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Perché i produttori di bici stanno investendo in Vietnam

Perché i produttori di bici stanno investendo in Vietnam

Il prossimo accordo commerciale fra UE e Vietnam sta spingendo diversi produttori di (componenti per) bici a investire nel paese Asiatico.

produzione bici

C’era una volta la Cina. Centinaia di milioni di contadini pronti ad abbandonare le campagne e fornire manovalanza a basso costo nelle fabbriche che sorgevano lungo le città. I contadini sono diventati operai, e con il tempo hanno cominciato a chiedere (e ottenere) salari più elevati. E che cosa fa la produzione? Si sposta in paesi dove i salari sono ancora più bassi.

È questa, in estrema sintesi, la storia economica degli ultimi anni. E vale in buona parte anche per il settore bici. Il prossimo paese da cui arriveranno le bici da supermercato? Il Vietnam.

EVFTA è la sigla da conoscere. Indica l’accordo di libero scambio fra Unione Europea e Vietnam, che – salvo imprevisti dell’ultimo minuto – sarà firmato nelle prossime settimane. Con questo accordo l’Unione Europea si impegna a rimuovere gradualmente tutte le tariffe sulle importazioni dal Vietnam entro 7 anni; il Vietnam si impegna a fare lo stesso in un lasso temporale leggermente più lungo: 10 anni.

evfta

Ci si aspetta che l’EVFTA aumenti le esportazioni vietnamite verso l’Europa del 26% entro il 2025, portandole quindi a 42 miliardi di dollari (dagli attuali 33,1). E in mezzo a questi numeri finiranno anche componenti per bici, accessoori, se non bici intere.

Chi sta investendo in Vietnam?

Fra le aziende che stanno investendo in Vietnam ci sono KMC, Schwalbe, Kenda, Astro e DDK. Schwalbe ad esempio ha costruito un impianto produttivo in Vietnam per far fronte alla crescente domanda per i suoi prodotti.

KMC ha aperto nel 2015 (quando i negoziati per l’EVFTA erano già in stato avanzato) un’azienda che sforna ad oggi 10 milioni di catene all’anno (la maggior parte delle quali però destinata alle moto).

In Vietnam si producono inoltre circa 600mila telai per bici ogni anno. Circa 350mila sono spediti ai produttori europei; gli altri fanno un viaggio iniziale più breve, fermandosi in Cambogia, da cui ripartono verso l’occidente sotto forma di bici complete. Tutti numeri destinati ad aumentare quando l’EVFTA entrerà in vigore.

E la produzione in Europa?

Il Portogallo è pronto ad accogliere il reshoring

Poche settimane fa abbiamo pubblicato un approfondimento sul cosiddetto reshoring, il ritorno della produzione di bici in Europa dall’Asia. Ma allora, che cosa sta succedendo?

Stiamo parlando in realtà di due fasce di mercato diverse. In Asia rimarrà la produzione di alcuni componenti, o di bici di fascia bassa, le classiche bici da supermercato o poco più. Il tipo di produzione che sta tornando in Europa è relativa invece alla fascia di mercato media o alta.

E in tutto questo rimarrà sempre una nicchia per i produttori artigiani, i telaisti vecchio stampo, fra cui molti italiani la cui produzione è molto ambita.

C’è spazio per tutti quindi? Nel mondo di oggi molto dipende da come vengono raccontate le cose. La comunicazione è quindi la chiave per far vincere la qualità europea e italiana rispetto al basso prezzo della concorrenza asiatica.

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