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Pedalare tra arte e natura: Cuneo, Valle Grana e Valle Maira

Pedalare tra arte e natura: Cuneo, Valle Grana e Valle Maira

Un piacevole itinerario che consigliamo di percorrere in sella alla bicicletta per andare alla scoperta del ricco territorio cuneese, è un anello di circa 70 chilometri che parte dal centro di storico di Cuneo per svilupparsi verso ovest, passando per la Valle Grana, la Valle Maira, l’incantevole Dronero e la Riserva Naturale Ciciu del Villar, per poi tornare a Cuneo città.

Cuneo
Cuneo città

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Da Cuneo alla Valle Grana

Da Piazza Galimberti, il salotto centrale della Città di Cuneo, si imbocca via Pascal per uscire dalla città attraversando la zona ovest del Parco fluviale Gesso e Stura. Si oltrepassa il fiume Stura passando sulla pedancola ciclopedonale Vassallo, ricostruita  dopo l’alluvione del 2000, e si pedala in piano immergendosi in stradine a bassa percorrenza. Lungo il percorso si incontrano poche macchine, qualche trattore e distese di campi e frutteti, oltre che deliziose chiesette e cappelle votive, che regalano nell’insieme uno scenario idilliaco alle porte della città di Cuneo.

Il percorso verso la Valle Grana è piacevole e per nulla impegnativo. L’assenza di traffico permette agli occhi di spaziare lungo la vallata alpina il cui paesaggio ha subìto ben poche modifiche nel corso dei secoli. L’area pianeggiante e agricola che si incontra è un’eccellenza nel settore della produzione biologica, in particolare nella coltivazione di cereali e grani antichi. Oltre che per la produzione di cereali la Valle Grana è famosa anche per lo zafferano e i formaggi, in particolare è patria del Castelmagno, re della cucina piemontese.

Gelapajo Vallera
Ricarica biciclette elettriche, Vallera

Superati Cervasca e Bernezzo si passa per Vallera dove è possibile gustarsi un cremoso gelato da Gelapajo un amico dei ciclisti che offre anche uno spazio attrezzato per la manutenzione e la ricarica delle biciclette.

Arrivati nel Comune di Valgrana, gli amanti dell’arte possono optare per una visita all’Ospizio della Trinità, un edificio del Quattrocento destinato ad accogliere i pellegrini. Questa piccola struttura conserva sulla facciata esterna una rappresentazione alquanto blasfema della Trinità, raffigurata in sembianza umana. Questo tipo di raffigurazione fu considerata eretica verso l’ortodossia e per questo rimossa pressoché ovunque, tranne a Valgrana dove c’è uno dei pochi esempi rimasti. Questa è l’eredità forse del Marchesato di Saluzzo, che si prendeva cura della diffusione libera di arte e cultura. Anche la piccola Cappella di San Bernardo, risalente al ‘400, merita un passaggio per osservare i coloratissimi e spiritosi affreschi che racchiude.

Proseguendo l’itinerario in direzione di Dronero si consiglia una deviazione per far visita all’interessante Filatoio Rosso di Caraglio, il più antico setificio rimasto in Europa. Edificato tra il 1676 e il 1678 è stato magistralmente recuperato ed è oggi sede di un museo e spazio espositivo, virtuoso esempio di trasformazione da fabbrica di seta a fabbrica culturale. Aperto alle visite didattiche, nel Filatoio Rosso di Caraglio è possibile rivivere il processo produttivo della seta e la sua evoluzione nel corso della storia, con la riproduzione del sistema tradizionale di filatura a doppio ritorto anche grazie alla ricostruzione fedele dei complessi macchinari di un tempo. La struttura è inoltre sede della Porta di Valle in cui è possibile ricevere informazioni turistiche e acquistare i prodotti tipici del territorio.

Filatoio seta Caraglio
Filatoio Rosso di Caraglio

Dronero e la Valle Maira

Superato Caraglio si pedala in direzione Dronero, entrando nella meravigliosa Valle Maira, una valle alpina molto amata da chi pratica trekking e da chi ama gli sport outdoor. Permeata profondamente dalla cultura occitana, la Valle Maira è un territorio accogliente che richiama in ogni stagione visitatori e turisti appassionati di natura, cultura e sport. La naturalezza dell’ospitalità è rallegrata dai suoni della lingua e della musica occitana, che con la ghironda fa ballare nelle feste popolari giovani e anziani insieme.

Dronero
Dronero, il Ponte del Diavolo

La città di Dronero sorge a 621 metri di altitudine ed è un gioiello incastonato alle pendici delle montagne che segna l’ingresso nella Valle Maira. Città di origine medioevale, Dronero deve il suo nome alla leggenda del drago nero che si dice abitasse la zona. Conserva uno straordinario patrimonio architettonico di monumenti, chiese e case nobiliari di rara bellezza. Prendetevi il tempo per percorrere i vicoli, le piazze e i portici di questo incantevole borgo e soffermarvi a guardare il panorama dall’incredibile ponte del diavolo, un ponte merlato a strapiombo sul torrente Maira.

Sempre a Dronero c’è un antico mulino in pietra ancora in funzione in un territorio dove la produzione di cereali e la trasformazione delle farine è ancora una ricca e ricercata tradizione. E’ possibile fare un tour dell’antico Mulino della Riviera di Dronero guidato direttamente dalla famiglia Cavanna per scoprire come vengono prodotte le speciali farine, come funzionano le macine in pietra, come l’acqua spinge le ruote del mulino, per arrivare fino ad assaggiare i prodotti nel biscottificio.

Il ponte tibetano e la Riserva Naturale Ciciu del Villar

Dalla frazione Monastero di Dronero si raggiunge Morra Villar San Costanzo attraverso la pedancola sul Maira, un ponte tibetano lungo 70 metri sospeso sopra uno spettacolare sbalzo di 20 metri che solletica l’adrenalina. Si prosegue poi per la località di Villar San Costanzo dove è consigliata la sosta nella frescura della piccola e incantevole Riserva Naturale Ciciu del Villar, un’area unica dal punto di vista naturalistico per le sue peculiarità geologiche. I “Ciciu” o fantocci di pietra, sono un fenomeno di erosione molto particolare e nella riserva è possibile passeggiare scoprendo massi a forma di fungo gigante che percorrono la leggenda di San Costanzo che, a seconda delle versioni della storia, trasformò i propri nemici in pupazzi di pietra, i Ciciu, appunto.

L’anello si chiude pedalando i rimanenti 20 chilometri attraverso strade secondarie a bassa percorrenza, tra alberi da frutto e campi coltivati in un paesaggio distensivo e agreste. Il percorso è pianeggiante e arricchito da tipiche cascine piemontesi e minuscole frazioni di campagna chiamate “Tetti” fino a raggiungere Madonna dell’Olmo e il suo Santuario, che richiama le linee dell’arte barocca molto diffuse nel cuneese. Da qui si costeggia la ferrovia per rientrare nel Parco fluviale Gesso e Stura fino all’ingresso nel centro storico di Cuneo.

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[Contenuto realizzato in collaborazione con il Comune di Cuneo]