Livigno è una località sospesa a 1.800 metri sul livello del mare, tra il confine svizzero e quello italiano nel punto più a nord della Lombardia.
Per arrivarci, occorre solcare passi che si chiamano Stelvio, Gavia, Mortirolo o Forcola e questo isolamento è valso a Livigno il riconoscimento di zona extradoganale: brevemente, a Livigno le merci in commercio sono prive di IVA, accise e tutte quelle cose che fanno sentire la mano dello stato sul prezzo finale. A causa di questa caratteristica, si è diffuso con gli anni una sorta di turismo dello shopping di persone a cui piace la montagna (che sono meglio dei commerciali) e tutte le attività correlate (che sono più piacevoli di quelle dei centri commerciali).
Traffico
Il territorio è spesso e volentieri coperto da neve per un lungo inverno e una breve ma spettacolare estate calduccia e luminosa. Quindi si scia un sacco di inverno, mentre d’estate si sfruttano le piste di sci di fondo per piacevoli pedalate poco impegnative, i sentieri di montagna per chi ha le gambe buone (o per chi ha un’e-mtb) o le strade asfaltate per ricorrere le grandi salite della storia.
Dopo il successo turistico dei mondiali di MTB del 2005, Livigno si è ritrovata con un bike park attrezzato che, sfruttando gli impianti di risalita invernali, è oggi in grado di offrire tra le migliori esperienze downhill e freeride in Europa. Da lì in poi è un crescendo di attenzione verso la bicicletta.
L’arrivo a inizio luglio è un continuo sfrecciare di tiratissimi ciclisti da corsa, gente che scende giù dalle montagne in DH, famiglie sulla ciclabile e signori non più giovani che sfidano e vincono il passo della Forcola.
La sala per spinning dell’hotel Alpen Village Le informazioni non mancano
Arriviamo all’Alpen Village Hotel che mancano pochi giorni all’inizio del Tour de France e ad aspettarci ci sono due ammiraglie della Tinkoff, in ritiro per ossigenarsi prima della grand boucle. Ci guardiamo attorno con attenzione, ma Contador non c’è, è partito da poco, dicono.
Alpen Village Hotel – Offerta Bike


C’è invece il Cecio, due anni da professionista, che ha vestito la maglia bianca al giro del 1989, per poi dedicarsi ad altre attività che non richiedessero additivi particolari. Oggi fa la guida in bicicletta e si sta preparando per l’Everesting, un appuntamento con la fatica che consiste nello scalare per 7 volte in un solo giorno il Mortirolo. Una di quelle sfide con sé stessi che ti fanno togliere il cappello. Il Cecio è una sorta di Pippo (l’amico di Topolino) da 18 mila km in bicicletta all’anno: un fascio di muscoli tesi e un’affabilità estrema. Alle pareti, foto del ciclismo eroico. Giù il cappello un’altra volta. È che Livigno la prima cosa che ti dice è “bicicletta” e a quel punto ti sembra normale anche che un hotel votato da sempre allo sci, abbia una bike room da 120 posti, in gran parte occupati da gioielli in carbonio, un mini pumptrack per bambini e centro noleggio bici di qualunque tipo, per qualunque disciplina (meccanico incluso). Cecio ci fa partire piano e ci consegna due ebike per uso urbano che usiamo per percorrere la ciclabile pianeggiante che va verso nord lungo il fiume Sproe ed entrare in centro a fare un aperitivo con bresaola e formaggi valtellinesi a pioggia, ovviamente.
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Il piano della giornata è di risalire l’Alpisella per arrivare alle sorgenti dell’Adda, poi giù fino ai laghi di Cancano, torri di Fraele – pausa.
Il percorso è a tratti impegnativo e la scelta di aver puntato su delle e-mtb si è rivelata vincente.
In più di un’occasione superiamo dei normali bikers ormai con la lingua di fuori, mentre noi ce la prendiamo comoda e facciamo foto a più non posso in una di quelle tipiche giornate estive con il cielo azzurro e la temperatura dell’aria appena sopra i 20°.
La terra qui parla di storie di contrabbando, resistenza al nazifascismo e isolamento dal resto del mondo per buona parte dell’anno. Le persone qui sono montanari genuini, schivi ma di cuore e sempre pronti a salutare chiunque incontrino e il nostro incedere è tutto un continuo “ciao, ciao”.
Torri di Fraele Lungo i Laghi di Calcano
A ogni pedalata il Cecio ci ricorda della polenta che ci aspetta alla malga e di colpo tutto il resto sembra essere diventato solamente una questione accessoria.
Il percorso è un po’ accidentato e con qualche pezzo un po’ tecnico facilmente affrontabili da chiunque sia abituato a tenere le mani su un manubrio.
Da qui, si pedala verso la polenta, alla Malga Trela , con una salita veramente tosta e impegnativa (ma non per noi che abbiamo puntato su una e-mtb) che porta dritti dritti con le gambe sotto il tavolo.
Malga Trela
Menù: tagliere di salumi e formaggi, chiscioi (frittelle di grano saraceno con cuore di formaggio fuso serviti con cicorino tagliato fine) e per gli altri (per noi era finita) polenta con condimenti vari, vino rosso della casa e torta ai frutti di bosco.
E mangiare il formaggio fatto con il latte della mucca che bruca l’erba accanto a te è una bella sensazione.
Dalla Val Trela si passa alla Valtort attraverso discese alle volte impegnative e si rientra a Livigno per doccia, sauna e tisana.
Dispiace un po’ di avere scelto un itinerario troppo breve, ma rimane la consolazione che nella zona ce ne sono ancora in abbondanza, ben segnalati e con panorami da togliere il fiato.
Alpen Village Hotel – Offerta Bike
Contenuto sponsorizzato da Alpen Village a Livigno