Detroit: la capitale dell’auto si converte alla bicicletta

La storia di Detroit è la storia dell’automobile: qui è dove, nel 1903, Henry Ford fondò la Ford Motor Company, l’azienda che rivoluzionò per sempre i modelli di produzione e i modelli di mobilità del XX secolo. Nell’arco di un secolo, Detroit passò dallo status di Motor City a quello di più grande città americana a essere finita in bancarotta, il tutto dopo aver perso oltre il 25% della propria popolazione.

Ma la crisi di alcuni è per definizione un’opportunità per altri ed è così che lo sgangherato tessuto industriale di Detroit si è trasformato in terreno fertile per la produzione di biciclette.

bicicletta detroit

Steven Bock

Qui nel 2011, Steven Bock, ex dipendente della Ford, ha fondato la Detroit Bicycle Co. dove costruisce biciclette a scatto fisso e single speed di altissima gamma (valore tra i 4.000 e i 6.000 $). A Bock si è aggiunta poi Slingshot Bicycle, un’azienda presente sul mercato che a giugno ha sospeso la produzione a Taiwan per aprire uno stabilimento proprio nell’ex città dei motori. E poi ci sono 313 Bicycle Works e Shinola, un produttore di orologi e altri oggetti di design che ha portato la propria sede dal Winsconsin a Detroit.

detroit bikesIl più grande produttore di bici in città è però Detroit Bikes, azienda fondata da Zak Pashak che ha investito due milioni e mezzo di dollari per un impianto produttivo di quasi 5.000 mq (abbandonato dalla General Motors)  dove al momento produce 1.000 biciclette  all’anno, ma che si ripromette di raggiungere la soglia delle 50.000 unità nell’arco dei prossimi anni.

Se il piano di sviluppo dovesse andare a buon fine, la sola Detroit Bikes sarebbe in grado di raddoppiare il numero di biciclette prodotte negli USA. Alla fine degli anni ’80, ogni anno negli USA venivano prodotte circa 56.000 biciclette, ma la fuga dei colossi Schwinn, Trek, Huffy verso il far east fece precipitare la produzione nazionale.

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La fabbrica di automobili Packard, abbandonata

La nascita di un’industria della bicicletta a Detroit può essere tutto, fuorché un caso: colpita dalla grande recessione, le fabbriche vuote e i prezzi di affitto estremamente contenuti hanno portato giovani imprenditori e artisti ad aprire attività economiche. I macchinari abbandonati dall’industria dell’auto, sistemi di verniciatura a polvere e manodopera qualificata nella metalmeccanica hanno creato la base per il lancio di attività produttive legate alla bicicletta.

Anche la città, d’altronde, si sta adattando alla nuova rinascita: la diminuzione della popolazione ha portato a una riduzione delle auto in circolazione e la diminuzione del traffico si è dimostrata il migliore strumento per invogliare li cittadini a inforcare la bici. Dal 2007 ad oggi il numero di lavoratori che si spostano in auto è diminuito del 20%, mentre il numero di pendolari in bicicletta è aumentato del 43%. Nello stesso periodo, la città si è dotata di 250 km di nuove piste ciclabili, anche attraverso la trasformazione delle vecchie ferrovie industriali cadute in disuso.

Motor City sembra essere uscita dall’autozoico, tutti gli occhi, adesso, sono puntati su Torino.

Credits photos: Ackerman + Gruber, Wikipedia.

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