“Più Trasporto Pubblico e Intermodalità”: i primi 3 punti della Bicifestazione del 28 aprile a Roma

Quali sono gli obiettivi della Bicifestazione che si terrà il 28 aprile a Roma, ai Fori Imperiali? Lo slogan dell’iniziativa è “Cambiamo noi la strada”, ma in che modo cambiarla?

Lo si spiega sinteticamente nei 10 punti fatti circolare dagli organizzatori. A partire da oggi vogliamo approfondire il discorso con una serie di articoli.

I primi tre punti del manifesto della Bicifestazione sono strettamente connessi fra loro, e per questo li affrontiamo insieme.

1) Più Trasporto Pubblico

Nella legge di bilancio dello stato vogliamo che il fondo nazionale per il Tpl arrivi in tre anni a 5,5 miliardi di euro. Nei bilanci di comuni e regioni Regioni devono esserci contributi al fondo nazionale pari a 10 euro ad abitante per le Regioni e 50 centesimi ad abitante.

Negli ultimi anni in Italia si è assistito a una significativa riduzione dei fondi per il Trasporto Pubblico Locale (Tpl). Fra il 2010 e il 2015 i tagli ai servizi nelle varie Regioni italiane sono stati spesso di alcune decine di punti percentuali; nello stesso periodo, le tariffe sono aumentate.

Dati TPL

Dal rapporto MIT “Connettere l’Italia”, pag 23


Data la situazione dei treni regionali, per i pendolari su medie distanze l’unica soluzione è troppo spesso l’automobile. In un circolo vizioso, l’uso dell’automobile favorisce lo sprawl urbano, rendendo ancora più complesso organizzare una rete di trasporto pubblico efficiente.

2) Più tram e metropolitane

Un piano nazionale decennale di investimenti finanziato dal governo per raddoppiare il chilometraggio delle reti di tram, metro o ferrovie metropolitane e migliorarne l’integrazione, con l’obbligo per le regioni e i comuni beneficiari di cofinanziare fino al 30% degli investimenti.

Per quanto riguarda le metropolitane l’Italia sconta un ritardo ormai secolare rispetto alle grandi città europee.

Dal rapporto MIT “Connettere l’Italia”, pag 22

I risultati sono ovvi: le città italiane sono quelle in Europa in cui il tpl è usato di meno, e in cui il mezzo privato è usato di più.

Dal rapporto MIT “Connettere l’Italia”, pag 22

3) Intermodalità

Parcheggi bici e velostazioni alle fermate del Tpl e alle stazioni ferroviarie e vogliamo le bici sui mezzi pubblici come obbligo contrattuale nel contratto di servizio di RFI e per le aziende di esercizio dei servizi di trasporto.

I nuovi treni dell’Alta Velocità in Germania sono predisposti per il trasporto di bici


Per quanto possa essere fitta una rete di trasporto pubblico, non potrà mai servire tutti i cittadini dalla porta di casa fino alla loro destinazione. Sarà sempre necessaria l’intermodalità, cioè l’usare più mezzi di trasporto durante un viaggio. Ed è necessario favorire l’intermodalità con le bici.
Poter parcheggiare comodamente la bici presso le stazioni ferroviare, avendo la sicurezza di ritrovarla a fine giornata. Poter trasportare la propria bici sul treno. Oppure trovare facilmente le bici del bike sharing appena arrivati a destinazione. Sono cose che fanno la differenza, sia a livello individuale che collettivo.

La situazione negativa attuale del trasporto pubblico non è naturale, predeterminata da chissà quali fattori. Al contrario, è frutto di precise scelte politiche. La politica non si muove senza incentivi importanti, come la pressione dell’opinione pubblica.
Per questo ti aspettiamo a Roma il 28 aprile. Cambiamo noi la strada.
Iscriviti all’evento su Facebook o vai su bicifestazione.it per saperne di più.

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