“Il fatto che delle persone sono morte o sono rimaste ferite [andando in bici] mentre del denaro che doveva essere speso per rendere le strade più sicure è rimasto nelle casse di TFL mi fa arrabbiare”. Molto chiare le parole di Darren Johnson, membro dell’Assemblea di Londra; riassumono in maniera cruda quello che è successo a Londra negli ultimi mesi.
Boris Johnson, con cadenza ormai regolare, continua ad annunciare lo stanziamento di nuovi fondi per promuovere l’uso della bici nella sua città. L’ultimo annuncio è di pochi giorni fa: 17,3 milioni di sterline per i prossimi tre anni, che andranno direttamente ai “borough” (più o meno le nostre circoscrizioni) che vogliono aumentare il numero di ciclisti nel loro territorio. Si prevede che questi soldi verranno spesi soprattutto per creare migliaia di nuovi posteggi per bici. Altri programmi realizzati a livello dei borough (e che quindi potrebbero beneficiare di questi soldi) sono corsi di uso della bici in ambiente urbano, corsi rivolti agli automoblisti per creare in loro una maggiore consapevolezza della presenza delle bici sulle strade, e corsi per autisti di camion, che sono responsabili per il 50% degli incidenti che coinvolgono bici, anche se rappresentano una percentuale molto più bassa del traffico sulle strade di Londra.
Sono tutte inziative lodevoli, e bisogna riconoscere che molto è stato fatto, a Londra e in Gran Bretagna in generale, per promuovere l’uso della bici. Una notizia diffusa negli ultimi giorni però pone dei dubbi sul modello organizzativo su cui si basa la gestione di questi problemi. In particolare, la TfL (Transport for London, l’agenzia della mobilità londinese) è stata accusata di non aver speso nell’ultimo anno ben 38 milioni di sterline, parte di un budget di 111 milioni dedicato alla ciclabilità. Peggio, la stessa cosa si è ripetuta anche nei precedenti cinque anni, e i soldi destinati e migliorare le condizioni per i ciclisti londinesi, e non spesi, ammontano a ben 150 milioni di sterline.
Lungo le strade di Londra i ciclisti continuano a morire. Il 2013 si è chiuso con una serie di incidenti che hanno causato la morte di ben 6 ciclisti nel giro di poche settimane. Le parole di Darren Johnson citate in apertura sono un atto d’accusa molto severo contro Tfl, e quindi contro lo stesso sindaco Boris Johnson, che ha infine la responsabilità sull’agenzia londinese.
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