La Commissione per il Trasporto e il Turismo del Parlamento europeo aveva oggi all’ordine del giorno il dibattito e il voto sull’inserimento (o meno) di EuroVelo, il progetto di rete cicloturistica europea, all’interno di TEN-T, la “Trans-European Transport Network” (rete di trasporto trans-Europea). Si trattava in pratica di stanziare finanziamenti per progetti di miglioramento delle infrastrutture di trasporto europee: principalmente strade, ma anche ferrovie, canali navigabili. E appunto, le piste ciclabili, che non erano inizialmente previste nel progetto.
La Federazione Ciclistica Europea (ECF) aveva coordinato nelle passate settimane un grande sforzo di lobbying a livello continentale affinché le necessità dei 100 milioni di europei che si spostano in bici non fossero dimenticate. Per una volta, l’Italia era all’avanguardia: tutti i 6 Parlamentari Europei italiani facenti parte della Commissione avevano accettato di votare a favore di un emendamento che inserisse le necessità dei ciclisti nel TEN-T.
Nel primo pomeriggio di oggi, una serie di notizie contrastanti sono emerse dalla rete. Forse un po’ troppo precipitosamente, la ECF ha pubblicato un articolo secondo il quale la Commissione aveva votato per includere Eurovelo nelle linee-guida del TEN-T, “aprendo la porta a decine di miliardi di Euro in investimenti per la ciclabilità”. Anche la FIAB confermava. La notizia aveva cominciato a produrre entusiasti apprezzamenti in giro per la rete, con vari blogger e account Twitter che la ripetevano.
Poche ore dopo però, uno dei parlamentari italiani che aveva partecipato al voto, Carlo Fidanza, lanciava una serie di tweet che sembravano una doccia fredda: a suo dire, considerazioni sulla ciclabilità erano state incluse solo nei “considerando” iniziali del documento sulla TEN-T; gli emendamenti proposti, quelli in cui si sarebbero specificati i fondi per la ciclabilità, non sarebbero stati approvati; nelle sue parole: “Si è votato ma [gli emendamenti] sono stati bocciati, tranne una citazione in una premessa. […] Quello è il famoso “considerando”, “che tt avremmo cmq votato,anche senza pressioni. Non significa soldi”. L’ECF e gli altri, a suo dire, esultano perché “si accontentano”.
Sul sito del Parlamento europeo non è ancora stato pubblicato il testo approvato dalla Commissione; prima di esprimere ulteriori giudizi su ciò che è successo, sarebbe fondamentale naturalmente leggerlo. Nell’articolo citato precedentemente, la ECF pubblicava quello che, a loro dire, era un passaggio fondamentale del testo approvato: “sinergie con altre politiche dovrebbero essere sfruttate, ad esempio con gli aspetti legati al turismo, includendo nelle strutture di ingegneria civile come ponti e tunnel infrastrutture ciclistiche per percorsi ciclistici a lunga percorrenza come quelli Eurovelo”.
A parte il dubbio legato alla fonte di questo testo, esso comunque non sembra giustificare l’entusiasmo con cui era stata annunciata la notizia; soprattutto, non si capisce dove siano quelle “decine di miliardi di Euro” di cui si parlava.
si è vero, ancora presto per cantare vittoria. ma le battaglie sono così…….vince chi sta più a lungo sul campo. e mi pare che ci siamo. ciao