A un primo sguardo sembra che le lancette dell’orologio siano tornate indietro di tre anni quando, nel 2012, la fiera di Verona sfidava l’egemonia incontrastata della fiera di Padova sul settore bici dando vita a una guerra combattuta a una settimana e 70 km di distanza. I risultati all’epoca furono disastrosi: lo sdoppiamento portò a una confusione tra le aziende espositrici che, non potendosi permettere di partecipare a entrambe le manifestazioni, lasciarono sul campo due mezze fiere che lasciarono l’amaro in bocca a tutti gli appassionati di bici e agli operatori del settore.

crediti immagine: ©BERGAMASCHI MARCO
La storia si risolse con una convergenza dei costruttori su Expobici (Padova), ma oggi si apre una nuova puntata di una rivalità che sembrava ormai risolta: durante una conferenza stampa a Verona appena conclusasi, è stata presentata CosmoBike, la fiera che dall’11 al 14 settembre 2015 cercherà di strappare il monopolio di Padova.
La situazione adesso è differente rispetto al 2012: allora Verona si appoggiò ad ANCMA (l’associazione di categoria dei costruttori di bici e accessori) per sfidare il predominio di Padova, oggi a lanciare la sfida è proprio il vecchio gruppo organizzativo della fiera di Padova (capitanato dall’ex A.D. della fiera, Paolo Coin) che, migrato integralmente nella città di Romeo e Giulietta, cercheranno di replicare e surclassare l’evento maggiormente di successo del mondo ciclofieristico italiano che, per altro, avevano creato da zero.

La presentazione di oggi e il nuovo logo della fiera.
Allora come oggi ANCMA rischia di essere l’ago della bilancia della partita: sembra infatti che l’associazione che raggruppa i costruttori italiani sia legata contrattualmente alla Fiera di Padova e quindi non sia libera nella scelta di campo.
Tuttavia ci sono degli elementi da considerare: Expobici è cresciuta a tal punto che nel corso dell’ultimo appuntamento, caratterizzato da un successo strepitoso, l’organizzazione e la struttura hanno mostrato la corda dando vita a diversi disagi (in primis per la distribuzione degli alimenti, ma anche per i servizi igienici) e, come se non bastasse, il temporale dello scorso 14 ottobre ha danneggiato 8 dei 15 padiglioni a disposizione che richiederanno, per tanto, misure urgenti di intervento ma, considerando i 424 mila euro di perdite accumulate nel 2013, l’impresa sembra ardua.
Viceversa, la Fiera di Verona sta dimostrando da anni, ospitando Vinitaly, di riuscire a reggere agevolmente l’impatto di centinaia di migliaia di persone e di possedere una struttura all’avanguardia.
Ultimo elemento, non di poco conto, è proprio la composizione del management: chiunque capisca anche solo un poco di business sa benissimo che i clienti sono fidelizzati più che dall’azienda, dal venditore di riferimento con cui, negli anni, si viene a creare un rapporto di fiducia reciproca consolidata. La fuga di cervelli da Padova a Verona può diventare decisiva in questo senso: Expobici deve essere dotata di nuove figure di riferimento che, oltre ad essere a proprio agio nel settore fieristico, riescano a costruirsi, nel giro di pochi mesi, un portafoglio clienti in grado di rendere ancora credibile l’offerta fieristica padovana.
Ad ogni modo, una cosa è certa: Padova non resterà di certo a guardare e a breve reagirà.
A noi non resta che metterci seduti e stare a guardare come si svilupperà questo scontro tutto veneto, nella speranza che ne esca una situazione più matura e in grado di sfidare lo strapotere dell’Eurobike di Friedrichshaffen che, oltre a situarsi in una zona che difficilmente può essere più scomoda da un punto di vista logistico, ha occupato tutto lo spazio espositivo a disposizione.
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