Rovereto in bici e il Forte Pozzacchio

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Ci sono posti con una naturale propensione per quello che mi piace chiamare il cicloturismo fuori strada, dove si possono abbinare temi culturali a splendide pedalate nella natura e Rovereto è un posto tutto da scoprire, con diverse possibilità: dall’enduro sul Monte Zugna (quest’anno in gran voga tra i bikers tedeschi in vacanza al Lago di Garda) a percorsi enogastronomici ed artistici tra la ciclabile del Sole e le campagne a fondo valle, con la strada dei sapori e del vino della Vallagarina e il MART, museo di arte moderna e contemporanea tra i più importanti d’Europa. Dal centro (situato a 200m di altitudine) si possono raggiungere in bici i 1600m del Monte Finonchio, i 2000m del Monte Pasubio, le Piccole Dolomiti e molto altro. Ma questa era anche una zona di confine con l’impero austro-ungarico dove si sono combattute grandi sanguinose battaglie nel corso della Prima Guerra Mondiale e l’itinerario di oggi ci porterà dalla città sul Monte Pasubio al Forte Pozzacchio – Werk Valmorbia, una delle più incredibili costruzioni militari dell’epoca, interamente scavata nella roccia.

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Mappa

Altimetria

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Traccia gps | Mappa kml

Partiamo da piazza del Grano a Rovereto, in pieno centro storico, sotto una lapide che ricorda i soldati roveretani partiti per la guerra e non hanno mai fatto ritorno. Passiamo da piazza del Podestà dove, a fianco del mortaio Skoda del 1916 vi sono le statue di Fabio Filzi e Damiano Chiesa, eroi irredentisti. Usciti dal centro e superato il MART, saliamo verso il “bosco della città” dalla frazione S. Ilario: un breve tratto ripido e poi un lungo sterrato tra vigneti ci conducono a questo bosco attrezzato molto frequentato dagli amanti in particolare della corsa, della mountain bike e del nordic walking. Continuiamo a salire fino a Zaffoni, per scendere a Noriglio ed infilarci in un sentiero poco conosciuto anche dai locali, che porta nella valle di Trambileno alla frazione Ca’ Bianca. Qui il torrente Leno ha creato delle pozze d’acqua cristallina, meta di pomeriggi di relax nelle calde giornate estive. Adesso invece in autunno, sono gli alberi a destare il nostro stupore. Questa valle ha un piccolo canyon sconosciuto di grande impatto, che noi possiamo osservare da uno strapiombo spettacolare, scendendo poi alla strada asfaltata attraverso un single track impegnativo ma molto breve. Superato il ponte sul Leno di Terragnolo riprendiamo la salita verso le frazioni di Trambileno e giunti all’abitato di Boccaldo ci soffermiamo al cimitero militare austro-ungarico; siamo già a 600m di quota, stiamo per entrare nel bosco del “pian del Levro”, la parte più panoramica del tour, avvicinandoci alla nostra meta.

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Superato anche Pozzacchio inizia uno sterrato ripristinato e messo in sicurezza in concomitanza con i grandi lavori di restauro e recupero della struttura militare, durati anni; nel 2015 è stato aperto al pubblico il nuovo compendio, costituito dal sistema fortificato nella roccia, da un percorso con totem esplicativi e da un piccolo nuovo edificio che ricorda una baracca militare, sede di un piccolo bar-ristorante. L’intervento nel suo complesso è architettonicamente forte e personalmente mi piace molto – in generale – notare la differenza tra vecchio e nuovo. L’architetto ha sostanzialmente mantenuto intatte le parti originali (per lo più costituite da roccia e cemento) e aggiunto passerelle, pedane e scale in ferro in tinta arancione, creando un percorso museale eccezionale e rendendo accessibili e in sicurezza parti del forte altrimenti non visitabili. La natura tutto attorno è verdissima e si vede tutta la Vallarsa, dalla Vallagarina alle Piccole Dolomiti, ai confini col Veneto. Il forte è gestito da STEVAL, un’associazione locale che cura anche il bar e il servizio (su prenotazione) di visite guidate con appassionati e preparati volontari. La visita guidata richiede almeno un’ora di tempo ed è bene avere con sé, anche d’estate, un abbigliamento adatto al freddo e all’umido.

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Il forte era stato costruito dagli austriaci che non lo terminarono e già nel 1915 gli italiani se ne impossessarono, per perderne il controllo l’anno successivo in occasione della tristemente nota spedizione punitiva Strafexpedition. Si calcola siano morti circa diecimila soldati sul Monte Pasubio, tra combattimenti, freddo ed epidemie. Dopo la visita guidata ed un ristoro nel moderno bar del forte riprendiamo la bici, ripercorrendo a ritroso la sola parte del Pian del Levro fino a Boccaldo, saliamo solamente per 100m di quota alla frazione di Pozza di Trambileno da cui parte una bella strada sterrata nel bosco lunga 4km tutta in discesa fino all’abitato di Ca’ Bianca da cui scendiamo a Rovereto soffermandoci ad osservare l’eremo di San Colombano, una chiesa attaccata ad una roccia verticale.
Per un aperitivo o una cena a Rovereto, consiglio a tutti il ristorante Silenzio.

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