Tour de France 2017: il vincitore è… Shimano

Tour de France 2017: il vincitore è… Shimano

Tutte le tappe e tutte le maglie del Tour de France 2017 sono state vinte su biciclette con componenti Shimano.

shimano tour 2017

Il mercato dei gruppi per bici da corsa è stato negli ultimi decenni caratterizzato dalla presenza di quattro aziende: Shimano, Campagnolo, SRAM e, da qualche anno a questa pate, FSA. Sono loro a fornire i componenti più importanti – in particolare quelli relativi alla trasmissione – che finiscono sulle bici usate da amatori e professionisti.

Ultimamente però il segmento corsa è sempre più dominato da Shimano: il colosso giapponese ha dalla sua un’ampia gamma di prodotti che soddisfano le esigenze tanto dell’amatore alle prime armi quanto dei professionisti. Questa dominanza da parte di Shimano si è manifestata chiaramente all’ultimo Tour de France, nel corso del quale tutte le tappe, e tutte le maglie, sono state vinte su biciclette dotate di componenti Shimano Dura-Ace. Una serie di trionfi che non si erano mai verificati nella centenaria storia della Gran Boucle.

Pinarello Dogma F10

La Pinarello Dogma F10 con cui Chris Froome ha vinto il Tour 2017

Si tratta di un segnale forte lanciato al mercato: Shimano ha ormai una forza tecnica e commerciale sufficiente a stringere accordi con i più importanti team professionistici, fino addirittura a monopolizzare la presenza sui podi della più seguita gara ciclistica al mondo. Un predominio che finirà per influire anche sui dati di vendita dei gruppi da corsa Shimano a fine anno, fra nuove bici e upgrade montati dagli appassionati sui propri mezzi. D’altronde, se chi vince sceglie Shimano, perché cercare altrove?

A noi italiani non può non dispiacere questo ennesimo segno del lento declino di Campagnolo, che pure avrebbe tutte le carte in regola per riprendersi le proprie fette di mercato e di vittorie di tappa. Competenza tecnica e fascino del marchio non le mancano di certo.

Se nel segmento corsa, quindi, la preponderanza giapponese sembra ormai assodata, il mondo della bici è tuttavia molto più ampio, con altri settori in forte crescita. È proprio qui che si giocherà nei prossimi anni una rinnovata sfida in cui i contendenti sono spesso gli stessi.

sram eagle 12

Lo SRAM Eagle XX1

Ritroviamo ad esempio Shimano e SRAM nel settore delle mountain bike, dove si assiste a uno scontro diretto a colpi di pignoni nelle trasmissioni monocorona, che saranno sempre più lo standard sui mezzi di fascia media e alta. A complicare le cose negli ultimi anni ci si è messa la diffusione di una serie innumerevole di nuovi “standard”, e il mercato sembra voler attendere che l’evoluzione tecnologica faccia una pausa e permetta a produttori e appassionati di chiarire le idee.

shimano steps

Una ebike da città con motore Shimano STEPS

Sono invece attori molto diversi quelli che si contendono il crescente e lucroso mercato delle bici elettriche. Qui il maggiore valore aggiunto viene da chi fornisce motore, batteria ed elettronica. Fra i tradizionali protagonisti del settore bici è solamente – ancora una volta – Shimano ad averci visto lungo, con il suo Shimano STEPS che dopo una falsa partenza risalente a qualche anno fa è ormai, con le nuove versioni, uno dei punti di riferimento del mercato. Mercato che per il resto si divide fra un produttore cinese (Bafang) che domina la fascia di prezzo medio-bassa e cerca di salire di livello; e due produttori tedeschi (Bosch e Brose) che provengono dal mondo dell’elettronica e dell’automotive; con tanti, tantissimi altri che cercano di ingrandire la loro fetta di una torta crescente.

Come al solito, dalla competizione uscirà vincente chi sarà in grado di innovare dal punto di vista tecnologico, mantenendo al tempo stesso la capacità di stringere accordi commerciali con gli altri attori della lunga catena che porta una bicicletta dalla progettazione fino al vostro negozio di fiducia.

Commenti

  1. Alex ha detto:

    Ma come, l’ Italia non riesce più a stare al passo? La soluzione è semplice: basta solo dare al Giappone l’ Euro e la BCE, la commissione europea, la troika e l’ ANAS, il fiscal compact, Trenitalia e i binari unici, i barconi e le ONG, poi chiudere le più importanti industrie e riaprirle in Romania, Polonia ecc. o venderle ai cinesi…et voilà.

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