A voi una breve chiacchierata con Mauro Talini, cicloviaggiatore diabetico di Massarosa che si racconta ad bikeitalia.it
1) Vai Mauro, presentati al volo!
Ciao a tutti sono Mauro Talini ho 38 anni, giro il mondo da alcuni anni per portare a tutti il mio messaggio di speranza che è racchiuso in una frase: il diabete non è un limite, essendo diabetico insulino dipendente dal 1984. Dopo aver pedalato dall’ Italia a Capo Nord, Gerusalemme, Fatima, Santiago de Compostela, Lourdes. Czesthochowa, Berlino, Amstredam e in tanti altri posti d’ Europa, nell’ultimo viaggio ho attraversato il Sud America partendo da La Paz (Bolivia) San Paolo (Brasile) Buenos Aires (Argentina) arrivando dove oltre non si può andare Ushuaia (Argentina) visitando i centri dove operano le Missionarie dell’Immacolata Padre Kolbe.
2) Perché proprio la bici?
Fin dall’adolescenza ho sempre fantasticato di partire un giorno in bici, a piedi o in moto e di girare il mondo. Ma la bici è sempre stata nel mio DNA!
3) Quali accortezze devi seguire durante un viaggio?
I mesi che trascorro a casa prima del prossimo viaggio vivo in funzione della partenza e una volta decisa la meta, informazioni su internet, libri, incontri con altri che hanno fatto magari un pezzo del mio percorso ma anche se partissimo con tutti gli accorgimenti possibili ma senza la convinzione interiore di quello che vogliamo fare, e perchè, tutto sarebbe inutile…
4) I momenti di peggiore sconforto e gioia?
Lo sconforto e la gioia sono come una bilancia… Rimanendo all’ultimo tour del Sud America ricordo l’impantanamento in Bolivia…e i giorni a seguire il caldo torrido rischiando di rimanere senza acqua…i 126 km in 15 ore controvento in Patagonia, ogni km un successo… E la gioia dirò una cosa banale ma è l’andare, fermarsi per una foto, un panino, un incontro, un sorriso che quando siamo in viaggio siamo anche più disposti, trovare il pernottamento e tanto altro…
Considero questi come i “Viaggi dell’Anima”, che racchiudono gioia, sofferenza, interiorità, razionalità, irrazzionalità e al tempo stesso sono una sfida continua, nella consapevolezza dei miei limiti.
5) Pensi che sia stato proprio il diabete la molla per compiere le tue avventure?
E’ uno dei motivi, poi c’è la sfida con me stesso, la ricerca di Dio e posso dirvi che la cosa più bella di questi giri è aver ritrovato la fede in Gèsù e Maria, abbinare bici e preghiera è stato come una magia! Viaggio in solitaria per scelta ma con loro non sei mai solo!
6) Collabori con un’associazione? Di cosa vi occupate?
Si, l’AIPK Onlus, infatti, nasce nel novembre 2002 e risponde al desiderio dell’ Istituto delle Missionarie dell’Immacolata Padre Kolbe e di alcuni laici di testimoniare, concretamente, come sia possibile farsi prossimi ai più bisognosi, promuovendo progetti volti a fornire aiuti necessari ai Paesi in via di sviluppo attraverso la formazione integrale della persona, garantendo l’istruzione, l’educazione culturale e professionale di bambini e adulti e l’assistenza sociale alle famiglie mediante iniziative di diverso genere.
7) Prossimo viaggio?
………. Ci sto lavorando, anzi ci stiamo lavorando con l’Associazione per poter articolare nel migliore dei modi le “3 S” Sport, Salute e Solidarietà e auguro a tutti voi di non perdere un attimo nella vita, di non sprecare nemmeno un istante, di fare tanto bene anche cominciando dalle cose più piccole come un saluto, un sorriso…
Dai, forza non molliamo sempre avanti!
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