Itinerari

Da Padova un itinerario in bici tra pianura e colli del Veneto

Da Padova un itinerario in bici tra pianura e colli del Veneto

Scopriamo il territorio al centro del Veneto lungo un itinerario in bici intorno a Padova.

Padova, città a misura di bici e facilmente raggiungibile da diverse ciclovie, in treno o con l’automobile, è il punto di partenza per questo itinerario che percorre la pianura centrale del Veneto passando poi dai Colli Berici a quelli Euganei.

Città di antichissime origini le cui prime testimonianze risalgono al XIII secolo a.C., Padova ben si presta come tappa di un cicloviaggio oppure come meta da raggiungere per visitare le numerose attrattive culturali che ne percorrono la storia. Fu un importantissimo centro dell’Impero Romano, importanza che aumentò nel trecento e durante il “rinascimento padovano”.

È anche conosciuta come “La città dei tre senza“, che sono il “Caffè senza porte” (Caffè Pedrocchi, aperto 24 ore al giorno in passato), il “Prato senz’erba” (Prato della Valle, detto “il Prato”) e il “Santo senza nome” (Basilica di Sant’Antonio di Padova conosciuta dai padovani come “il Santo”). Padova inoltre è un centro universitario e si presenta viva durante tutto l’anno. Attraversata e contornata da una fitta rete di ciclabili e ciclopedonali, si presta per essere visitata in bicicletta.

L’itinerario in bici da Padova

Padova da Pixabay - Prato della Valle
Prato della Valle, Padova – Foto di Gerhard Bögner da Pixabay

L’itinerario inizia dal “Prato”, una delle piazze più grandi d’Europa. Con i suoi 90.000 m2 è punto d’incontro della città dove si svolgono il mercato e numerosi eventi sociali e sportivi. Da qui in breve raggiungiamo l’incrocio tra il fiume Bacchiglione e il canale Battaglia, che ci indirizza fuori dal centro urbano, sfruttando da subito l’itinerario ciclopedonale che costeggia il fiume, parte della Ciclovia AIDA (Alta Italia Da Attraversare).

Il percorso ciclabile di facile sterrato si snoda intorno alla città, permettendoci di evitare il traffico. Superato l’abitato di Selvazzano, il panorama si apre mostrando alla nostra sinistra la parte nord-orientale dei colli Euganei, mentre davanti a noi si presentano in lontananza i colli Berici, che saranno la meta intermedia della nostra escursione.

Verso i Colli Berici

Vista sui colli Berici, crediti Antonio Cesare
Vista sui Colli Berici, crediti Antonio Cesare

Il fondo del percorso alterna tratti di ghiaia generalmente ben tenuti durante tutto l’anno a brevi tratti asfaltati, che percorrono la campagna veneta, quasi totalmente coltivata.

Dopo i primi 18 km, superato l’abitato di San Marco, incontriamo il castello di San Martino della Vaneza, le cui prime testimonianze di importante snodo difensivo e commerciale risalgono all’anno mille. Oggi utilizzato come museo e per cerimonie, il castello vale sicuramente una breve sosta “fotografica” prima di proseguire verso il paese di Montegalda, paese natale dello scrittore e poeta Antonio Fogazzaro. Una gemma culturale, coi suoi due castelli e le importanti architetture religiose.

Lasciato l’abitato, il percorso prosegue per piacevoli percorsi arginali gravel in mezzo ai campi, che in alcuni periodi dell’anno possono però presentare erba alta e risultare abbastanza difficili da percorrere.

Nel caso, dal centro di Montegalda è possibile percorrere un breve tratto asfaltato su strada (via Giuseppe Roi) e ricongiungersi dopo circa 3km al comodo itinerario ciclabile sterrato in corrispondenza della rotonda, chiamato “Ciclabile del Saluto”.

Dopo l’abitato di Secula ci troviamo oramai in corrispondenza dei Colli Euganei, precisamente sotto il colle chiamato Monte Santa Tecla, meta molto frequentata da appassionati di MTB.

Da qui, su pista ciclabile, ci dirigiamo verso il lago di Fimòn, “giro di boa” del nostro itinerario. Il lago, poco profondo e di antichissime origini alluvionali, è molto frequentato e vale sicuramente la pena percorrere la strada sterrata che lo circonda. Dal lago partono numerosi sentieri che si addentrano nei colli. Si alternano viste sul lago a canneti e zone d’ombra dove fare una pausa sotto la fitta vegetazione. Sul lato ovest del lago c’è peraltro un bar con terrazza sul lago, prezioso punto di sosta e rifornimento acqua.

Lago di Fimon, crediti Antonio Cesare
Lago di Fimon, crediti Antonio Cesare

Lasciato il lago, si ripercorre parte dell’itinerario fino all’abitato di Secula, per poi cambiare strada e addentrarsi, inizialmente a lato del canale Bisatto, nel tratto di pianura che separa i colli Berici dagli Euganei.

A Bastìa di Rovolòn raggiungiamo i Colli Euganei. Questa ampia zona collinare di origine vulcanica è in gran parte parco naturale e occupa un’area di 22000 ettari al centro della pianura veneta.

I Colli Euganei

I Colli Euganei sono frequentatissimi da escursionisti e ciclisti di tutti i tipi. Le strade e i percorsi della parte bassa ben si prestano al cicloturista. Le molte salite, spesso con pendenze importanti e non alla portata di tutti, sono luogo ideale per gli stradisti. I numerosi trail che si inerpicano e scendono per i boschi sono invece spesso frequentati da appassionati di MTB, che si cimentano anche in discese gravity molto impegnative.

Il tratto dei colli che percorriamo presenta una vegetazione che offre un buon riparo dal sole. Passando per strade di ghiaia dall’abitato di Treponti, si raggiunge l’abbazia di Praglia, importante sito religioso benedettino risalente al 1100 d.C., dove ancora oggi i monaci ai piedi dei colli, tra le altre attività, producono tisane erboristiche, cosmetici naturali, vino e miele.

La zona delle Terme

L’ultimo tratto sul piacevolissimo e frequentato sterrato che ci allontana dai colli ci porta a Montegrotto, importante sito termale insieme alla vicina Abano. Entrambe le località sono conosciute per le proprietà curative delle loro acque.

Da Padova un itinerario in bici nel centro del Veneto: San Martino della Vaneza, crediti Antonio Cesare
San Martino della Vaneza, crediti Antonio Cesare

Alcuni studi hanno accertato che l’acqua termale di Abano e Montegrotto, che sgorga ad una temperatura di 87°C, percorre circa 100 km in un periodo di 25 anni prima di fuoriuscire. Da questo viaggio derivano la sua ricchezza minerale e le proprietà benefiche, conosciute fin dall’antichità.

Montegrotto è anche una importante località sotto il profilo culturale e artistico e dopo la visita si può testare l’effetto delle sue acque sulle gambe stanche.

L’ultima parte del percorso percorre la lunga ciclabile rettilinea che costeggia il canale Battaglia, parte del Cammino di Sant’Antonio. Dopo circa 10 km ci riportiamo verso la città di Padova.

Ritorno a Padova

L’ingresso a Padova avviene ora nella zona del Bassanello, lungo il lungargine Scaricatore. Il nome deriva dal canale adiacente, il più giovane dei numerosi canali di Padova, creato nel 1842 per gestire le piene del Bacchiglione.

La zona degli argini si presenta sempre molto vivace. Qui i padovani camminano, corrono e praticano attività fisica.

Risalendo infine la ciclopedonale di via D’Acquapendente arriviamo nuovamente in Prato della Valle.

Il nostro giro, dopo circa 100 km, si conclude da dove era partito. È percorribile durante quasi tutto l’anno e non presenta particolari difficoltà tecniche. Il chilometraggio richiede un minimo di allenamento oppure un frazionamento in tappe. Infatti, è possibile dividerlo su due giornate, allungandosi verso Vicenza, dopo il lago di Fimòn. Dopo il pernottamento si riparte verso Padova dove concludere la pedalata gustando un ottimo spritz.

La traccia di questo giro è presente a questo link.

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Commenti

  1. Orietta ha detto:

    nell’ articolo c’è un errore: a Secula sei sotto ai Berici, non agli Euganei

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