Viaggio in bici in Germania, Danimarca e Svezia

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Il viaggio 2014 è iniziato con diverse novità rispetto ai precedenti viaggi:
1) Per prima cosa si è aggiunto Maurizio (ns collega )
2) Abbiamo organizzato i viaggi di andata e ritorno tutti in aereo
3) Per la partenza da casa fino all’aeroporto abbiamo utilizzato “blabla car”
4) Abbiamo iniziato una parziale autonomia munendoci di tenda, sacco a pelo, stuoino e fornelletto per il caffè mattutino.

A gennaio dopo attente riflessioni sul “dove” abbiamo deciso di ripartire da dove siamo partiti 2 anni fa, Lubecca per il giro del Baltico tedesco/polacco, e pedalare verso la Danimarca (Copenaghen), poi per la Svezia sino a raggiungere Stoccolma, per un tragitto che sfora i mille km (se vogliamo, altra novita’), in sintesi Mar Baltico 2.0.

Come sempre abbiamo lavorato sul viaggio e sul percorso utilizzando le info da internet, siti come visitsweeden, visitdenmark, google map, turistipercaso, e svariati altri siti per ottenere informazioni.
Da subito abbiamo capito che il tragitto che avevamo disegnato noi, ancorchè in parte strutturato sul percorso di “eurovelo 10”, non era normalmente molto battuto e le informazioni sullo specifico erano poche e frammentate…e questo ci ha invogliato ancora di piu’.

Poi abbiamo iniziato ad occuparci dei materiali e, consultando anche il sito de “il cicloviaggiatore” ognuno di noi ha scelto la tenda, il sacco a pelo, il materassino ed io mi sono anche procurato il fornelletto.

E’ stato un po’ ritornare indietro nel tempo perche’, dato che Maurizio era al suo primo cicloviaggio, abbiamo dovuto aiutarlo nella scelta della bicicletta, dell’abbigliamento, delle borse, delle cose da portare via e di quelle da lasciare a casa…insomma …ci siamo divertiti.

Le marche? Tenda: io e Maurizio abbiamo preso una Camp extra light, Marco ha optato per una Vaude. Sacco a pelo e materassino: Camp, Salewa, Meru. Fornelletto: MSR Microcket.
Per i trasferimenti abbiamo optato per Rayanair da Orio al Serio a Lubecca all’andata e Norvegianairlines da Stoccolma a Venezia al ritorno per un costo complessivo (bici comprese) sui 270 euro (la tratta Rayanair concorrenziale con il costo del treno).

Verificate borse ed equipaggiamento, dopo aver trascorso una mattinata ad imballare le biciclette nei cartoni per l’imbarco ed una successiva domenica a portare le bici direttamente al deposito bagagli dell’aeroporto, il 11 giugno alle ore 10 pronti a partire da Padova per Lubecca.

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IL VIAGGIO

11 giugno 2014

Come dicevo, siamo partiti dalla stazione di Padova fruendo di un passaggio con BlaBlacar alla volta di Oriao al Serio.
Viaggio piacevole con Marcocome conducente, docente di enologia ora con residenza a Pordenone e Marta, neolaureanda in Scienze Politiche con residenza a Verona, anche lei diretta all’aeroporto per viaggio di piacere a Berlino per raggiungere un’amica.
Per tutto il tragitto abbiamo chiacchierato di vino, musica e viaggi ed abbiamo inserito Marta nella nostra lista di contatti “what’sap” gruppo Baltico 2.0 (altra novità, l’utilizzo dei social network per postare foto e commenti al nostro viaggio, in linea con familiari ed amici).
Poi dopo aver salutato Marco che proseguiva per Milano, abbiamo goduto della compagnia di Marta in aeroporto che attendeva il suo volo per Berlino.

Alle 16 abbiamo decollato, ed insieme ad una rumorosa compagnia di napoletani che per esorcizzare la paura del volo continuava a sbraitare in aereo, siamo atterrati all’aeroporto di Lubecca alle 17.15,
in 70 minuti abbiamo sballato le 3 biciclette, rimontate ed attrezzate di borse anteriori e posteriori (abbiamo è un plurale majestatico…in realtà il grosso del lavoro lo ha fatto Marco …io facevo lo spazzino che butta via l’imballaggio e Maurizio lo aiutava), abbiamo pedalato per una mezz’ora ed arrivati in centro a Lubecca dove, per restare in tema abbiamo preso non solo lo stesso albergo che avevamo preso 2 anni fa (Stadt Hotel) ma addirittura ci hanno assegnato la stessa camera (secondo me perche’ è l’unica che mettono su booking.com).
Cena da Potters, in centro e lungo il fiume Trave, un ottimo piatto unico con patate (ma va…strano) bagnata da una buona dose di birra.
Notte serena con russo libero (Maurizio comincia a conoscerci)!

12 giugno 2014
Grossenbrode – Vordingborg 97 km in 4 ore e 49 minuti (disl. 237 mt)

Dopo una abbondante colazione (come sempre Marco il primo ed il secondo giorno dichiara di voler mangiare poco perché non vuole appesantirsi …e dal terzo giorno, la tradizione insegna, abbatte tutti gli steccati e ci da dentro come tutti!!!), carichiamo le bici attrezzate sul treno direzione Grossenbrode da dove abbiamo deciso di far partire l’avventura.

Iniziamo maluccio perché litigo con il conducente scorbutico che non parla una parola di inglese e comunque vuole farci una ramanzina perché abbiamo caricato le biciclette con le borse invece di staccarle. Per non fare discussioni ci dividiamo: io da solo e Maurizio e Marco insieme su altro vagone. Dopo aver completato il trasloco il “simpatico” conducente, attraverso un tedesco traduttore, mi chiede dove siano finiti i miei amici…rispondo che per non disturbare sono andati nell’altro vagone …e lui con un sogghigno di gioia mi dice: “quel vagone verrà staccato tra pochi km e prenderà un’altra direzione e tra 5 minuti il treno partirà”! molla tutto e corri ad avvisarli di spostarsi da me per non perderci …cominciamo bene!!!
Il viaggio poi va tutto bene ed arrivati a Grossenbrode scendiamo “salutando” il conducente ed iniziamo il viaggio che entro pochi km ci porterà a Puttgarden, località di Fehmarm da dove, in 35 minuti di traghetto arriviamo a Rodby in terra di Danimarca.

All’uscita dal traghetto (da dove esce pure un treno) Maurizio finisce dentro i binari del treno e cade (per fortuna senza danni) mentre Marco scivola su una pozza di olio e cade a terra ferendosi al ginocchio (subito tamponato con il nostro potente pronto soccorso cicloviaggiatori con tintura di iodio e garze sterili.
Fotografia di rito sotto il cartello Danimarca (gentilmente scattata da motociclisti spagnoli in direzione Capo Nord) e poi via per 85 km fino all’arrivo a Vordingborg dove troviamo il Ore Strand Camping dove piazziamo le nostre tende (Maurizio per la prima volta nella sua vita) per la notte.
Cena in locale cinese dove ci servono riso, gamberi fritti, salsine varie ed una ottima birra ambrata.
Rientriamo in bici al campeggio infreddoliti e quindi a nanne dentro il sacco a pelo.

13 giugno 2014 Vordingborg – Copenaghen
102 km in 5 ore e 51 minuti (disl. 408 mt)

Svegliati presto al mattino, colazione con biscotti e caffè di moka consumato nella cucina comune del campeggio dove conosciamo un ragazzo ventenne di Copenaghen, ma di origine spagnola, che in bicicletta è intenzionato ad andare a trovare i suoi nonni a Barcellona.
Chiacchieriamo un po’ sul tragitto che dovrà fare, raccontandogli cosa troverà in Olanda (viaggio dello scorso anno) e facendoci raccontare cosa avremmo trovato andando avanti.
Poi richiudiamo le nostre tende, sistemiamo qualche problemino alle biciclette e partiamo verso le 10 del mattino (ricordarsi che per chiudere le tende si perde un po’ di tempo per far asciugare i teli).

Viaggiamo per strade poco trafficate, a tratti costeggiando il mare, con un cielo plumbeo.
60 km di saliscendi, con vento contro e pioggia a tratti…pioggia lieve …ma costante.
Raggiungiamo la periferia di Copenaghen ed attraverso stradine sconosciute (ma conosciute dal navigatore Mio 500) entriamo in Copenaghen e troviamo il nostro ostello prenotato “CPH DOWN TOWN” dove ci viene assegnato un loculo con letti a castello, in un ambiente di ragazzi universitari stravaccati ovunque e sprizzanti felicità e speranza.
Alla sera usciamo per recarci al porto turistico di Copenaghen dove ceniamo a prezzo fisso (carne alla griglia a volontà), annaffiata dalla solita ottima birra . A nanne presto, dopo aver fatto il giro della piazza principale.

14 giugno 2014 Copenaghen – Ystad
70 km in 3 ore e 45 minuti (disl. 211 mt)

Dopo veloce colazione a base di caffè di moka e biscotti evitiamo il giro panoramico che avevamo pensato per recarci direttamente in stazione dei treni e consultare gli orari del treno Copenaghen-Malmo attraverso il famosissimo ponte dell’Oresund, famoso perché lungo circa 16 km parte dei quali percorsi in un tunnel sotto il livello del mare.

Arrivati in stazione troviamo una bella sorpresa (pensavamo di essere in Italia) perché ci avvisano che il treno non è disponibile a causa di uno sciopero dei ferrotranvieri per il rinnovo del contratto. Dopo svariati giro in cerca di notizie, scopriamo che in alternativa c’è un bus navetta che sostituisce il treno ma il problema è che i bus sono piccoli e difficilmente potranno caricarci insieme.
A questo punto ci mettiamo in coda insieme agli altri passeggeri e subito tutti vari controllori che troviamo per raggiungere il luogo della partenza ci “guardano male” e ci dicono che dovremmo aspettare un po’ perché ci faranno partire uno alla volta.

Quando arriviamo all’ultimo controllo, lo smistatore ci guarda perplesso e ci dice che dobbiamo attendere. Poi ci guarda meglio e ci chiede da dove veniamo. Rispondo che siamo italiani …apriti cielo…comincia a raccontarci che è stato diverse volte in Italia, che ama il lago di Garda…io gli rispondo che veniamo proprio da lì (dimenticandomi che ci sono oltre 100 km da dove abita il più vicino di noi…) e così blocca il flusso dei pedoni e ci fa salire tutti insieme sul bus, occupandone almeno un terzo. E poi si dice che l’Italia non pesa in Europa!!!!
Attraversiamo la meraviglia del ponte Oresund con vista su decine di pale eoliche in mezzo al mare (cosa che fa quasi svenire Marco per la presunta presenza di vento forte all’arrivo) e veniamo sbarcati nel piazzale di un mega centro commerciale molto frequentato dai turisti danesi in terra svedese.

Siamo a Mlalmo in Svezia! Ci mangiamo un panino “schifezza” in un Mc Donald e ripartiamo alla volta di Ystad, sotto un cielo plumbeo che minaccia pioggia ogni volta che alziamo gli occhi al cielo.
Considerato dove siamo, non posso non ricordare che sono nel territorio del commissario Wallander, personaggio noto agli amanti del genere giallo/triller nato dalla penna dello scrittore HenningMankell e molto apprezzato sia dal sottoscritto che da qualche altra migliaia di lettori in Europa.
Percorriamo una cinquantina di km sempre costeggiando campi in prevalenza di orzo ma anche di grano, ancora molto verdi e scossi dal vento abbastanza forte.
Poi, prima di Ystad, troviamo spiagge molto corte, non balneabili e protette anche da barriere che ne limitano l’accesso.

Raggiungiamo dopo 70 km complessivi il camping Sandskogens dove ci assegnano una piazzola adiacente alla strada, che non ci fa felici, però siamo i soli (al mattino ci siamo svegliati circondati da altre 6 tende, tra cui una di 2 ragazzi che facevano il periplo del Baltico in auto con 2 barili di birra alla spina caricati nel bagagliaio ed una serie di lattine considerevole…mi chiedo se l’auto andasse a benzina o a birra…).
Dopo essere andato a letto presto, mi sveglio e guardando attraverso la tenda vedo che c’è molto chiaro…penso che saranno circa le 7 del mattino, esco dalla tenda, accendo il telefono per guardare l’ora …le 3!!!! Torno sotto il sacco a pelo.

15 giugno 2014 Ystad – Solvesborg
104 km in 5 ore e 38 minuti (disl. 416 mt)

Dopo la colazione con biscotti e caffè in moka (cominciamo a dimenticarci le sontuose colazioni), fatto asciugare i teli (la notte freddo e molta umidità) pedaliamo di buona lena affrontando i primi 30 km di saliscendi costanti, dove all’apice di ogni salita vedevi subito…un’altra salita!
Poi, grazie alle indicazioni di Mio, abbiamo iniziato a trovare strade sterrate in mezzo a boschi che ci hanno impegnato per una ventina di km, per finire con saliscendi importanti, con” paesaggi google” al punto che su alcune discese toccavo i 50 km/h per la gioia di marco che mi urlava di stare attento perché avevo una mano solo (l’altra era impegnata con la cam) e non avevo il casco …però sono ancora qui a raccontarlo!

Arrivati a Valjes, paesino a ridosso di Solvesborg, abbiamo affittato una casetta in legno frontemare per ca. 45 euro, con 4 letti a castello e fornello elettrico.
Quest’ultimo è stata la grande sorpresa perché ci ha permesso di cucinare gli spaghetti e farci un sugo “stile amatriciana” che ci ha rigenerato subito dopo una mitica doccia, al prezzo di 1 corona al minuto …e guai a non avere is soldi giusti!!!

16 giugno 2014 Solvesborg – Karlskrona
102 km in 6 ore e 13 minuti (disl. 683 mt)

Sveglia al mattino infreddoliti, malgrado il sacco a pelo. Nottata rigida e mattinata che a poco a poco ci fa apprezzare il timido sole apparso.
Veloce colazione caffè di moka, marmellata e biscotti, ritardiamo un po’ la partenza per “prendercela comoda” lasciando il campeggio di Valjes dopo le 9 e 30.
Ci allontaniamo dal mare e prendiamo delle strade “trafficate” con sede della ciclabile a fianco.
Verso le 14 arriva la pioggia e ci coglie impreparati. Ci fermiamo a mettere su gli indumenti adatti ma la pioggia è tanta e siamo un po’ tutti zuppi.

Dopo un’ora ci fermiamo zuppi in una sorta di bar/pizzeria retto da un turco (ma ci sono ancora turchi in Turchia?) dove ordiniamo pizza e birra e usufruiamo del suo bagno per asciugarci un po’ e cambiarci gli abiti.
Si riparte con un timido sole che presto sparisce lasciando posto ad un cielo scuro e plumbeo, infatti a 25 km dalla meta ci ricoglie la pioggia e troviamo rifugio per una ora buona sotto la pensilina di una fermata di autobus, stanchi ed infreddoliti. Per fortuna lo spirito è alto e quindi riusciamo a scherzare e ridere anche in quella situazione.

Si riparte con una leggera pioggerellina ed alle 20.15 finalmente arriviamo a Karlskrona dove non troviamo per 3 persone in b&b e veniamo indirizzati in un albergo 3 stelle che ha prezzi sufficientemente contenuti (circa 35 euro a persona compresa prima colazione).
Serata in ristorante con salmone e patate ai miei compagneros mentre io agnello e patate, con la solita ottima birra.
A nanne presto, pronti per la colazione al mattino.

17 giugno 2014 Karlskrona – Kalmar
94 km in 5 ore e 18 min (disl.361 mt)

Finalmente una bella giornata con un sole brillante.
Dopo abbondante colazione in albergo (compreso panino imbottito e uovo da portare via) rimontiamo in biciletta, visitiamo la cittadina in velocità e poi imbocchiamo tutta una serie di ciclabili miste a basso traffico, in mezzo alla campagna dove spuntano delle belle casette colorate tra il verde dell’orzo e svariati campi di colza.
Ci fermiamo nel primo pomeriggio, dopo aver fruito del panino imbottito e delle uova (e ovviamente le insostituibili banane per la dose di potassio), in un bar il cui titolare era …un turco!
Ci beviamo un buon caffè intanto che il turco, resosi conto di aver a che fare con degli italiani, ci relaziona sulle donne svedesi, ree a suo dire di essere bellissime sino a 18 anni e poi, visto ciò che mangiamo, ingrassano a dismisura …detto da un turco …la cosa sembra preoccupante.

Lo lasciamo ad inveire contro questa situazione e ritorniamo sui nostri pedali.
Durante questa giornata ci rendiamo conto di alcune cose che durante il viaggio abbiamo trovato in comune nei posti dove siamo passati: spesso troviamo almeno un cavallo nelle case di campagna, gli svedesi amano molto le vecchie e rumorose auto americane (Pontiac, Cadillac) ne vediamo a decine, per le strade o anche nei centri dei paesi si vede poca gente, sembra quasi che vivano rintanati in casa; persino i giardini, ben tenuti, delle case che passiamo in rassegna sono desolati…non si vede anima viva o comunque veramente poca gente.

Arrivati a Kalmar alle 17 ci rechiamo all’info turisti per cercare un b&b. Ci viene indicata una casa dello studente dove, essendo gli studenti in ferie, ci danno una camera spaziosa con 4 letti, bagno in comune e cucina da condividere con altri ospiti, particolarmente dei polacchi che sono stagionali per la raccolta dei prodotti agricoli (nella zona particolarmente fragole).
Alla sera una ottima cena a base di spaghetti al pomodoro e pancetta, salmone con pane tostato e burro e le immancabili bottiglie di birra a farci compagnia.
Decidiamo definitivamente di fermarci un giorno a rifiatare anche perché vogliamo andare a visitare il castello di Kalmar (XII secolo) e l’isola di Oland, magari attraversando il ponte che la collega, seconda isola della Svezia dopo Gotland.
Con questa decisione, dopo lauta cena, ci congediamo ed andiamo a fare le nanne.

18 giugno 2014
33 km a zonzo

Giornata dedicata alla visita della cittadina di Kalmar, al suo castello del 1160, alla cattedrale barocca a pochi metri dal mare, alla spiaggia di Kalmar e poi decidiamo di andare a vedere l’isola di Oland.
Prendiamo la strada che ci condurrà al ponte di Oland ma, appena arrivati ai piedi del ponte, un bel cartello stradale ci informa che la strada è vietata alle biciclette perché pericolosa per l’altezza e quindi per il vento.
Chiediamo informazioni e ci indicano una fermata del bus che dovrebbe portarci sull’isola. Dopo trenta minuti di attesa ci stanchiamo e ritorniamo in paese convinti di trovare un traghetto.
E così infatti è stato, dopo oltre 1 ora ci siamo imbarcati e in 20 minuti abbiamo raggiunto Oland, fatto un giro panoramico con le bici e poi mi sono fermato a lavare e pulire la bicicletta.
Rientrati a Kalmar abbiamo fatto la spesa in supermercato e ci siamo preparati una cena con i fiocchi a base di salmone marinato e affumicato con contorni vari e …l’immancabile birra.

19 giugno 2014 Kalmar – Oskarshamm 83 km in 5 ore e 7 minuti
La giornata parte male…mi sveglio con un ascesso ad un dente (si inizia a prendere antibiotici) e la bicicletta mi da problemi in quanto la ruota posteriore batte su un tampone del freno; per ovviare al problema, dopo svariate prove, abbiamo limato il tampone del freno, riducendolo di spessore, e capito che evidentemente avevano ceduto un paio di raggi della ruota.
Andando avanti per la strada Marco si accorge che in un distributore di benzina vendono anche biciclette e quindi chiediamo al titolare se può dare una occhiata alla ruota ed eventualmente stringere quei raggi che si sono allentati.

In quattro e quattr’otto ha stretto i raggi e la ruota è ritornata perfetta, il tutto senza neppure volere un compenso, che avevamo proposto: mitico, un ringraziamento via carta!
Dopo aver abbandonato la strada asfaltata abbiamo preso delle belle ciclabili miste, anche sullo sterrato attraversando la campagna, e, ad un tratto abbiamo incontrato 2 cicloviaggiatori in tandem rosso con telaio della Vetta (Pd)…incredibile… nel carrellino posteriore si alzavamo 2 bandierine…quella europea e…quella italiana!
Abbiamo incontrato Sergio ed Ada che con il loro tandem con carrellino sono partiti da Bergamo (“de sute”) con destinazione Capo Nord, due pensionati che, in coppia, sanno vivere la vita!!!

Dopo un po’ di chiacchiere e scambio di informazioni, foto di rito li abbiamo salutati calorosamente ed abbiamo continuato il nostro percorso con lievi saliscendi.
Ad un tratto, all’apice di una salita, sulla sinistra ci è apparso un bar …italiano…ma italiano fino al midollo: titolare italiano, televisione su canale italiano, pomodoro e mozzarella, spaghetti (e non “spageti”), cafféMonteriva, grappa veneta …insomma, sembrava di stare a casa.
Dopo un po’ di chiacchiere di rito e un buon caffè (con dolcetto!!) salutiamo e riprendiamo il percorso belli allegri.

Trenta minuti dopo ci coglie all’improvviso un acquazzone e troviamo subito fortunatamente riparo in una stalla per cavallo all’aperto di pertinenza di una casa pressoché totalmente distrutta dal fuoco, anche di recente.
Dopo circa mezz’ora riprendiamo la pedalata sotto una lieve pioggia, che ci fa decidere di fermarci anticipatamente ad Oskarshamm per non” finire annegati”.
Lì troviamo ricovero in un b&b in centro, una camera con 3 letti (il mio che ricordava la bara di Dracula).
Alla sera, sotto la pioggia, ceniamo da un “Kebabbaro” di lusso: piatto di Kebab speciale (3 tipi di carne), patate fritte e birra light (il titolare ci ha spiegato che teneva solo la light perché da quelle parti la gente beve molto e lui non vuole rischiare la chiusura del locale per colpa di qualche ubriacone). In effetti nel pomeriggio avevamo notato un paio di negozi, molto frequentati, che vendevano liquori, vino e birra…e null’altro!!
Nottata serena e colazione fatta in camera con caffè di moka, biscotti e marmellata.

20 giugno 2014 Oskarshamm – Gamleby
km 102 in 6 ore e 37 minuti (disl. 902 mt)

Stamattina mi alzo con nuovo problema (continuo antibiotici per sgonfiare l’ascesso al dente) e più precisamente con un tendine che parte dalla caviglia e va su, infiammato.
Dopo aver pedalato un po’ con questo dolore lancinante, mi accorgo che anche la postura del piede appoggiato sul pedale fa la differenza e quindi con Marco (che io continuo a chiamare Marcotech) realizziamo un rinforzo di legno sul pedale bloccato con lo scotch che mi consente di sforzare meno con il piede destro e quindi far percepire meno il dolore.

La giornata però è molto dura, i dislivelli sono sensibili e continui per quasi tutto il viaggio.
Ad un tratto corriamo sulla sede stradale, in assenza di traffico, e a pochi metri di fianco a noi corrono in parallelo un gruppo di giovani cervi, quasi a fare a gara con noi …bellissimo.
Arriviamo nel tardo pomeriggio a Gamleby cotti dalla stanchezza e ci mettiamo a cercare un b&b, abbandonando definitivamente l’idea della tenda perché alla notte si scende tranquillamente sugli 8/9 gradi.
Troviamo riparo, anche dalla pioggia, in un b&b in casa stile inglese, arredata con tanti oggetti di fattura africana ed il proprietario, con vistosissimo parrucchino, “rapisce” di fatto Maurizio e lo trattiene una buona mezzora a chiacchierare con lui (ovviamente quando Maurizio è rientrato lo abbiamo coglionato per altrettanto tempo sul fatto che “l’uomo con il gatto in testa si era innamorato di lui”).

Dopo la delusione della sconfitta dell’Italia del calcio contro la Costarica ai mondiali (1-0), usciamo per trovare i 3 ristoranti in centro che il proprietario aveva suggerito a Maurizio…ce ne fosse stato uno di aperto alle 20 di sera!!! Non abbiamo fatto i conti che il 20 di giugno è il solstizio d’estate, il giorno più lungo dell’anno ( avrei dovuto ricordarmelo dopo aver letto i libri di Mankell) e quindi grande festa in Svezia: negozi ed attività chiuse!

Fortunatamente ci ricordiamo del campeggio che abbiamo visto in bici, quindi lo raggiungiamo e convinciamo le ragazze del bar, visto che ci avevano appena detto che la cucina era già chiusa, a prepararci dei panini con il wurstel e delle birre…così anche per quella sera siamo riusciti a sfamarci e …dissetarci!
Nel campeggio è in corso una festa con musica e balli proprio in onore del solstizio d’estate, restiamo un po’ a guardare, notando soprattutto la presenza di una ragazza in canottiera, gran parte delle persone con un golfino …e tre cicloviaggiatori con felpe e giubbino che ancora avevano brividi di freddo (anche aiutati dalla stanchezza).
Poco dopo, infreddoliti, ci ritiriamo nel b&b per il riposo dei giusti.

21 giugno 2014 Gamleby – Soderkoping
84 km in 4 ore e 49 minuti (disl. 670 mt)

Dopo una abbondantissima colazione tipo inglese (c’è di tutto) dobbiamo decidere se fare ciclabili per 110 km, che ci propone il navigatore per raggiungere la meta prevista, oppure prendere la statale e fare poco più di 80 km. La discussione ci coinvolge per 6 secondi in tutto: buona la seconda!
Partiamo sotto la pioggia immettendoci nella statale che subito realizziamo essere in larga parte, almeno nei primi 40 km, ad una corsia per le auto e con circa 80 cm dedicato alle biciclette, centimetri che sforiamo allegramente per la presenza laterale delle borse.
Diciamo che quando, ad una corsia, ci passava vicino un camion …era veramente vicino e, stante anche la pioggia costante e l’asfalto bagnato, alcune volte non mi sentivo sereno.
Dopo circa 2 ore la pioggia ci ha graziato e quindi ci siamo messi a destra in un rientro e ci siamo fatti un bel caffè con il nostro fornelletto Msr.

Ripartiti dopo il caffè abbiamo pedalato per un’altra ora e ci siamo fermati in una sorta di autogrill dove abbiamo mangiato la tipica fetta di pane dolce con gamberetti, maionese, uovo e verdure varie.
Alla ripartenza non mi sentivo bene (probabilmente per il freddo preso in precedenza) ma per fortuna ho trovato subito una discesa di 5 km (evidentemente, come si può capire, prima c’era una altrettanto bella salita) che mi permette di respirare e riprendermi.
Dopo la discesa, a lato della strada, troviamo 3 ragazzi polacchi con bici e borse, fermi a riparare un cerchione di una bicicletta.

Il danno è notevole perché ha ammaccato il cerchione posteriore al punto che il copertone non trovando l’appoggio, con il peso sopra, sgonfiava sempre la camera d’aria. Realizzato che non potevamo essere loro d’aiuto ci siamo congedati facendo loro i nostri migliori auguri con la speranza di rivederci a Stoccolma tra pochi giorni.
Arriviamo a Soderkoping in tardo pomeriggio, troviamo b&b, con camera piccola ma accogliente, ci facciamo una bella pasta con pomodorini, antipasto di Philadelfia e uova di caviale, immancabile birra e subito a nanne.

22 giugno 2014 Soderkoping – Njkoping
75 km in 4 ore e 16 minuti (disl. 670 mt)

Dopo abbondante colazione compresa nel prezzo della notte (quindi abbuffata!!!), con 9 gradi siamo partiti lungo la ciclabile del Gota Canal per 10 km, dove abbiamo potuto ammirare il sistema di chiuse per far transitare le barche.
Poi prendiamo delle strade secondarie che ci portano ad un traghetto (gratuito) che ci fa passare un fiordo e raggiungere la terra ferma, giusto davanti ad una sorta di bar dove pensiamo bene, verso le 13 di rifocillarci con panino, uova e gamberetti.

Alla ripartenza troviamo subito una serie di salite “impegnative” (soprattutto dopopranzo) e la pioggi inizia a martellarci! Mettiamo e togliamo i vestiti impermeabili almeno 6 volte in un turbinio di pioggia e sole alternati.
Il tendine si rifà sentire oggi ed il freddo non aiuta certo a migliorare, si aggiunga poi un continuo saliscendi della strada e poco oltre le 4 ore decidiamo di fermarci e meritarci il riposo.
Troviamo riparo per la notte in una casa studenti (quasi tutti inferie) in centro a Nykoping dopo svariate errate indicazioni forniteci dai locali. In compenso telefoniamo per sapere se c’è una camera libera e ci forniscono un codice per entrare dalla porta principale, ci dicono dove trovare le chiavi per la camera e ci chiedono di lasciare il corrispettivo al mattino sul tavolo della stanza (proprio come da noi!!)
Pizza “turca” per cena, acquazzone per arrivarci in bici, immancabile birra e a letto presto perché domani sarà il giorno dell’arrivo.

23 giugno 2014 Nykoping – Jarna
68 km in 3 ore e 43 minuti ( disl. 630 mt.)

Colazione in camera con nostro fornelletto, caffè, biscotti e marmellata.
Siamo un po’ tesi perché oggi è l’ultimo giorno di viaggio. Il tempo è instabile e partiamo alle 9 del mattino.
Per strada ci fermiamo 5 minuti a parlare con un cicloviaggiatore finlandese che faceva colazione sotto una pensilina dell’autobus. Ci racconta il giro che stava facendo e tesse le lodi dell’Italia, paese che lui ama.
Ci congediamo per riprendere la nostra strada ed il cielo si fa sempre più plumbeo, nel tragitto vediamo diversi cervi ai bordi del bosco e troviamo sul ciglio della strada un tasso appena morto (è la mia prima volta che vedo un tasso ….ancorché morto).

Al km 1.001 del viaggio ci fermiamo in un rientro della strada e ci facciamo un ottimo caffè per festeggiare l’evento (è la prima volta che io e Marco superiamo i mille km).
Ripartiamo e le cataratte del cielo si aprono…almeno 3 volte dobbiamo abbandonare biciclette, borse e tutto al bordo della strada per ripararci sotto gli alberi del bosco, malgrado i nostri vestiti impermeabili.
Mai avuta una pioggia così intensa in altri viaggi!
L’alternanza pioggia-sereno continua per tutto il viaggio fino a Jarna, dove, consultando le carte, ci rendiamo conto che la strada per arrivare a Stoccolma è una statale, relativamente stretta e pericolosa vista la pioggia caduta.

Una breve consultazione e decidiamo che è arrivato il momento del treno per raggiungere Stoccolma, evitando così inconvenienti dell’ultima ora, vista la strada non esattamente in sicurezza.
Raggiungiamo il centro di Jarna, troviamo il treno e in circa 45 minuti arriviamo alla stazione prima di quella centrale di Stoccolma (da dove non partono nè arrivano le biciclette per evitare traffico).
Arrivati alla stazione, dopo un primo smarrimento, e senza navigatore che nel frattempo si era scaricato, chiedendo informazioni ed orientandosi con la cartina della città abbiamo raggiunto l’hotel “2kronor” dove abbiamo trascorso due giorni e due notti a vagare per la città e visitare i posti più significativi.

25 giugno 2014

Finito di girovagare per la bellissima Stoccolma (città a dimensione di biciletta) il 25 sera ci trasferiamo con il treno/navetta da Stoccolma all’aeroporto di Arlanda (ca. 45 km), dove in due ore provvediamo a smontare le biciclette ed imballarle nei teloni di plastica, imbottendole con dei cartoni gentilmente offerti dall’aeroporto.
Ci dormiamo la notte ed alle 6 del mattino facciamo il check-in.
Arriviamo a Venezia alle 10 del mattino, mi faccio accompagnare a casa di Maurizio a Treviso, rimontiamo la mia bicicletta e poi…concludo il viaggio con 30 km per arrivare a casa ad Oderzo.

Considerazioni

Un altro bellissimo viaggio da consigliare.
Abbiamo toccato alcune belle città come Lubecca, Copenaghen, Malmo, Ystad, Stoccolma.
Abbiamo cementato la nostra amicizia e divertiti sempre con il sorriso. Gli acciacchi come sono arrivati, se ne sono andati.
Il pensiero alla fine del viaggio?:
“Dove andremo il prossimo anno?”

Commenti

  1. Avatar Federico Giacomin ha detto:

    Complimenti a Stefano, Marco e Maurizio! Siete stati bravissimi ,leggere il vostro resoconto di viaggio mi ha fatto venir voglia di partire subito…L’entusiasmo da voi trasmesso in questo racconto è grande! Bravi ancora!

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