Test bici elettrica pieghevole Nanoo EFB
La bici elettrica pieghevole che presentiamo oggi è fra le più piccole e versatili che si possano trovare sul mercato. Stiamo parlando della Nanoo EFB, ideata e sviluppata dalla Advanced Mobility di Torino. L’avevamo notata in occasione del recente BiciLive Expo a Roma, e ne abbiamo richiesta una in prova per qualche giorno.
La Nanoo colpisce subito per la sua forma particolare, che la rende diversa da tutte le altre bici. Andiamo a conoscere pregi e difetti di questo progetto.
La parte elettrica
La Nanoo EFB è la sorellina elettrica della Nanoo. Esteticamente le due versioni differiscono per pochi particolari: la centralina sul tubo orizzontale del telaio, la batteria sopra la ruota posteriore, il motore al mozzo anteriore e i comandi al manubrio. In effetti, la motorizzazione non sconvolge il design del progetto originale.


La Nanoo in versione “muscolare”
La batteria è da 24V e 9Ah, per un valore quindi di 216 WH; si tratta di una capacità inferiore alla media delle bici elettriche presenti sul mercato, ma si deve tenere conto che la Nanoo non è certo pensata per lunghi spostamenti di varie decine di chilometri, e una batteria più grande (e quindi più pesante) avrebbe inficiato troppo la trasportabilità che è il punto di forza di questo modello. La batteria può essere facilmente staccata dal telaio per ricaricarla con comodità.
Il motore da 250 Watt (come da codice) è posizionato sul mozzo anteriore.
L’attivazione del motore è gestita da un semplice sensore di pedalata costituito da un disco con magneti che ruota insieme ai pedali, e che fa attivare un sensore.
Le leve freno sono dotate di un cut-off che interrompe immediatamente l’erogazione di potenza del motore quando si frena.
Il comando al manubrio ha solamente la funzione di accensione e spegnimento del motore, la cui potenza può essere inoltre regolata su tre livelli. C’è anche un indicatore di carica della batteria, con il livello segnalato che varia al variare dello sforzo richiesto al motore: l’indicazione va quindi in un certo senso “interpretata”, e non bisogna spaventarsi troppo se alla prima salita ci si ritrova con un solo pallino – in pianura si vedrà l’indicazione di carica tornare a livelli più alti.
La parte meccanica
Il telaio è in alluminio e ha una curiosa forma quasi squadrata, necessaria per ospitare l’efficace sistema di chiusura.
Il cambio posteriore è uno Shimano Tourney che fa spostare la catena lungo 7 pignoni, dall’11 al 25. Dato il fatto che anche il 52-11 è comunque un rapporto molto corto (vedi sotto) sarebbe forse preferibile avere un minor numero di pignoni per risparmiare peso e ingombro.
Apertura e chiusura
Un video vale più di cento parole. Due video sono ancora meglio: riproponiamo qui quelli che avevamo realizzato al BiciLive Expo di Roma con la collaborazione dei ragazzi dello stand della Nanoo.
Aggiungiamo solo che il sistema di chiusura ci è parso anche sicuro e robusto, e che il cavalletto al mozzo posteriore agevola molto le operazioni di apertura e chiusura rendendo la bici molto stabile.
Prova su strada
Mettiamoci finalmente in sella a questa Nanoo e vediamo come si comporta alla prova dei fatti.
Le altezze della sella e del manubrio sono facilmente regolabili e permettono di trovare agevolmente la posizione migliore. Le persone più alte di 180cm potrebbero dover sostituire il canotto reggisella con uno più lungo.
Una delle domande che ci eravamo posti prima di provare questa Nanoo era: come sarà la pedalata? Con queste ruote da 12″, che velocità si riuscirà a raggiungere, prima di cominciare a mulinare i pedali a vuoto? Esaminiamo questa tabella. In azzurro chiaro ci sono gli sviluppi metrici dei rapporti di una normale bici da 28″ (in azzurro) e della Nanoo con ruote da 12″ (in grigio). In questo modo si può vedere immediatamente come il rapporto più duro della Nanoo (52-11) corrisponda a un rapporto decisamente agile su una normale bici (più o meno il 39-18). Con uno sviluppo metrico di 4,4 metri, il rapporto più duro della Nanoo permette, a una cadenza di 80 pedalate al minuto, di raggiungere i 21,1 km/h in pianura (4,4 * 80 * 60 /1000).
Cosa vuol dire questo in pratica? Vuol dire che selezionando la modalità di assistenza più alta, che fa raggiungere i 25 km/h in pianura, non si riesce in alcun modo ad “aiutare” il motore, sul quale ricade l’intero compito di trasportare il ciclista: si è in pratica forzati a limitarsi alla “pedalata simbolica“. Quindi, se si vuole aumentare al massimo l’autonomia, si dovrà necessariamente ricorrere alla modalità di assistenza media, con la quale è possibile avere una pedalata efficace, a una velocità minore. Non ci sembra sicuramente un problema grave, in quanto immaginiamo che la Nanoo venga usata prevalentemente in ambiente urbano, fra mille ostacoli, per colpa dei quali mantenere un’alta velocità di punta sarebbe in ogni caso difficile.
A proposito di ostacoli, possiamo dire che questa Nanoo si guida molto bene, risultando agile e rapida nei cambi di direzione. Nello stretto estremo, quando c’è da girare il manubrio, i più alti potranno trovare le proprie ginocchia in una posizione di conflitto con le parti esterne del manubrio. Il motore elettrico è di grande aiuto soprattutto nelle ripartenze, aiutando a ritrovare rapidamente una buona velocità di percorrenza.
Il motore al mozzo anteriore non è molto rumoroso, il suo suono rimane sempre sullo sfondo, tranne quando è al massimo dello sforzo. Abbiamo comunque provato mezzi più silenziosi. Se si sceglie di disattivare il motore, la pedalata non assistita risulta abbastanza buona ma un po’ complicata dal fatto che la ruota anteriore risulta molto frenata dal motore (per rendersene conto basta rovesciare la bici e provare a far girare a mano le due ruote).
I copertoni da 12″ sono larghi e aiutano ad assorbire le asperità stradali, ma inevitabilmente le buche nell’asfalto si fanno sentire, così come ogni altro ostacolo che, proporzionalmente, è molto più alto rispetto a quando è affrontato con una normale bici da 28″.
In salita la Nanoo non teme neanche le rampe abbastanza ripide, che si superano senza troppi problemi grazie all’azione combinata del motore e delle gambe del ciclista, che può selezionare rapporti cortissimi.
Conclusione
In conclusione, questa Nanoo è sicuramente il mezzo ideale per l’intermodalità, e in una città come Roma risulta essere una scelta vincente, tanto che si comincia a vedere qualcuno pedalare su di lei o su mezzi di taglia simile. Se si percorrono pochi chilometri in città, e si ha la necessità di caricarla spesso in auto o sui mezzi pubblici, bici di questa taglia svolgono egregiamente il loro dovere. Per altri usi è meglio rivolgersi a bici più convenzionali, più comode da guidare e con maggiore autonomia.
Versione “muscolare” o elettrica? Crediamo che la versione elettrica possa dare veramente una marcia in più a questa Nanoo, soprattutto agevolando le ripartenze e aiutando in salita, cosa che potrà abbattere i tempi di percorrenza.
Per contro però, la versione elettrica pesa di più (16kg contro i 12 della versione normale), e il rapporto qualità/prezzo cala: ci sono ben 1000€ di differenza fra la versione normale, da 600€, e quella elettrica, da 1600€ di listino, anche se è possibile trovarla a qualcosa di meno online.
Per altre informazioni si veda il sito www.advancedmobility.eu