La scorsa settimana, parlando ad un convegno su ciclabilità e didattica, non ho potuto fare a meno di segnalare l’utilizzo improprio della lingua italiana da parte degli enti comunali. Il concetto era espresso nei seguenti termini: non si può aprire un cantiere davanti al Colosseo e chiamarlo “pedonalizzazione”. La parola “pedonalizzazione” in italiano ha un significato ben preciso, e corrisponde al riservare una zona precedentemente adibita al traffico veicolare ai soli pedoni. Il cantiere di fronte al Colosseo realizza tutt’altro, consentendo il transito di autobus, taxi e vetture a noleggio, e ghettizzando i pedoni dietro le transenne.
Ho proseguito facendo notare al responsabile comunale lo stridente contrasto tra le parole da lui stesso pronunciate nel corso del convegno, sulla riduzione del traffico veicolare nella città, ed il mega-parcheggio in via di realizzazione alla Stazione Termini, ulteriori 1500 posti auto nel punto di Roma meglio collegato da mezzi pubblici di ogni tipo. Non è difficile da immaginare che ciò aumenterà ulteriormente la movimentazione di vetture private nel centro città.
Il termine che ho usato al convegno è “schizofrenia istituzionale”, ma questo a voler essere generosi. Resto sempre più perplesso a fronte dello scollamento ormai irreversibile tra le parole e le azioni messe in atto dalla giunta comunale. Ad esempio, a fronte delle promesse limitazioni all’invadenza dei bus turistici c’è una recente delibera di giunta che ha provato ad aumentarne gli accessi, trovando immediata opposizione da parte del primo municipio.
Ma se smettiamo di pensare che la cosa sia casuale ci si aprono di fronte scenari ben più inquietanti. Se possiamo cominciare a chiamare “pedonalizzazione” un cantiere, se perdiamo il senso reale delle parole, tutto diventa possibile… Anche chiamare “pista ciclabile” uno “stencil” pennellato sul marciapiede. Anche chiamare “ufficio ciclabilità” un gruppo di quattro persone (fra cui tre precari), senza fondi e senza poteri. Anche chiamare “Piano Quadro” un malloppo di carta generico e senza finanziamenti. Ovvero esattamente quello che è successo negli scorsi mesi ed anni.
“Le parole sono importanti”, ammoniva Nanni Moretti nel film Palombella Rossa. Bisognerà tenerlo bene a mente, dato che da parte dei nostri governanti se ne fa un uso fin troppo disinvolto.
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