Quante volte abbiamo pensato che, dopo una bella e faticosa pedalata, occorrerebbe un bel massaggio distensivo per recuperare le energie; se proviamo soddisfazione da una bella doccia calda, immaginate quale sollazzo sia un bagno in una piscina di acqua termale a 39°. E quale posto migliore di una località termale, posta tra l’alta valle del Savio e la Val Bidente, nello splendido appennino Romagnolo proprio a ridosso del confine con la Toscana. Le opportunità di escursione nei dintorni non mancano, sia per la bici da strada che per la MTB. La Foresta della Lama, la Riserva naturale integrale di Sassofrattino, le valli di Pietrapazza e di Ridracoli che rientrano nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, L’Eremo dei Frati Camaldolesi.
Il Monte Falterona ed il Monte Fumaiolo nelle immediate vicinanze con l’opportunità di misurare la propria gamba con i valichi poco distanti oppure semplicemente per godersi una pedalata alla visita a pedali delle tante bellezze e curiosità vicine. Da tempo Bagno di Romagna rientra nel novero delle località “certificate” dalla bandiera arancione, riconoscimento rilasciato dal Touring Club (rilasciato sinora solo a 100 località italiane) come marchio di qualità turistica ed ambientale. Si tratta di località che profondono il loro impegno all’ospitalità, alla salvaguardia e valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale, alla qualità della ricettività. Un bel biglietto da visita e le possibilità sono davvero molto ampie per un solo w-end, quindi ci limitiamo a proporre due itinerari stradali abbastanza semplici per difficoltà e chilometraggio, lasciamo a voi il gusto di scoprire tutto il resto.
Mappa
Altimetria
Itinerario Bagno di Romagna – Eremo di Camaldoli
Punto di partenza e di Arrivo Bagno di Romagna
Lunghezza totale : Km 60
Dislivello : 1635 mt
Difficoltà : medio
Si inizia da Bagno di Romagna, con tutta calma e senza trascurare una escursione in centro visitando il “Palazzo dei Capitani” e la “Basilica di Santa Maria Assunta”, si percorre la strada che conduce sul Passo dei Mandrioli, sono 10 chilometri con pendenze assolutamente tranquille che garantiscono una pedalata in relax con tutta la possibilità di ammirare gli splendidi panorami sulla Valle del Savio (a meno che non vogliate prenderla “di petto” come si usa dire). Il valico è posto a 1173 metri ed è la porta d’ingresso della regione Toscana, si scende verso il paese di Badia Prataglia (mslm 876) dove si possono trovare una fontana per reintegrare i liquidi ma anche (perché no !) un negozio di alimentari per approfittare per una sosta ed un meritato panino a base di specialità locali (l’ottimo e saporito prosciutto Toscano).
Reintegrato il “carburante”, si riparte seguendo la strada in discesa verso Pian del Ponte dove troviamo le indicazioni per l’abitatato di Camaldoli (813 m). La strada riprende a salire, circa per tre chilometri con pendenze modeste fino a Camaldoli dove si trova il bivio con l’indicazione per L’Eremo di Camaldoli, addio tranquillità poiché i successivi tre chilometri che dividono dalla meta sono decisamente “impegnativi”, in questo breve strappo saliamo, dagli 813 mlsm fino ai 1103 mlsm del sacro eremo con pendenze del 10%. Ma la fatica si scorda presto, dopo un’ottima bevuta alla fresca fonte dell’eremo ed una visita che ripagherà dello sforzo. Ritemprate le forze, non resta che ripercorrere a ritroso lo stesso percorso. La risalita verso Badia Prataglia e quindi verso il Valico dei Mandrioli sembreranno, senza dubbio, uno scherzo rispetto allo “strappo” dell’Eremo. Al rientro potrete godere dei benefici effetti dei massaggi e delle acque termali e sarete pronti per una nuova giornata in sella.
Riepilogo e suggerimenti
Il percorso indicato non è adatti a tutti, occorre allenamento e pratica con la bici, alcuni salite hanno una decisa pendenza e possono rivelarsi insidiose. L’uso di una bici da turismo può essere considerata adatto purchè monti la “tripla” con cambio a 18 oppure a 21 rapporti. Gli itinerari sono interamente asfaltati ma comunque adatti anche all’utilizzo di una MTB, se affrontati con lo spirito della gita. Per la tradizionale bici da corsa, si consiglia un rapporto “minimo” 39/23 oppure la compact. Lungo i percorsi non mancano le possibilità di ristoro data la presenza di località con bar, forni, pasticcerie e fonti d’acqua.
Storia e informazioni
La valle era abitata dalle popolazioni Umbre e passata sotto il dominio dei Romani del 266 a.C, intorno alle già presenti sorgenti di acque calde nacque la località di Balneum, piacevole luogo di sosta citato anche da Marziale lungo l’asse si collegamento Roma-Ravenna. Nel 200 le indicazioni dei pellegrini citano “Balneum sanctae Marie” indicandolo come opportuno luogo di sosta prima di varcare l’appennino per recarsi alla città santa. La basilica di Santa Maria Assunta di Bagno di Romagna viene documentata infatti dall’anno 871 d.C. ed il suo campanile (32 mt) era una delle torri che costituivano il nucleo di difesa del “castrum” di Bagno. Feudo dei conti Guidi passa nel 1404 sotto l’influenza Fiorentina che ne organizza un Capitanato, il “Capitanato della Val di Bagno” (1454). Simbolo e luogo del potere diventa il “Palazzo del Capitano” sul quale (a fine mandato) ogni reggente colloca il proprio emblema o stemma.
Le acque termali che sono usate nelle terme hanno una particolare “formazione”. La pioggia che cade nella zona del monte Còmero, penetra in profondità nel sottosuolo (circa 1.400 mt) per poi subire un riscaldamento per effetto geotermico e quindi risale verso la superficie arricchendosi con i minerari degli strati rocciosi attraversati. E’ considerata medicamentosa, benefica ed in grado di influenzare positivamente il nostro organismo. Si è potuto determinare un particolare interessante, l’acqua che oggi sgorga risale ad un particolare periodo storico, è l’acqua caduta ai tempi di Giotto.
La leggenda degli Gnomi: il bosco è da sempre luogo privilegiato delle favole, ed una leggenda di Bagno di Romagna vuiole che il bosco dell’Arminia, vicinissimo al centro storico, sia abitato da una particolare creatura dei boschi, “lo gnomo”. Se, durante una passeggiata, vi capitasse di cogliere un rapido movimento fra i cespugli, aguzzate la vista! Se vi capiterà di vedere un cappello rosso a punta avrete la prova che non è solo una leggenda. Tradizione o mito, il “sentiero degli Gnomi è un sentiero di facile percorrenza, lungo poco più di due chilometri, immerso nella foresta che ospita anche casette di legno, sagome di animali e sculture di pietra, insomma un sentiero delle favole! Questo sentiero ben attrezzato e sicuro, è adattissimo ai bambini, e per una volta lasciatevi abbandonare e fatevi trasportare dalla fantasia.
Gastronomia
In questo luogo, di incontrano e s’intrecciano tradizioni culinarie di Romagna e Toscana e quindi la tavola è da vero “gourmet”. Alla base di molti piatti vi sono i prodotti locali, porcini, castagne. Tartufi, insaccati e prosciutti, formaggi stagionati, di fossa e freschi come il “Raviggiolo” la versione montana dello squaquerone, che viene consumato fresco o stagionato. La cucina dell’appennino non conosce la tradizionale piadina Romagnola, ci sono però le piade fritte e i “tortelli alla lastra” (ripieni di patate o zucca, debitamente condite con molto pepe, aglio, cipolla, pancetta o lardo tritati, vengono cotti su una lastra rovente o fritti nello strutto). Più toscani e preparati in autunno ed in inverno, sono i “tortelli di patate” o “di zucca”, un piatto dove le patate sono mischiate ad erbette fresche, noce moscata e formaggi stagionati.
Piatto tipico della vallata del Bidente e di quella del Savio sono “i basotti”, tradizionalmente cucinati in inverno quando si uccide il maiale. Sono tagliolini scottati nel brodo, conditi con formaggio, disposti in teglia su un fondo di pangrattato, abbondantemente bagnati con il brodo ottenuto con le ossa di maiale, spolverati nuovamente di pangrattato e parmigiano e passati al forno. Tolti dal forno perfettamente croccanti, vengono tagliati a quadrettoni e prontamente serviti. E’ il piatto tipico della Festa del perdono che si festeggia a Bagno di Romagna il secondo venerdì di marzo.
prima del passo salendo da bagno di romagna ci sono due ville abbandonate . la prima piccola la seconda grande. alla grande, seguendo il sentiero parallelo alla salita, ma sotto la stessa, nella roccia trovi una porta in ferro. dentro c’è la sorgente che sgorga dalla roccia e anche la vasca di raccolta e decantazione. l’acqua è di tutti sopratutto se la casa è abbandonata. mai bevuto così volentieri in vita mia.
Solo che in zona c’è avvelenamento da Arsenico.
La fonte di cui parli… sarebbe sconsigliabile.
felice di essere immune all’arsenico….
Di sicuro non è un augurio per la cicuta.
Solo che le fonti “controllate” in zona non sono molte.
Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio
Questo a prescindere dalla reciproca felicità che tu sia immune dal rischio.
avviso: va quasi rubata quell’acqua che mi ha salvato
nel mio viaggio sugli appennini sono passato dal mandrioli salendo dalla valle del bidente. poi ad abbadia prataglia ho svoltato a sinistra verso la verna.
lo sai dove c’è acqua al passo dei mandrioli? fresca, di sorgente ?
Sul valico dei Mandrioli non c’è nessuna sorgente, nè fontana.
Se conti sull’acqua, dal lato Badia Prataglia hai solo il centro.
Sul lato Bagno di Romagna, se ti va bene, puoi tentare all’albergo “Raggio di Sole”.
Sempre ammesso che sia ancora in esercizio…