Mobilità, dieci proposte “subito” per i sindaci

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Il Comitato scientifico degli Stati Generali della Bicicletta e della Mobilità Nuova ha finalmente sistematizzato i contenuti emersi dal dibattito dell’appuntamento di Reggio Emilia. E’ stato stilato un decalogo di interventi che le amministrazioni locali possono realizzare “subito” per migliorare la sicurezza stradale e dare impulso a una mobilità non motorizzata che va ad affiancare e integrare le tre azioni definite prioritarie dagli Stati Generali (30 orari in ambito urbano, dimezzamento incidenti stradali con morti e feriti, obiettivo del di portare almeno al 60% del totale l’insieme degli spostamenti a piedi, in bici, col trasporto pubblico).

Ecco le dieci azioni che #salvaiciclisti, Anci, Fiab e Legambiente chiedono ai sindaci di mettere subito in pratica nel proprio territorio:

1. Limite a 30 Km/h eccetto viabilità principale

Occorre un impegno a porre il limite di velocità in ambito urbano a 30 Km/h, con eccezione della viabilità principale come individuata dagli strumenti di pianificazione locale. Il limite va accompagnato da misure infrastrutturali di moderazione del traffico.

2. Obiettivi di miglioramento concreti

Per migliorare bisogna darsi degli obiettivi e bisogna misurare nel tempo il loro andamento. Gli obiettivi devono riguardare il riequilibrio nella ripartizione tra i modi di spostamento, la riduzione degli incidenti, della congestione, delle esternalità ambientali. Occorre quindi che ogni amministrazione locale si impegni a definirli in modo condiviso e nel quadro degli strumenti di pianificazione, a fornire i propri dati, a monitorarli nel tempo, a dedicare investimenti adeguati a raggiungerli. In particolare vanno misurati localmente la composizione modale del traffico e l’incidentalità stradale. Nel breve il Comune deve portare gli spostamenti individuali motorizzati sotto il 40% del totale e dimezzare il numero di incidenti stradali con morti e feriti.

3. Strade scolastiche car free

Attivare progetti condivisi con le scuole e le famiglie, che puntino alla protezione dei percorsi casa – scuola (pedius e ciclobus) e degli ingressi alle scuole (chiusura in orario di ingresso-uscita; creazione di ztl); sviluppare progetti di motivazione alla mobilità sostenibile, rivolti ai giovani (premi, progettazione partecipata della ciclabilità,…)

4. Utilizzo 10% contravvenzioni per ciclabilità

Destinare come stabilito dalle normative la quota di proventi derivanti dalle contravvenzioni alla sicurezza stradale e alla mobilità sostenibile con criteri di trasparenza sugli introiti e gli usi delle entrate economiche derivanti dalle contravvenzioni

5. Parcheggio bici negli spazi condominiali e nelle strutture del Comune

Modifica della normativa vigente per superare il limite ad oggi esistente della necessità di una delibera specifica adottata dall’assemblea condominiale per poter parcheggiare la bicicletta negli spazi comuni. I parcheggi bici dovrebbero inoltre essere estesi a tutte le strutture del Comune (Scuole, Uffici, Centri sportivi, etc.)

6. Doppio senso di circolazione per le biciclette

La circolazione in doppio senso per le biciclette nei sensi unici è sempre ammessa quando i limiti di velocità sono posti a 30 Km/h, anche in presenza della sosta sul lato sinistro della carreggiata, senza vincoli di larghezza minima, recependo quanto già sperimentato a livello locale e normato in altri paesi europei.

7. Formazione alla mobilità sostenibile

Introdurre corsi di educazione alla mobilità nuova, e in particolare ciclistica, da inserirsi nella programmazione e nel POF (piano dell’offerta formativa) nelle scuole di ogni ordine e grado e prevedere uno specifico corso per i tecnici ed amministratori locali

8. Prevedere campagne di pubblicità

Individuare i proventi per effettuare campagne di sensibilizzazione e promozione della mobilità sostenibile (ad es. 1% della pubblicità auto, trasferimento di quote degli introiti derivanti a vario titolo dalla motorizzazione).

9. Campagna per il rispetto degli attraversamenti pedonali

Fare attività di monitoraggio, verifica, attuazione e rinforzo dei principi contenuti nell’art. 191 del Codice della Strada evidenziando la precedenza dei pedoni negli attraversamenti pedonali e sviluppare un’adeguata campagna di comunicazione.

10. Infortunio in itinere

Si richiede inoltre una Delibera da parte di tutti i Consigli comunali per richiedere che lo spostamento in bici casa-lavoro sia riconosciuto dall’INAIL alla pari del trasporto pubblico.

Ricordiamo infine che occorre garantire sempre il rispetto del Codice della Strada vigenteassicurando la certezza della pena per chi contravviene

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