Itinerari

Vezzena – Asiago: in bici sulla “100 km dei Forti”

Questa storia in sella alla MTB si sviluppa lungo i percorsi della Grande Guerra 1915-1918 passando per i sentieri meglio noti come “la 100 Km dei Forti”.

Bagarre 01

Non lasciatevi fuorviare dal titolo di dannunziana fattura, forti non nel senso di “duri a morire” ma semplicemente perché questa storia in sella alla MTB si sviluppa lungo i percorsi della Grande Guerra 1915-1918 passando per i sentieri meglio noti come “la 100 Km dei Forti”. Quelli che furono, un tempo, teatri cruenti di questa guerra. L’occhio corre agli immensi spazi degli altopiani ed al mare verde, verso le cime lontane; prati con mucche al pascolo e circondati da foreste, costellati di malghe e casolari, segnati dalle crude testimonianze della follia umana che si materializza e concretizza nei ruderi di quella che fu la linea dei forti sul fronte fra Italia ed Austria.

Il percorso che abbiamo scelto, si sviluppa ai confini con Asiago ed i Sette Comuni e gli altopiani di Lavarone e Luserna, appoggiati ad una quota media attorno ai mille metri. Lavarone fu località turistica dell’alta borghesia e della nobiltà viennese, guadagnandosi una tal fama da incuriosire perfino Sigmund Freud che qui passava il suo riposo. Luserna, l’altro paese dell’altopiano, è abitato dai Cimbri, “fiera” minoranza etnica d’origine tedesca, sopravvissuta a quest’era di omologazione, custode di usi, tradizioni, costumi e con lingua tutti da scoprire.

Nei boschi, verso le prime malghe, d’estate si trovano funghi di ogni genere e soprattutto gli splendidi porcini (boletus edulis). Quindi, anche se forti non siamo, per parafrasare il citato D’Annunzio “Memento audere semper” ci siamo sentiti in vena di osare e saltare in sella per affrontare questa nuova impresa.

segnaletica 100 dei forti

Mappa

Altimetria

altimetria-asiago

Traccia gps gps Mappa kml mappa

Primo giorno Luserna – Passo Vezzena
Punto di partenza: Luserna mslm 1330
Punto di arrivo: Passo Vezzena mslm 1410
Lunghezza totale : Km 22
Dislivello : 300 mt
Difficoltà : media

Una tappa di ambientamento e di assaggio delle nostre forze, per noi gente di pianura abituati alle nebbie ed all’umidità. Il tempo ci sorride ed il sole mostra la sua fiera chioma diradando le nubi che ci avevano un po’ scoraggiato in mattinata. L’itinerario proposto ricalca parzialmente la traccia ben segnalata del percorso della 100 dei Forti ma consente diverse varianti per poter abbreviare il percorso, in effetti la strada asfaltata che da Luserna passando per Malga Millegrobbe raggiunge Passo Vezzena prevede soli 8 Km con una pendenza modesta (6%).

Da Luserna lungo il sentiero 621b fino al bivio di Malga Campo dove viene segnalato il percorso della 100 Km dei forti ci inoltriamo per il nostro sforzo, prima tappa il Forte Campo di Luserna a pochi chilometri appena fuori l’omonima località e meta d’obbligo per la prima sosta, già la prima salita a freddo si fa sentire (pendenza 10%) ma è solo l’inizio e lo sforzo è ben ripagato dalla meravigliosa natura che ci circonda.

Meccanica per MTB e Bici da trekking

Corso online

Scopri di più

La pedalata continua su percorso in saliscendi fino a quando uno splendido altopiano si apre innanzi alle nostre ruote e ci permette di raggiungere Malga Millegrobbe, da qui si può effettuare una deviazione percorrendo la strada asfaltata e raggiungere il Passo Vezzena direttamente e rapidamente, ma l’ipotesi di essere dei mordibi sul percorso dei “forti” ci ripugna e quindi si prosegue lungo il sentiero marcato 100 dei forti ed E5 verso Malga Laghetto, in discesa in mezzo alla foresta fino a raggiungere Monte Rovere. In lontananza, le campane di Lavarone ( e in vicinanza lo stomaco) ci ricordano che il mezzodì è arrivato e quindi, un lauto ristoro a base di delizie locali, speck e formaggi per un panino delizioso.

Solo 5 Km ci separano dalla vetta e proseguiamo sul sentiero marcato con il numero 205 verso Baita del Cangi e Cima Vezzena, un’altra salita ci si para innanzi ma è presto esaurita.
La doccia ed il “fiero pasto” sono la lieta conclusione di questa prima tappa e neppure la pioggia notturna porta pensiero, il biker sazio si corica fiducioso attendendo il sole del nuovo giorno.

Pascoli e Bike

Secondo giorno Passo Vezzena – Campo Rovere
Punto di partenza: Passo Vezzena mslm 1410
Punto di arrivo Camporovere mslm 1055
Lunghezza totale : Km 48
Dislivello : 1393 mt
Difficoltà : duro

Una tappa più “sostanziosa” dopo l’ambientamento e di nuovo la fortuna, sotto forma di un radioso sole, ci sorride ed invita alla pedalata. Ancora una volta sui sentieri della grande guerra, sul percorso intitolato “sentiero della pace” riprendiamo il sentiero fino alla prima tappa, il Forte di Busa Verle , dove ancora sono visibili tracce delle trincee circostanti. Lo scenario è suggestivo, il panorama e la bellezza dei luoghi inducono a pensare alla contraddizione tra lo spettacolo che ci si para innanzi e la sofferenza degli anni passati quando era più saggio tenere bassa la testa.

Il percorso lambisce il forte e prosegue in direzione di Malga Porta Manazzo, verso la successiva tappa a Malga Larici a m. 1658 dove la fame ed il restante percorso da affrontare ci spingono ad una sosta per chiedere panini e bibite, forse siamo troppo affamati e la nostra foga è tanta che ci richiamano alla calma, c’è né per tutti! Eppure siamo appena partiti, la fame dovrebbe essere ancora quiescente ma il nostro spirito da slow-bike pare prendere il sopravvento, quanti Km si fanno con un panino ?? Forse il nostro motore consuma troppo!

Si riparte, giù a volo d’uccello, come rapaci in caccia della preda la ruota grassa copia il terreno nella più classica delle “bagarre”, ma presto la risalita esige il suo tributo di fatica e sudore. Sul sentiero marcato con il numero 826 fino a Bocchetta di Portule la strada s’inerpica ai 2000 mslm, il tempo cambia con la rapidità di un batter d’occhi e le nubi che corrono lambendo i fianchi alle montagne sembrano profondersi in candide carezze ed aprono squarci di paradiso sulle valli sottostanti richiamando alla nostra memoria le parole di Ungaretti “m’illumino d’immenso”.

Ma la poesia è di breve durata, nuovamente il nostro “motore” esige il pieno ed ecco che il provvidenziale panino e la bibita che avevamo preso alla malga ci vengono in soccorso, curioso come in questi frangenti della vita, il gusto dei piaceri semplici, facciano dimenticare tutto il resto. Discesona fino al bivio di Campo Gallina dove si abbandona il sentiero 826 per quello numero 830 ed 833, e gran finale in vista della nostra meta, Camporovere, giornata tosta per bikers veri, dopo il timido assaggio di ieri anche se alcuni affamati perdono nuovamente i lumi della ragione e si avventano su alcune brioches, vergogna…

Verso Baita Larici 03

Terzo giorno Camporovere – Luserna
Punto di partenza: Camporovere mslm 1055
Punto di arrivo Luserna mslm 1330
Lunghezza totale : Km 48
Dislivello : 1565 mt
Difficoltà : duro

Un cielo di un azzurro turchese da incorniciare si spalanca alla nostra vista, quindi una lauta colazione e “lancia in resta” per quella che si presenta come la giornata più bella, ma anche la più dura. La salita verso Monte Verrena si sviluppa dalla località di Roana con imbocco a Baita Laghetto sotto un bosco ammantato d’incanto, la rugiada ancora piove dalle fronde e lascia un alone di poetico allo sfondo, manca solo di vedere apparire un capriolo oppure un folletto…

Sono 18 i Km che ci dividono dalla meta ma sono “regolari” e ci consentono addirittura di intonare allegri canti in una specie di revival juke-box dove la canzone addirittura è a tema, siamo ciclisti “morbidi” e la prestazione ha un’importanza relativa, la nostra è un’allegra combriccola e l’andare festoso per monti è una costante, dove ogni biker è un fratello e non l’avversario; dove una mano tesa all’amico in difficoltà è la regola e dove anche l’ultimo non è mai un fardello ma un compagno d’avventure. Ma il casuale incontro con dei “teutonici” bikers fa scattare la molla per un impeto d’orgoglio nazionalistico e tutta la verve del nostro gruppo, almeno della parte più in forma, prorompe in una sfida all’ultimo colpo di pedale.

Gli ultimi 300 metri sono una sfida, il percorso diventa più impegnativo e l’esperienza di tanti anni in MTB diventa fondamentale, primi alla vetta !! Ma che fatica !! ed alla prima malga sul percorso, ottimo vinello, polenta e luganega rivelano ancora una volta tutto il nostro standard. Sazi e barcollanti per i fumi alcolici, ripartiamo lungo il sentiero numero 820 da Malga Camporosa, altopiani meravigliosi e foreste passano davanti ai nostri occhi e lasciano nella mente splendide istantanee, ricordi da conservare gelosamente come ricostituente per i momenti grigi, siamo all’ultimo bivio ed una scelta s’impone, abbreviare il percorso riguadagnando l’asfalto per la Malga Millegrobbe incrociata nel primo giorno oppure seguire il percorso originale con una bella discesa ma anche altrettanta risalita lungo il sentiero 621b.

Il gruppo si divide ed “only the braves”, solo tre audaci insistono tenacemente fino all’ultimo metro. Quindi discesa mozzafiato ed altrettanta risalita per riguadagnare il bivio che nella prima tappa ci aveva condotto al Forte Campo di Luserna, fiato corto e lingua srotolata sul manubrio ma da qui (con una certa soddisfazione ) è tutta discesa fino al punto di arrivo, Luserna, dove anche noi “audaci” possiamo dire con soddisfazione che l’impresa è compiuta.

sentiero della pace

Riepilogo e suggerimenti

Il percorso della 100 Km dei Forti, anche nella versione da noi adeguata non è adatto a tutti, anche se ben pianificato con tappe brevi poiché dislivelli sono spesso impegnativi ed occorre una certa esperienza e pratica nell’uso della MTB ed un certo allenamento, ma non occorre lasciarsi scoraggiare, come dire, se ce l’abbiamo fatta noi. Il percorso può essere affrontato solo in MTB, si sviluppa per l’ottanta % su percorsi sterrati ed alcuni tratti sono abbastanza tecnici, comunque sia non è necessario disporre di un mezzo ammortizzato oppure bi-ammortizzato anche se il beneficio è davvero notevole, specie nella lunga discesa che da Bocchette Portule conduce a Camporovere.

Si può provvedere ad organizzare un servizio di trasporto dei bagagli in loco, per essere più liberi e snelli sul percorso e per consentire di portare con sé qualche comodità in più. In questo modo potete preparare un bagaglio (non più di una piccola valigia) che può essere prelevato dalla località di partenza al mattino che vi verrà trasportato alla località di arrivo per quando avrete terminato l’escursione, pronto per l’uso, una bella comodità. È comunque consigliabile prevedere di portare con sé un piccolo zaino dove riporre alcuni indumenti per un cambio oppure per coprirsi, il tempo è variabile e non è difficile imbattersi in un breve rovescio oppure in un temporale ed è quindi saggio portare con sé una copertura impermeabile per bagaglio e ciclista. Inoltre un ricambio d’abito consente di coprirsi mentre si sosta per consumare un piccolo spuntino lungo il percorso senza restare sudati all’addiaccio. A proposito dello spuntino e delle bibite, lo zaino sarà utile non solo per gli indumenti ma anche per portare vettovaglie, panino, barrette e bibite o liquidi, anche se lungo il percorso incontrerete diverse malghe che offrono la possibilità di rifocillarsi, non si può mai sapere quando la fame colpirà e quindi è d’uopo prevenire.

Non mancano le possibilità per progettare varianti al percorso e cercare di abbreviare l’itinerario nell’eventualità di stanchezza o delle avverse condizioni del tempo. Per la seconda tappa, da Malga Larici si può scendere lungo la via asfaltata che intercetta la strada che congiunge Passo Vezzena con Camporovere. Per la terza tappa da Monte Verrena si può evitare di raggiungere la vetta e procedere verso Malga Camporosa e seguire il sentiero della pace che riconduce a Monte Cucco e quindi alla strada di Malga Millegrobbe per poi scendere agevolmente a Luserna.

Il percorso può risultare impegnativo e le cosa da vedere sono molte, quindi si può pianificare una giornata di sosta a Camporovere oppure ad Asiago e prendersi tutto il tempo per esplorare la zona. Per pianificare un’escursione analoga, per coloro che sono dotati di navigatore satellitare, sul web si trovano diversi siti che rendono disponibili le tracce gratuitamente, basta scaricarle e “pregare” che il navigatore non vi abbandoni a metà percorso.

La cartografia risulta sempre utile e quindi la mappa della zona non deve mai mancare nel vostro zaino, consigliamo la carta cicloturistica 631 Altopiani di Folgaria Lavarone e Lucerna scala 1 : 25.000, e la carta cicloturistica 623 Altopiano di Asiago scala 1 : 25.000.

Forte Campo 04

Storia e informazioni

Questa zona fu strategica durante la prima Guerra Mondiale, gli austro-ungarici la fortificarono a partire dal 1907 con un poderoso sistema di trincee, camminamenti, casematte, torrioni, in previsione di uno scontro militare con l’Italia. La “grande guerra” arrivò sull’altipiano nel fatidico luglio del 1914 con la dichiarazione di guerra dell’Austria-Ungheria alla Serbia e nel maggio del 1915 l’altipiano di Lavarone diventò la prima linea del fronte.

Oggi, ruderi ed alcuni forti ancora visitabili sono toccati dal “Sentiero della Pace”, l’itinerario che attraversa l’intero Trentino ricalcando la linea del fronte lungo la quale si fronteggiarono alpini e kaiserjaeger. Per le informazioni ci siamo limitati a quanto attinente con il tema del percorso, in relazione alla grande guerra, ma una visita all’altopiano dei sette comuni offre anche altre mete interessanti il Duomo di S.Matteo Apostolo, le incisioni rupestri della Val D’Assa ed il Bostel di Rotzo (villaggio di montagna risalente all’età del ferro).

Lavarone – Forte Belvedere
Realizzato negli anni 1908 – 1912 dal “Genio” militare autroungarico, il forte aveva un ruolo difensivo per la città di Trento in un settore particolarmente esposto agli attacchi Italiani. Costruito per resistere a pesanti bombardamenti, con strutture corazzate in calcestruzzo ed acciaio e con centinaia di metri di gallerie scavate nella roccia era massima espressione della tecnica costruttiva militare di quell’epoca. Ospitava una guarnigione di 200 soldati, venne sottoposto durante la guerra a pesanti bombardamenti da parte delle artiglierie Italiane di Porta Manazzo, Campolongo e Campomolon. Solo nel primo anno di guerra, secondo i dati, ricevette 1800 colpi di grosso calibro da parte delle postazioni Italiane ma seppe resistere in quanto, non appena i bombardamenti cessavano, i soldati di guarnigione provvedevano alle riparazioni. Questo forte, diversamente da altri, è scampato per espresso volere di Re Vittorio Emanuele III, alla demolizione avvenuta negli anni 30 ad opera del fascismo per la campagna del recupero del ferro. Oggi il forte è museo di sé stesso e dei tristi eventi della guerra.

Luserna – Rovine di Forte Campo Luserna
Forte Luserna si trova sull’altura di Cima Campo a 1549 m. Il forte era un opera difensiva che assolveva al compito di presidio e sorveglianza della Val d’Assa e Val Torra, unitamente a due avamposti Viaz ed Oberwiesen a cui era collegato attraverso gallerie lunghe diverse centinaia di metri. Dotato di un poderoso armamento, il forte era stato “affettuosamente” ribattezzato dai militari Italiani con il nome di “Padreterno”. Data la sua posizione a difesa di un’area che il comando Italiano riteneva strategica, durante i primi cinque giorni di guerra fu sottoposto ad un’incessante bombardamento allo scopo di distruggerlo oppure farlo capitolare. Il bollettino di guerra riporta notizie di un ininterrotto fuoco di artiglieria nei giorni 25 maggio 1915 – 28 maggio 1915 con più di 5000 colpi sparati. Il forte riportò notevoli danni, torri corazzate abbattute, corazza spaccata e guarnigione nel panico tanto che venne issata bandiera bianca. I vicini forti Austro-Ungarici di Belvedere e Verle, avvistata la bandiera di resa ed al fine di impedire l’avanzata Italiana e perdere il forte, iniziarono un intenso fuoco di sbarramento antifanteria (i micidiali Shrapnels) inviando nel contempo una spedizione al forte Campo per strappare la bandiera bianca e riconquistare la posizione. Forte Campo non ebbe la fortuna di scampare alla campagna di recupero dei metalli, tuttavia sono iniziate negli ultimi anni interventi di recupero ed oggi il rudere è visitabile ed ancora custodisce memoria degli eventi passati.

Passo Vezzena – Forte Verle (Busa Verle)
Realizzato sulla cima Vezzena a 1554 m, fu il primo forte ad “aprile il fuoco” nel maggio 1915 verso gli altopiani. Diverse volte le truppe Italiane tentarono di espugnarlo ma senza successo. Come per forte Campo non ebbe la fortuna di scampare alla campagna di recupero dei metalli nell’era fascista ed oggi è ridotto ad un rudere (recintato e non visitabile).

Canove – Museo della Guerra 1915-1918
Costruito nel 1974 come testimonianza ed a memoria degli orrori della guerra che hanno martoriato questi luoghi. Una visita interessante per un percorso attraverso reperti, documentazione fotografica e ricostruzioni di quella che era la vita dei militari di ambo gli schieramenti. Da ciclisti, abbiamo avuto il piacere di trovare una bici da bersagliere che, già all’epoca, era bi-ammortizzata!

Asiago – Sacrario Militare
Opera monumentale, posta sopra un colle che domina Asiago e l’altopiano, e si può raggiungere percorrendo il Viale Degli Eroi. La costruzione del sacrario è iniziata nell’agosto del 1932 e terminato nell’ottobre del 1936, è dimora dei resti di migliaia di caduti del Primo Conflitto, costato 1200 giornate di lavoro e 4.300.000 lire venne inaugurato il 17 luglio 1938 alla presenza di Re Vittorio Emanuele III. All’ingresso due piccoli musei ( posti a destra ed a sinistra dell’entrata principale) con reperti e fotografie del conflitto. Suggestivi i lunghi corridoi costellati di lapidi di 33.086 caduti Italiani e di 18.505 autroungarici a ricordo e testimonianza della barbarie della guerra.

Sacrario 01

Gastronomia

Considerato lo spirito da Gourmet che abbiamo descritto, non potevamo mancare di approfittare della buona cucina anche se abbiamo trascurato la parte ittica. Siamo in una zona di confine al limitare di due regioni, Veneto e Trentino Alto Adige ed è naturale una sorta di sana concorrenza e di orgoglio per i prodotti locali, per non scontentare nessuna delle parti abbiamo assaggiato quanto più possibile, con la scusa di farlo per voi. Per la carne, il rinomatissimo speck è un prosciutto crudo leggermente affumicato e ben stagionato, a Folgaria viene prodotto fino dal 1898 ma anche quello di Asiago ha una tradizione altrettanto “stagionata”. Lavorazione tradizionale, lunga stagionatura e salatura moderata, ottimo sostegno per il panino del ciclista.

Formaggi: per la zona Trentina il formaggio di Vezzena, prodotto negli ampi pascoli di Passo Vezzena, Luserna, Lavarone e Folgaria è un formaggio pregiato che richiede una stagionatura di circa due anni ma è possibile trovare anche una versione più giovane, il mezzano. Per la zona Veneta, il formaggio Asiago DOP è certamente più rinomato, prodotto dalle malghe distribuite su tutto l’altopiano, si presenta in due varietà, “pressato” e “d’allevo” che differiscono tra loro per il periodo di stagionatura e per la lavorazione ma comunque sempre ottimo.
Vini del versante Trentino: questa volta la notorietà gioca a favore di questo versante, Marzemino, Teroldego, Chardonnay, Cireis, Pradaia tutti proposti in abbinamento alla squisita cucina locale.
Vini del versante Veneto: nonostante la bilancia penda a favore dei vini trentini, ottimo il Pinot Bianco o Nero Breganze che proviene da vitigni ai piedi dell’altopiano di Asiago.
In abbinamento ai vini consigliamo di provare i seguenti piatti.
Gnocchi di Ricotta: primo piatto tradizionale molto diffuso anche in Alto Adige; si prepara impastando la ricotta, farina, uova e pane grattugiato. Si unisce poi burro e formaggio grana o ricotta salata.
Polenta di patate: è un’antica ricetta contadina con farina gialla mescolata ad un soffritto di cipolla e patate bollite. Dopo aver ridotto a purea tutto il composto, viene utilizzato, come piatto unico, accompagnandolo con carni stufate o formaggi.
Carne Salada e fagioli: tipico piatto. La carne salada è la coscia di bue conservata in salamoia, questa viene tagliata a fettine e scaldata leggermente sulla piastra. La si serve con fagioli bolliti e conditi con olio d’oliva. Nei ristoranti lo si serve spesso come antipasto.

Ma non c’è limite alle scoperte quando la fame chiama, quindi assaggiare ed ancora assaggiare per poi concludere con il famosissimo strudel, ma anche con un occhio alla linea.

Asiago

Commenti

  1. Avatar Giancarlo ha detto:

    Buona sera, secondo voi e’ possibile fare questo meraviglioso itinerario con una bici gravel?

  2. Avatar claudio ha detto:

    Ciao Roberto il mio indirizzo mail è [email protected]. Quest’anno oramai non credo ma il prossimo anno sicuramente lo proporrò al gruppo. Ciao e grazie
    Claudio

  3. Avatar Roberto ha detto:

    Claudio, ciao e grazie.
    Si tenta sempre di fornire dovizia di dettagli, non si sa mai che qcuno volesse ripercorrere le ns avventure. :-)
    Sul trasporto ci sono due opportunità.
    Se il giro è un pacchetto organizzato da un operatore, in genere è questo che si preoccupa degli spostamenti (di norma appoggiandosi agli alberghi o alle strutture ricettive).
    Nel nostro caso, abbiamo concordato direttamente con un trasportatore locale.
    Accordando preventivamente quantità e peso bagaglio per ogni partecipante, quali e quanti spostamenti e relativi orari.
    Se sei interessato, forniscimi un tuo indirizzo mail e ti mando tutti i dati.
    Puoi scrivere a [email protected]
    Saluti e bici

  4. Avatar claudio ha detto:

    Innanzitutto compimenti per la minuziosa descrizione e per lo stupendo percorso. Volevo chiederti un paio di cose, come avete fatto con i mezzi (vedo che non è un percorso circolare) e a chi vi siete appoggiati per il trasferimento dei bagagli (…grande idea!!!!) Ciao e complimenti ancora!
    Claudio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *