Itinerari in Toscana: la Costellazione ciclabile di Peccioli e la Valdera in bicicletta
Siamo a Peccioli, nella Valdera, paese di cinquemila abitanti sulle colline pisane, 17 chilometri a sud di Pontedera. L’ultimo dei progetti di valorizzazione del territorio è dedicato alla bicicletta.
Testati, mappati, arricchiti da una segnaletica di “design” progettata dal Touring Club Italiano, sono disponibili sei anelli che si intersecano sul territorio connettendo pittoresche frazioni, autentiche delizie degne della migliore Toscana.
È un firmamento di luoghi arricchiti da storia, cultura, interventi di arte contemporanea che ha evocato il termine “Costellazione” per denominare l’anello più lungo, 53 chilometri, che in futuro sarà uno dei percorsi gravel italiani dove sarà imprescindibile pedalare.
La Costellazione ciclabile di Peccioli e la Valdera in bicicletta
Gli altri cinque anelli sono più brevi ma non meno suggestivi. Partono dal tracciato principale e vi ritornano dopo aver condotto i ciclisti su panorami che non si possono tralasciare. Si toccano insediamenti rurali, ville rustiche per vacanze esclusive.


La progettazione degli itinerari
Su tutti i percorsi sono disponibili aree di sosta coperte con tavoli, panche e le prese di corrente alimentate da pannelli solari che permettono la ricarica delle e-bike. Nella progettazione dell’intera rete i cicloturisti sono stati equiparati per importanza a quelli più esperti e performanti. L’elettricità è gratuita e disponibile in numerosi punti e offre certezze a chi necessita di assaporare l’esperienza con l’aiuto della pedalata assistita.


Il paesaggio toscano lungo le Costellazioni
Il paesaggio è quanto di più toscano si possa immaginare, quello che si vorrebbe incorniciare per allietare l’umore quando serve. Sono linee ondulate e verticali, strade sinuose e rettilinei ombreggiati dai cipressi. E ancora terre appena arate, macchie di bosco, ulivi e vigne, in un susseguirsi d’immagini che non sono mai monotone.








Ogni chilometro lo si deve conquistare col sudore. I tratti piani sono pochi e corti, con salite e discese in successione per un “mangiaebevi” toscano, che è la migliore metafora ciclistica ed enogastronomica per descrivere i saliscendi collinari. Peccioli e le sue stelle satelliti sono immersi in un territorio agricolo d’eccellenza che sarà il valore aggiunto quando si terminerà di pedalare per rifocillarsi con i migliori sapori della cucina italiana.
Il progetto base si sta evolvendo in un ambizioso allargamento della rete. Si stanno creando connessioni verso i territori confinanti dove si possono trovare località termali famose e percorsi adatti per creare un prolungamento naturale. Se l’Eroica è stata ispirazione e modello per la salvaguardia delle strade bianche ed esempio virtuoso di una utenza ciclistica sempre più apprezzata, Peccioli potrebbe contaminare con la sua visione il territorio pisano e oltre.
Le origini del progetto
La lungimiranza dell’amministrazione parte dalla fine degli anni Novanta. In quel decennio trasformò il grosso problema della discarica in un’opportunità, creando un modernissimo impianto di smaltimento regionale che iniziò a produrre alti introiti andati a beneficio del territorio e degli abitanti, con servizi migliori e agevolazioni di vario tipo.
Il grande impianto si estende su diversi ettari e lo si raggiunge dopo un’impegnativa salita seguendo l’anello 2 (Ghizzano, Libiano, Legoli). Qui non pare di essere in Toscana, ma in un paese nordeuropeo. Si possono scattare fotografie per l’ordine e la bellezza del luogo. Non ci sono cattivi odori e nessun gabbiano o altri volatili beccano i rifiuti. Questo perché i rifiuti sono già separati qualitativamente dai macchinari nei capannoni e il residuo viene mescolato alla terra per la decomposizione naturale.
L’arte nel paesaggio
Il tocco di classe arrivò quando si diede spazio alla creatività di artisti con interventi di vario tipo. Nel grande e curato spazio verde spiccano “I Giganti”, due enormi busti bianchissimi che si stagliano nel cielo azzurro, alti quasi 10 metri, facendo apparire lo spazio un grande parco d’arte e non una discarica.
Oltre a questi ci sono altre installazioni di dimensioni minori e anche i capannoni sono abbelliti da grandi e sgargianti murales di Staino. Al centro di tutto è stato creato un anfiteatro dove si tengono eventi e concerti. Altri Giganti si ritrovano quando si rientra a Peccioli, nelle aree pubbliche dove un altro anfiteatro è stato creato alle porte del paese.


Itinerario numero 2: Ghizzano
Durante l’itinerario 2 si transita dalla frazione di Ghizzano: tanto piccolo quanto enormemente abbellito da interventi d’arte originali.
Qui diverse installazioni sono distribuite nelle poche stradine del paese. Diventa quasi una caccia al tesoro percorrerle e nel silenzio scoprire dove sono poste le opere di diversi artisti. Curiosissima è la Via di Mezzo creata dall’artista David Tremlett. Il suo “Borgo Colorato” consiste in un’intera via pedonale dove ogni facciata è stata ridipinta con un diverso tono di verde e armonizzata con alcuni tocchi in contrasto per sottolineare le linee architettoniche.


Nel paese il nuovo dialoga con la tradizione: nella storica cantina Tenuta di Ghizzano, sulla quale sorge il palazzo padronale, si effettuano visite e degustazioni. Ancor più rilassante è la passeggiata guidata nel “Giardino Sonoro”, un esteso giardino all’italiana dove fra aiuole curatissime e alti alberi allineati sono posizionate alcune opere dell’artista Immacolata Dati: installazioni sonore da ascoltare su panchine ombreggiate.


Ghizzano è la frazione più significativa ed è ideale anche come base per un soggiorno di alcuni giorni grazie ad alcune strutture non meno affascinanti del paese stesso. Noi abbiamo soggiornato nel silenzioso B&B da Baba proprio nella Via di Mezzo, tre stanze di grande gusto e un’ottima colazione fatta in casa. A poche centinaia di metri dal borgo, immerso nel tipico paesaggio toscano, si trova l’agriturismo della Tenuta Ghizzano e il suo ristorante The View dove i cibi, rigorosamente a km zero, si gustano con la vista spettacolare che ha ispirato il nome.
Il borgo di Peccioli
Peccioli è a soli 9 chilometri. La sua ricchezza va assaporata senza troppa fretta. L’antica città di origine medioevale, ancora integra nell’architettura originale, è stata arricchita negli ultimi venti anni da numerosi interventi d’arte contemporanea. Alcuni di questi sono molto originali e vanno cercati mentre si lascia che le ruote girino lente sull’antico selciato.
Le opere sono alcune decine, in forte e piacevole contrasto con l’architettura arcaica della città. Sono installazioni luminose, murales di mosaici, opere moderne che utilizzano materiali di ogni tipo.
L’ennesima piacevole sorpresa è rappresentata dal Museo archeologico dove sono ben catalogati e ancora meglio esposti i reperti rinvenuti in zona, passando dall’età etrusca, poi romana e fino al Rinascimento. In una delle aree archeologiche ancora in scavo è stata trovata la splendida tomba di “Isidora” con il suo corredo funebre, esposto in una sala a lei dedicata.


Da una delle piazzette principali si entra attraverso un passaggio nel Palazzo Senza Tempo, un antico palazzo già documentato all’inizio del XV secolo che oggi ha funzione di contenitore per eventi e mostre. La meraviglia è attraversarlo e uscire su una futuristica e ampia terrazza che si proietta nel vuoto, sospesa sulla pianura circostante riempiendo occhi e cuore. L’effetto di continuità fra terrazza e vuoto è amplificata da spessi vetri di protezione che aiutano a entrare in una dimensione che si avvicina al volo d’uccello.
È un luogo dove è facile trattenersi per spaziare con lo sguardo sui tanti dettagli della campagna, dei boschi e delle colline della Valdera che si sono appena percorsi. Se si vuole proseguire in un comfort rilassato, si può accedere al piano inferiore in una moderna caffetteria con ampie vetrate sullo stesso panorama.
Informazioni pratiche
- Per approfondimenti sugli itinerari in bici: www.peccioli.net
- La Costellazione, mappa e percorso: www.peccioli.net/costellazione
- Noleggio e guide Bike: www.bikingtuscanytour.com
Bell’articolo Sauro
Speriamo di rivederci presto per fare una bella pedalata insieme
Ciao
Fabrizio