Oggi prigione tu, prigionieri noi (Vacanze Romane)

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sanzio

lungotevere sanzio. 14 giugno 2014.
“Roma, dove sei? Eri con me
Oggi prigione tu, prigioniera io
Roma, antica città
Ora vecchia realtà
Non ti accorgi di me e non sai che pena mi fai
Ma piove il cielo sulla città
Tu con il cuore nel fango
L’oro e l’argento, le sale da tè
Paese che non ha più campanelli
Poi, dolce vita che te ne vai
Sul Lungotevere in festa
Concerto di viole e mondanità
Profumo tuo di vacanze romane…”

Antonella Ruggiero la faceva facile, alla faccia dei campanelli. E Audrey Hepburn pure, in Vespa so’ tutti bravi. Ma quando l’afa invade l’Urbe e le zanzare si fanno combattive ritorna puntuale come ogni anno il vecchio metodo del panem et circenses per chi non può o non vuole partire: l’Estate Romana sul Lungotevere. Niente in contrario nei confronti della manifestazione (a parte alcune scelte musicali di dubbio gusto, ma quello è un problema mio), se non fosse che il principio adottato è sempre lo stesso, una sorta di divide et impera misto al quieto vivere che penalizza una delle pochissime arterie ciclabili davvero utili per gli spostamenti urbani, e non per quelli di diporto.

Dico divide et impera perché i gazebo dell’Estate Romana non invadono in maniera diretta la già tanto dissestata e pericolosa pista del Tevere, ma di fatto lasciano pedoni e ciclisti a scannarsi tra di loro in una sorta di guerra tra “poveri”, tra utenti deboli della strada. Già il concetto di ciclabile mi va stretto, qui a Roma è sempre stato considerato un modo di ingabbiare il folkloristico ciclista urbano, strano che è, in una sorta di riserva, di ghetto, “così lo facciamo contento”. Figuriamoci il concetto di “ciclopedonale”: come dire andate e fate, vedetevela tra di voi e lasciateci lavorare.

Già, perché il concetto di lavoro, di età adulta, non viene associato alla bici, che invece è un mezzo per divertirsi, perdere tempo, e talvolta magari farlo anche perdere a chi invece lavora e brucia benzina. E i diritti di chi non paga bollo e assicurazione sono più evanescenti, anche se la normativa che regola gli obblighi degli organizzatori recita chiaramente che la manifestazione estiva non deve precludere la normale viabilità della pista ciclabile.

Nonostante tutto, fare lo slalom tra gli addetti alla security grossi e tatuati che si fumano una sigaretta in mezzo alla pista è divertente. Niente campanelli, come canta la Ruggiero. Ci si avvicina silenziosi, implacabili, poi schivata all’ultimo. E qualcuno te chiede pure scusa, perché sa di essere nel torto. So’ soddisfazioni piccole, stupide, infantili, tali e quali a chi usa la bici dunque, ma so’ soddisfazioni.

Fonte | Abbondanti e dozzinali

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