Il parametro dell’altezza di sella è così importante che a volte è l’unico che viene davvero regolato. Chi di voi non si è mai fermato a lato della strada e ha preso in mano una chiave a brugola e ha alzato la sella perché sentiva di non stendere bene la gamba? Quando ero ragazzino era una cosa che facevamo spesso, data la nostra totale ignoranza. Per questo dedichiamo un articolo solo a questo aspetto della regolazione della bicicletta, per comprendere al meglio cosa significhi calibrarlo al meglio.
Indice
• Altezza di sella e pedalata efficace
• Altezza di sella e consumo energetico
• Altezza di sella e biomeccanica della pedalata
• Concludendo
Altezza di sella e pedalata efficace

Nel precedente articolo abbiamo visto come si debba poggiare il piede sul pedale per raggiungere un’elevata efficienza biomeccanica. Tenere la calzatura parallela al terreno, infatti, permette di esprimere al meglio l’energia muscolare e di trasmetterla al pedale, riducendo le forze inespresse o perse. Trovare il giusto punto di appoggio è una buona base di partenza ma potrebbe essere vanificata da un’altezza di sella regolata male. Questo valore influisce sull’attivazione dei muscoli, poiché lavorano in una catena cinematica chiusa e ripetitiva.
Quando il pedale si trova nel punto morto inferiore, la gamba non è completamente estesa, bensì tra polpaccio e coscia si crea un angolo di 150° (come segnato nell’immagine). Al variare dell’altezza di sella varierà anche la dimensione di questo angolo. Una sella troppo bassa diminuirà questo angolo, obbligando il piede a far ruotare il pedale sull’asse, perdendo così la spinta. Al contrario con valori di sella elevati l’angolo tra coscia e polpaccio aumenterà, mettendo in tensione i muscoli e costringendo il piede a ruotare nel senso opposto, cambiando la direttrice delle forze espresse, che andranno comunque perse.
Altezza di sella e consumo energetico

Un gruppo di studiosi statunitensi ha monitorato il comportamento di atleti d’elite del ciclismo su strada, impostando le loro biciclette a differenti valori di altezza di sella. I risultati raggiunti raccontano di valori di VO2 max (ovvero la massima quantità d’ossigeno esprimibile sotto sforzo) notevolmente differente tra chi aveva la sella regolata in modo giusto e chi no. Infatti a parità di distanza e di dislivelli affrontati, i ciclisti con sella regolata male esprimevano valori più elevati di V02 max e di conseguenza consumavano più energie e raggiungevano il traguardo più affaticati. Questo risultato è chiaramente collegato a quello che abbiamo raccontato nel paragrafo precedente, poiché l’altezza di sella influisce sul lavoro dei muscoli e quindi sull’energia effettivamente esprimibile sui pedali.
Il corretto posizionamento in sella
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Altezza di sella e biomeccanica della pedalata

Un equilibrio biomeccanico intende una perfetta connessione tra lavoro muscolare, forze esercitate e consumi energetici. Diversi studi hanno definito la posizione migliore per esprimere potenza sui pedali con il minor consumo energetico possibile. Questa posizione è definita KOPS (knee over pedal splinde), ottimizzando la posizione in sella del ciclista. Quando il pedale si trova parallelo al terreno, il ginocchio si trova alla stessa altezza del metatarso, ovvero nel punto di appoggio del piede sul pedale. Un ginocchio in questa posizione viene definito neutrale ed è ritenuta la posizione migliore per esprimere forza sui pedali e risparmiare energie. Se al contrario, modificando l’altezza di sella, il ginocchio si trovasse più avanti del metacarpo, si prediligerebbe l’espressione di potenza a scapito di aerodinamicità e di risparmio energetico. Il ginocchio nella posizione opposta, ovvero più arretrato rispetto il metacarpo, la comodità di seduta e di pedalata viene preferita rispetto alla potenza da esprimere. E’ una posizione da preferire nel cicloturismo o nelle granfondo, dove le lunghe percorrenze, i dislivelli e le ore passate in sella fanno pendere l’ago della bilancia verso una seduta più eretta.
Concludendo
Come abbiamo visto, l’altezza di sella non influenza solo la comodità in sella, bensì può modificare la postura, il lavoro e lo sforzo dei muscoli, la potenza esprimibile, l’affaticamento e l’aerodinamicità. Per cui è un parametro che va regolato alla perfezione. Una buona prassi è di norma quella di effettuare il calcolo tramite il modello matematico, riportare il valore ottenuto sulla bici, fare un’uscita più o meno lunga e registrare le sensazioni vissute.
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