Nel raggio di pochi chilometri, le tracce del passato e la natura generosa, si incontrano e si intrecciano come nel “piccolo mondo” che ha ispirato lo scrittore Antonio Fogazzaro
A sud di Vicenza, città rinascimentale e Patrimonio dell’Umanità dal 1994, la bellezza del paesaggio si estende fino alla campagna, tra distese pianeggianti coltivate, grandi vallate e bassi rilievi. E‘ la Terra Berica, un piccolo angolo di Veneto di neanche 500 kmq dove, circondati da boschi, uliveti e vigneti, si trovano piccoli borghi, ville palladiane, eremi e antiche pievi. Una terra ricca di storia e di cultura da scoprire con escursioni lungo i tanti sentieri e ciclovie che attraversano il territorio.
Eccomi allora in sella della mia Poderosa, una E-bike KTM Macina di 4 anni con cui solo nell’ultimo anno solare ho percorso i Colli Berici per ben 50 volte per 4.222 chilometri e 61.364 metri di dislivello. Un amore il mio per questi luoghi perché il cicloturista, appena uscito dal caos della città, si trova a percorrere strade poco frequentate e spesso in solitudine il che aiuta a rilassare il corpo e la mente osservando continuamente le bellezze dei posti che si attraversano.
Colli Berici
I Colli Berici (detti anche meno frequentemente Monti Berici) sono un gruppo di rilievi collinari, formazione particolare nella pianura alluvionale su cui sorge Vicenza, originatisi sul fondo di un antico mare nell’arco di almeno un centinaio di milioni di anni. Importante cima per il territorio è il Monte Berico.
I Colli Berici risaltano nettamente, a sud di Vicenza, con una forma di parallelogramma, il cui asse maggiore, orientato in direzione nord-est/sud-ovest, è lungo circa 24 km, e con una superficie complessiva di circa 165 km/q. Il profilo è omogeneamente arcuato, compatto e non particolarmente elevato sul livello della pianura, la cima più alta è il Monte Alto (444 m).
Ai Colli Berici appartengono anche alcune modeste colline i cui contorni sono abbastanza frastagliati su ogni lato, con alternanza di rientranze e sinuosità o con semplici incisioni sui fianchi, gli scaranti. I versanti sono ovunque piuttosto dolci e rettilinei, eccetto per il lato sudorientale, che presenta una sequenza pressoché continua di nude e verticali pareti rocciose.
Importante luogo di svago del fine settimana di molti vicentini è il Lago di Fimon, residuo di un più vasto bacino lacustre che si estendeva anticamente fino al paese di Fimon, da cui ha preso il nome, e situato in una vasta rientranza dei Colli Berici.
Le rocce, nella maggioranza carboniche, di cui consta l’ossatura dei Colli Berici, inducono ad attribuire un’origine marina al sistema collinare. Si aggiunga il ritrovamento di numerosi organismi, animali e vegetali, allo stato fossile (molluschi, ricci di mare, coralli, alghe, ecc.).
Si ipotizza quindi che la successione degli strati rocciosi sia l’esito di un lento e costante processo di deposizione di sabbie, fanghi e frammenti di gusci di molluschi sul fondo di un mare.
Un intrigo di percorsi da scegliere e fermarsi quando serve per ammirare le bellezze che dei paesaggi, ville e chiese che si incontrano.
Basilica Santuario della Madonna di Monte Berico a Vicenza
Ubicato nelle prime propaggini nord dei Colli Berici, chiude a sud l’anfiteatro dove si trova la città di Vicenza, stretta tra i Berici e la prima fascia collinare dei Lessini, con una ampia depressione pianeggiante che mette in comunicazione la pianura veneta centrale con la pianura veronese.
Il piazzale del Santuario è uno spettacolare balcone panoramico sulla città e su tutta la pedemontana, dalle propaggini dei Lessini, all’alto vicentino con il Pasubio e le Piccole Dolomiti, a tutto l’altopiano di Asiago, al monte Grappa.
Dalla città il tempio è raggiungibile anche a piedi per un lungo porticato in ripida salita, una via processionale con stazioni della Via Crucis, progettato da Francesco Muttoni e realizzato nel 1748.
Il Santuario è il più importante riferimento religioso del vicentino e la Madonna di Monte Berico, dal 1978, è la patrona di Vicenza e della diocesi vicentina.
Il tempietto originale sorge sul luogo delle apparizioni mariane avvenute nel 1426 e nel 1428 ad una umile contadina, la settantenne Vincenza Pasini da Sovizzo, residente in Borgo Berga e intenta ad aiutare il marito al lavoro nel campicello sul monte.
La Madonna, per l’intercessione della contadina alla seconda apparizione, chiese la costruzione di un tempio per far cessare la terribile pestilenza che in quegli anni imperversava a Vicenza, mietendo numerosissime vittime.
Il tempietto del 1428, eretto in stile tardogotico, ingrandito e aggiunto di abside nel 1475 da Lorenzo da Bologna, ulteriormente ampliato dal Palladio nel 1590, venne integrato (con demolizione della parte palladiana) nella nuova grande basilica progettata dall’architetto vicentino Carlo Borrella, costruzione iniziata nel 1688 e portata a termine nel 1703.
Con gli anni, a varie riprese, vennero aggiunti gli edifici conventuali.
La grande basilica è uno dei più classici esempi di architettura barocca veneta. L’attuale campanile venne eretto a partire dal 1826 su toni più neo-classici ad opera di Antonio Piovene.
La chiesa custodisce numerose importanti opere d’arte. Le più significative sono la “Cena di San Gregorio Magno” opera di Paolo Veronese (1572), la “Pietà” di Bartolomeo Montagna (inizio 1500), la “Vergine con gli Evangelisti” e il “Battesimo del Cristo” di Alessandro Magonza, la tela della “Vicenza e la Vergine di Monte Berico” del pittore veneziano Giulio Carponi (1651).
Dal piazzale splendida la vista del centro di Vicenza con la Basilica Palladiana e il Duomo.
Villa “La Rotonda” di Andrea Palladio
Villa Almerico Capra detta La Rotonda (conosciuta anche come Villa Capra Valmarana) è una villa veneta a pianta centrale situata a ridosso della città di Vicenza, poco discosta dalla strada ciclabile della Riviera Berica. Fatta costruire da Paolo Almerico, che la commissionò ad Andrea Palladio nel 1566-1567, fu completata da Vincenzo Scamozzi nel 1605 per i due fratelli Capra, che avevano acquisito l’edificio nel 1591.
“Forse mai l’arte architettonica ha raggiunto un tal grado di magnificenza” (J. W. Goethe, scrivendo della visita a La Rotonda)
La Rotonda non è una villa. E’ qualcosa di più. Nei secoli è stata visitata da poeti ed artisti, regnanti e uomini di stato, studiosi e amanti dell’arte, viaggiatori e turisti. A tutti La Rotonda ha donato un’emozione indimenticabile, quel senso di armonia e grazia a cui si risponde con un sorriso, con un silenzio. Dopo 500 anni, La Rotonda oggi è sempre un luogo di pura bellezza che vi aspetta per trasmettere ispirazione, cultura, gioia.
Mossano
Leggere la storia di Mossano fa scorrere un brivido lungo la schiena. Le tracce evidenti riportano alle storie medioevali di cavalieri, santi eremiti, scorribande e stragi di eserciti e lanzichenecchi, ma proprio nei covoli (=grotte) rifugio di eremiti sono state rinvenute tracce preistoriche. E scava scava, strato su strato, si è arrivati agli abissi del tempo di 250.000 anni fa… ben prima dell’Homo Sapiens qui si rifugiava l’Uomo di Neandertal.
Dietro quel muro medioevale con squarci di affreschi la grotta di San Bernardino da Siena è il più antico sito archeologico vicentino e, probabilmente, Veneto.
E la cengia che conduce a questo stupefacente luogo, dove la natura si è divertita a creare un’incredibile scenografia, una specie di chiesetta sormontata da un torrione calcareo che richiama le architetture sacre gotiche, il panorama verso la val di Palù, il colle di San Pancrazio, i Colli Euganei e la sconfinata pianura, è davvero straordinario.
Ma Mossano è famoso per tante altre cose. Villa Pigafetta Arnaldi Camerini in località Montruglio, il Santuario di San Pancrazio, sopra un altro bellissimo colle (in comune di Barbarano), le ‘Prigioni di Mossano’, le fontane, le ruote dei mulini ad acqua.
La vecchia chiesa di Nanto
Chiamata anche Antica Pieve di Nanto, questa chiesa dal bel campanile che svetta in alto tra la boscaglia. La chiesa, del X secolo con rifacimenti e aggiunte del XV secolo, è stata oggetto, recentemente, di un importante progetto di recupero e restauro, dopo gli anni bui di abbandono che l’hanno vista utilizzata come magazzino edile.
Il luogo è meraviglioso, spazia sui sottostanti poderi vocati a vigneto e su di una vasta fetta di pianura della Riviera Berica tra Berici ed Euganei, con i tondeggianti profili dei Colli Euganei come scenario di sfondo. Sicuramente, anche in questo sito, vi furono insediamenti religiosi o militari ben più antichi.
Sono stati recuperati preziosi affreschi che raccontano, pur frammentati, belle storie di santi e di miracoli. Molto bello e interessante anche il portale laterale rinascimentale, fine XV secolo, finemente lavorato a bassorilievi sulla dolce, e delicata, pietra di Nanto, con stemmi nobiliari e allegorie esoteriche.
Eremo di San Donato, altopiano di Pozzolo a Villaga
Luogo suggestivo dove un tempo si trovava un antico convento, del quale rimangono tracce delle fondamenta a ridosso della parete rocciosa. L’antica chiesa aveva l’abside che faceva tutt’uno con il covolo (grotta).
Il romitorio è documentato fin dal 1240, successivamente, nel corso del ‘200, vennero aggiunti manufatti ed edifici e divenne un monastero benedettino femminile retto da una badessa.
Probabilmente il complesso monastico di San Donato del Covolo venne abitato fino alle soppressioni ecclesiastiche volute da Venezia nel XVII secolo ed infine del tutto abbandonato e già in rovina con le confische napoleoniche di inizio ottocento.
Tuttavia alcuni antri riparati da muri furono adibiti a case rupestri abitate nel corso dell’ottocento e, forse, anche fino ad inizio novecento.
Tutta l’area, con il colmo del monte Tondo di Villaga, venne requisita per scopi militari durante la grande guerra. Vi stanziarono truppe italiane e francesi nel 1917 e i reduci delle grandi battaglie sull’altopiano di Asiago.
Sulle varie gobbe rocciose, ora ricoperte da boscaglia, si trovano ancora tracce di trinceramenti e qualche manufatto, forse realizzati quali ultima linea di difesa del fronte Piave-Grappa-Altopiano, o per scopi di addestramento.
L’attuale chiesetta, dalle forme neoclassiche eretta nel corso dell’ottocento, venne anch’essa requisita per scopi militari e utilizzata quale magazzino e cucine.
Nel 1935 l’edificio religioso parzialmente crollò, ma venne recuperato dalla nobile famiglia Chemin-Palma, proprietaria del terreno e della Commenda di San Silvestro di Villaga.
Ancora occupato dai militari, in questo caso i Tedeschi, nel corso della seconda guerra mondiale, l’intero complesso venne ulteriormente sfregiato, demolendo tutte le vecchie strutture murarie del convento. Di esse rimangono solamente delle tracce di fondamenta nelle rocce del covolo.
Il panorama spazia amplissimo sulla bassa pianura vicentina e sulla Riviera Berica, il largo corridoio naturale tra i Monti Berici e i Colli Euganei che si profilano all’orizzonte con le loro caratteristiche gobbe.
L’eremo si raggiunge da Pozzolo per la strada che porta a Barbarano Vicentino, o da Barbarano Vicentino (loc. Castello di Villaga) per la salita che porta a Pozzolo. Al culmine della salita verso destra (indicazioni) una stretta stradina sale in prossimità dell’eremo. (circa 5 km. da Barbarano).
La via del vino
Percorrendo la Strada dei Vini dei Colli Berici si scoprono i sapori e i profumi di un territorio unico. Dai grandi vini rossi alla cucina della tradizione, passando per ville e sentieri immersi nella natura, sono tante le meraviglie da scoprire. Come il Tai Rosso e la sopressa Vicentina, le ville del Palladio e la ciclabile che porta a Vicenza. Un itinerario che parte dalla vigna per raccontare la bellezza di questi luoghi. E perché no, un’idea perfetta per una gita fuori porta o qualche giorno tra queste colline.
Alcuni percorsi con possibilità di scaricare anche molti altri su Wikiloc – Sartori Delfino
https://it.wikiloc.com/percorsi/outdoor/italia/veneto/monticello-conte-otto
Vicenza – Lago di Fimon – Arcugnano – Brendola – Pozzolo – Barbarano – Mossano – nanto – Castegnero – Longare – Vicenza: km 77 – dislivello: 719 metri
https://it.wikiloc.com/percorsi-ciclismo/monticello-conte-otto-29968769
Vicenza – Villabalzana – Soche – Monte San Angelo – Barbarano – Ciclabile Riviera Berica – Marola – Monticello Conte Otto km 74,4 –
https://it.wikiloc.com/percorsi-ciclismo/giro-colli-berici-sud-29918254
Vicenza – Longare – Villabalzana – Nanto – Barbarano – Brendola – Arcugnano – Vicenza km: 60 – dislivello 866 metri
https://it.wikiloc.com/percorsi-ciclismo/monticello-conte-otto-colli-berici-29042396
Vicenza – Commenda – Arcugnano – Strada militare (discesa e risalita) – Perarolo – San Gottardo – Monte San Angelo – Villabalzana – Longara – ritorno km: 77,54 – dislivello: 785 metri
https://it.wikiloc.com/percorsi-ciclismo/monticello-conte-otto-26379070
Vorrei fare tanti giri in bici da strada a fine dicembre 2021. da 60 a 100km ogni giorno. Si puo’ farelo.Sono Irlandese e so che sara’ freddo. Can you give me some advise please?
Certamente Bertolo hai ragione. L’antica Pieve sta più in alto. La chiesa in foto è di Santa Maria Annunziata: la nuova chiesa parrocchiale nel centro abitato di Nanto. La chiesa, costruita nel 1897, sorge sull´antico sedime dell´oratorio di San Paolo, che era chiesa sussidiaria di quella del’ Annunciazione. Essa conserva i preziosi altari dell’antica parrocchiale: qui, infatti, possiamo ammirare la parete di fondo del presbiterio con le sculture della Madonna con il Bambino, S. Rocco e S. Sebastiano, attribuite di recente a Vincenzo e Gian Gerolamo Grandi, e il bellissimo altare di Antonio Antico dei 1509 che ingloba una statua della Vergine, databile al primo decennio dei ‘400. La chiesa di Nanto conserva anche parte dell’arredo scultoreo della distrutta chiesa di S. Paolo che sorgeva nello stesso luogo dell’attuale parrocchiale: di questa resta il ciborio, commissionato da Silvestro Lamara nel 1509, che conserva un prezioso tabernacolo di cui due angeli sorvegliano la porta e la bellissima pala delimitar maggiore, datata all’ottavo decennio del XV secolo, in cui è rappresentata la Vergine con il Bambino e a lato S. Pietro e S. Paolo.
Una precisazione… quella nelle foto non è l’antica Pieve di Nanto, bensì la chiesa attuale di Nanto.