In ogni caso non è la durata dello sciopero ad avermi fatto titubare, finora, sulla bontà della scelta di associarmi ad ACI. Il fatto è che mi piace molto questo protesta dell’ACI tesa a lasciare le macchine a secco, ma non mi fido degli automobilisti. Hanno infatti una comoda scappatoia per fare i crumiri travestendosi da scioperanti: gli basta fare il pieno il giorno prima e poi fingere di partecipare al digiuno con la pancia (il serbatoio) piena fino all’orlo.
Non si può infine ignorare qualche maldicenza dei soliti maldicenti. Hanno accusato l’ACI di aver indetto uno sciopero contro i terremotati, per protestare contro l’ultima accisa di due cent sui carburanti destinati a finanziare la ricostruzione in Emilia Romagna. L’ACI si è affrettata a smentire con un comunicato stampa ufficiale spiegando che l’iniziativa di mercoledì 6 giugno non è contro le persone colpite dal sisma, ” ma contro una tassa ingiusta, che colpisce soprattutto lavoratori e fasce sociali deboli e deprime ulteriormente il comparto auto, vitale sia per l’occupazione che per l’economia del Paese“. Più chiaro di così: lo sciopero non è contro i terremotati, ma contro l’accisa che serve a finanziare la ricostruzione delle case dei terremotati. C’è una bella differenza, neh? D’altronde siamo tutti d’accordo, penso: della casa si può fare a meno, ma della macchina…