Oggi primo giorno di Velocity 2013, la conferenza che frulla tutto il ciclismo urbano mondiale in un denso mix di talks , eventi e serate, tutto a base di due ruote, ovviamente. Nonostante la pioggia insistente dal cielo di Vienna, l’entusiasmo dei ciclisti era alle stelle. La frizzante conferenza di apertura, tenutasi nel meraviglioso palazzo municipale di Vienna (Wiener Rathaus), ha visto centinaia di partecipanti provenienti da tutto il globo terrestre e ha dato il via ai numerosi workshop e conferenze per tutto il Wiener Rathaus.
In questo scenario che inneggia alla ciclocrazia c’è anche spazio per alcune realtà italiane. La lista dei partecipanti di Velocity 2013 conta una decina di connazionali, ma nessuno di questi è una carica ufficiale del mondo politico/urbanistico italiano. Alle 15.45 è cominciata la discussione ‘’Global Policies and Cultures’ in cui erano previsti tre interventi. I primi due riguardavano esperienze di ciclismo urbano di paesi Africani, di preciso di Ghana e Nigeria. Il terzo interventi era di Andrea Scagni, uno dei rappresentanti della FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta). La presentazione fatta da Andrea Scagni ha illustrato ad un pubblico purtroppo poco numeroso (in effetti la competizione con altre conferenze interessanti era elevata) un sondaggio nazionale risalente al 2011, fatto dalla stessa FIAB , ad un campione rappresentativo di ciclisti urbani italiani.
Al pubblico viennese è stato mostrato uno scenario realistico di come in Italia la bicicletta goda di una cultura positiva e di un appeal emotivo legato al piacere di guidarla. In contrasto Scagni ha parlato di come i piani di mobilità ciclistici non siano parte di una visione d’insieme ( a parte poche eccezione del nord-est), che la condivisione dello spazio con le macchine, come la sicurezza e l’inquinamento dell’aria sono le principali barriere per praticare il ciclismo urbano in Italia. Un altro problema rilevante e fino a prima poco quantificabile era quello dei furti , con il sondaggio del 2011 si è concluso che due terzi dei ciclisti hanno subito almeno un furto di bicicletta, ed un terzo addirittura due.
In seguito ad una domanda sorta dal pubblico che chiedeva quanto influenzi la volontà politica nelle questioni di ciclismo urbano, Scagni ha risposto che la visione dei politici italiani segue trend e ascolti tutti, ma prende decisioni a breve termini, certe volte seguendo proprio gli stessi trend. In questo momento che la bicicletta sta tornando di moda in Italia c’è il rischio che i politici assecondino per fine elettorali questa opportunità creando briciole di piste ciclabili, che però non portano ad una visione di insieme e di network ! Un altro punto che Scagni ha voluto sottolineare in modo originale è stato il tentativo di FIAB di investire sui progetti con scuole e bambini, educandoli sempre con più entusiasmo ad una mobilità dolce.
Anche il presidente di Ciclobby Milano (sempre parte di FIAB), Eugenio Galli ha partecipato al workshop sul SUMP: Planning for People! Qui si è discusso in modo informale e creativo tra alcuni addetti ai lavori di diverse città Europee in merito alle difficoltà pratiche che le municipalità affrontano per migliorare la ciclabilità nelle loro città: come farsi delle nuove domande per piani della mobilità vincenti, come pensare ‘out of the box’, come pensare dal lato della domanda di mobilità, come trovare il tempo e le risorse per creare un piano con strumenti partecipativi per cittadini e stakeholders.
Ora è sera, e il sole spunta nel cielo di Vienna, per salutare la giornata . A domani per un nuovo aggiornamento da Velocity 2013 !
Grazie mille per questo articolo sulla rassegna Velocity nella mia Vienna! Qui è veramente il paradiso per gli amanti delle due ruote, ovunque si trovano piste ciclabili in città e fuori, tenute bene e segnalate a dovere. Sarebbe bello se anche l’Italia prendesse questa strada.