Le Quietways di Londra: piccoli interventi mirati per la mobilità attiva
Le quietways londinesi, termine che in italiano potremmo tradurre con “strade tranquille”, sono un nuovo modo di pensare gli itinerari ciclabili che va ad aggiungersi alle ormai più note superhighways, le “autostrade per le biciclette”.
Quest’ultime vengono realizzate con l’obiettivo di collegare in modo veloce e senza ostacoli due grandi città o in altri casi, le zone periferiche con il centro urbano. Le quietways invece vengono pensate per dei contesti residenziali, come interconnessione tra strade di risulta e poco movimentate. Si tratta di interventi a basso costo, limitati all’inserimento di un’opportuna segnaletica e di alcuni dissuasori per le automobili. Sono quindi piste ciclabili realizzate attraverso la valorizzazione e la messa a sistema di quelle aree della città prive di traffico, come possono esserlo i grandi parchi o alcune aree residenziali.
Il traffico di attraversamento è infatti espulso da queste strade, dove è consentito l’accesso solo ai residenti e ad alcuni mezzi di servizio. In questo modo il risultato è duplice: da una parte si ottengono una serie di percorsi ciclabili secondari e di quartiere di valenza strategica per la città; dall’altra si ottiene diminuzione di congestione a vantaggio dei residenti.
Il principio portato avanti è molto simile a quello già sperimentato a Barcellona attraverso il superisolato. Un modo per incanalare il traffico su arterie esterne e permettere alle altre strade interne di adottare velocità ridotte a vantaggio della mobilità attiva.
Sono 11 le quietways pianificate a Londra, di cui 2 sono già state completate. La quietway 1 che connette Greenwich con Waterloo e la quietway 2 che collega Walthamstow a Bloomsbury. Il flusso di biciclette misurato nel picco mattutino dalle 7.00 alle 10.00 arriva a contare quasi 900 ciclisti.
L’obiettivo del dipartimento dei trasporti di Londra è quello di offrire due tipi di itinerari ciclabili urbani. Il primo, di alta capacità su direttrici principali attraverso appunto le superhighways e rivolto a un target di pendolari veloce. Un secondo modello leggermente più lento, quello delle quietways, per chi preferisce una soluzione più tranquilla, in cui il piacere della pedalata è messo al primo posto.
Chissà quando anche le città italiane vedranno soluzioni di questo tipo; una cosa è certa: tutti noi le stiamo aspettando.
La Bicifestazione di sabato 28 Aprile sarà l’occasione per chiedere a gran voce che questi investimenti vengano fatti anche nelle nostre città.
già, le quietways londinesi o tutto quello che sta facendo la sindaca di Parigi, la Hidalgo. Dimostrazione che non ci vogliono grandi investimenti, bisogna solo fare una cosa che qui non sanno nemmeno dove sta di casa: pensarci! Pensare a come incentivare la gente a spostarsi in bici, rendendo la vita più facile a loro e sempre più complessa al traffico motorizzato. Troppo avanti per gli amministratori italici