La Patagonia in monociclo
Raggiungere la “fine del mondo”, come è più volte ribattezzata la località di Ushuaia, in Patagonia, è un sogno di molti cicloviaggiatori. Deve esser stato così anche per Anne-Sophie Rodette, una ragazza francese residente in Canada che lo scorso anno ha compiuto un epico viaggio di sei mesi da Santiago del Cile a Ushuaia. Con una particolarità: a bordo non di una tradizionale bici da viaggio ma di un monociclo.
Intervistata dal magazine Womens Adventure, Anne Sophie ha raccontato che la sua passione per il monociclo risale ormai a molti anni fa, tanto che qualcuno non l’ha mai vista pedalare su una bici classica. Eppure i viaggi su due ruote non sono mancati, almeno fino a quando non ha avvertito il desiderio di qualcosa di nuovo, nuovi ritmi. La scelta del luogo è ricaduta sulla Patagonia, dove i cicloviaggiatori ormai non sono più una rarità: “viaggiare in moniciclo è anche un ottimo modo per attirare l’interesse delle persone e con questa scusa fare conoscenza degli altri“.
Spiegando anche le ricadute tecniche della sua scelta, Anne-Sophie ha rivelato senza troppo girarci attorno che andare in monociclo non offre alcun vantaggio pratico: è molto più faticoso rispetto a una bici normale, occorre pedalare anche in discesa, e bisogna prestare più attenzione a mantenere l’equilibrio, in particolare a causa dei forti venti che soffiano in Patagonia. Eppure la (mono)cicloviaggiatrice transalpina non si è mai abbattuta e alla fine è stata più che entusiasta dell’impresa portata a termine: questo viaggio resterà una delle esperienze più intense della mia vita.
Quando le viene chiesto quali reazioni abbia avuto la gente al suo incontro, Anne-Sophie ha ammesso che la curiosità è stata molta: le persone volevano sapere tutto, in particolare sul monociclo, anche se poi alla fine la domanda che le hanno fatto tutti è: perché?. “Non so dare una risposta precisa, so solo che mi sento bene nella natura, ho tempo di riflettere e staccare da un lavoro che non amo, e il monociclo è uno stimolo e un’esperienza nuova. E poi in viaggio c’è sempre da imparare, ad esempio dopo questa esperienza non dico di aver sconfitto del tutto la paura dei cani, ma sono sulla buona strada“.
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