ogni giorno; magari si abita in luoghi che risultano pesanti da percorrere ogni giorno in bici ecc.. insomma i motivi sono molti. Infatti il primo passo sarebbe seguire alcuni modelli di città europee, già ampiamente discussi, in cui sono incentrati soprattutto i trasporti pubblici impeccabili e più in secondo luogo (ma non meno importante) la cultura della bicicletta nelle città.

Se poi tiriamo fuori la bicicletta elettrica con il suo sviluppo degli ultimi tempi, beh qui c’è da parlare molto, perché ormai in molti casi la bici elettrica rende inutile possedere esclusivamente uno scooter per percorrere poca strada giornaliera se si pensa al risparmio del carburante, assicurazione e bollo.

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