Il 10 ottobre, da Milano, Norberto De Angelis saluterà l’Italia e volerà in Tanzania per attraversarla con la sua handbike. Sono 800 km di strade impervie e selvagge, per provare a se stessi e ai tanzaniani che più forte della volontà e della propria persona, non c’è pregiudizio che tenga! La sua impresa si svolge a favore del progetto LESS IS MORE per cui il CEFA Onlus lavora dal 2009 in Tanzania.
Norberto De Angelis è disabile dal 1992, quando a causa di un incidente stradale perse l’uso delle gambe. L’incidente avvenne lungo la strada che collega Dar es Salaam a Matembwe, nel sud della Tanzania, dove era volontario del CEFA: dopo una brillante carriera nella nazionale di football americano sentiva di dover testimoniare al lato del mondo più sfortunato la sua gratitudine. Da lì si ritrovò davanti a una nuova vita, con una forza. Se le gambe non potevano offrirgliela le sue braccia sì e da allora si allena instancabilmente sulla sua handbike, sfida dopo sfida e un record: è l’unico handbiker al mondo ad aver percorso la Route66, provando a se stesso nuove possibilità.
Come nel 1992 adesso Norberto De Angelis è pronto di nuovo per gli altri, contro un pregiudizio che immobilizza molto più di una mancanza fisica. In Tanzania, infatti, i disabili non affrontano solo la difficoltà della loro condizione ma si devono confrontare con una società che li ostacola, emarginandoli, per superstizione o, più cinicamente, perché si pensa che non possa contribuire al sostentamento di se stesso e degli altri, in un contesto dove la fame e la malnutrizione sono problemi che non sono ancora dimenticabili. Norberto De Angelis ha deciso di sfidare i tabù attraverso la sua impresa in handbike: chi, lungo il tragitto, assisterà al suo passaggio non potrà che constatare che si è egualmente capaci di vivere per se stessi e anche per gli altri, come sta facendo lui.
Norberto De Angelis è un handbiker d’eccezione: uno di quelli che quando gli proponi un’impresa non sta a pensarci ma gli parte il risolino sul viso…già in viaggio con la mente, assetato di chilometri e stimolato da una sfida che non ha solo dello sportivo. La meta, infatti, non è tangibile e non è segnalata da nessuna linea: sono il cuore e la testa di chi in Tanzania è disabile come lui ma ha mille difficoltà in più a vivere una vita di possibilità.
Si può dire che CEFA e Norberto si siano incontrati per collaborare e aiutare a proprio modo i disabili. Il progetto che CEFA segue a Dar es Salaam, tappa ultima della traversata, dal suo avvio, ha prodotto ottimi risultati, riuscendo in concreto a migliorarne la vita attraverso interventi rivolti ai bambini e agli adulti, in termini di assistenza medica e di sviluppo della persona: all’interno di un centro diurno per disabili: venivano accolti i bambini per poter permettere alle mamme di lavorare; per le famiglie sono stati organizzati dei seminari per aiutarli ad affrontare meglio la disabilità di un parente; ai bambini sono state date lezioni ed è stato insegnato a giocare; gli adulti sono stati formati a livello professionalmente e inseriti nel mondo del lavoro.
L’educazione alla disabilità deve essere impartita a 360° e quindi anche chi la disabilità non la soffre ma con la sua ignoranza ed intolleranza contribuisce a renderla ancora più dolorosa. Norberto sta per dare una bella lezione di rispetto e solidarietà, un messaggio attraverso la sua handbike.
Safari njema!
(buon viaggio in swahili)