Sabato 14 giugno – Astorga – Villafranca del Bierzo
Si parte con la consapevolezza che gli altopiani sono finiti, d’ora in avanti dovremo affrontare delle montagne con salite anche piuttosto lunghe.
I primi 20 km dopo Astorga sono di salita contenuta, dopo Rabanal del Camino ci sono altri 10 km di salita molto più impegnativa, che ci portano a superare i 1500 m s.l.m. della Cruz de Hierro.
La Croce di Ferro è sì il punto più alto, ma c’è ancora qualche chilometro di saliscendi prima di imboccare la lunghissima e ripidissima discesa che ci porta a Ponferrada 1000 m più a valle. La discesa è molto più ripida su questo versante rispetto alla nostra salita, ho visto sullo strumento tratti molto lunghi con pendenza del 16%; oltretutto anche l’asfalto e piuttosto rovinato, siamo costretti a scendere con i freni molto tirati, addirittura a Cesare scoppia una camera e gli deforma anche la gomma, che dovrà essere sostituita a Ponferrada.
Grandi salite non ne troviamo più, ma è un’ondulazione continua, oltretutto fa molto caldo e pedalare è davvero una fatica; si è anche alzato un vento molto forte che ci soffia contro.
Non invidio assolutamente i camminanti che patiranno il caldo anche più di noi.
A mezzo pomeriggio raggiungiamo l’ostello “Ave Fenix” dove con 15,00€ otteniamo un ottimo trattamento di mezza pensione; l’ambientazione di questa struttura è una via di mezzo fra un’osteria e un rifugio di montagna.
Percorsi km 79,5 pedalato ore 5:22
Domenica 15 giugno – Villafranca del Bierzo – Sarria
Quella di oggi sarà un’altra tappa di montagna, si ripete il copione del giorno prima: 20 km in falsopiano, poi dopo Vega de Valcarce la salita si fa seria.
Per superare il monte Cebreiro non dobbiamo temere né i lupi, né i briganti, come accadeva invece ai pellegrini di un tempo; la fatica, però, sarà la medesima: 800 m di salita continua al 12%, qualche breve tratto spiana leggermente, ma meno del 9% non scende. E’ una salita davvero impegnativa, oltretutto sono attorniato da un nugolo di mosche fastidiosissime che continuano a fermarsi sul volto e sulle braccia procurando un prurito insopportabile: c’è già il sudore che cola e da fastidio, ci mancavano le mosche; non posso neppure staccare le mani dal manubrio per scacciarle, devo tenerlo ben stretto per mantenere l’equilibrio.
Ogni tanto ci sono per terra delle scritte di incitamento, a volte sono spiritose e aiutano a sentire meno la fatica.
Dalla cima del monte Cebreiro appare la Galizia, ultima regione del nostro viaggio.
La giornata è serena ma non si vedono né Santiago né l’oceano, come ci lasciava sperare la guida; in compenso si vedono moltissime colline, infatti non troveremo più un pezzo di pianura fino all’arrivo.
Anche qui la salita non è finita: dopo una prima parte di discesa c’è ancora l’Alto de San Roque che ci fa tribolare.
Poco prima incontriamo un personaggio particolare.
Questo signore, stupidamente non gli ho neppure chiesto il nome, era diretto anche lui a Santiago, era partito da Bordeaux e aveva già percorso 1000 km.
Sull’Alto de San Roque c’è un posto tappa e ci fermiamo per il pranzo; è piuttosto affollato di pellegrini e qualcuno vocifera di arrivare a Santiago la sera successiva. Incomincia a sentirsi aria di arrivo. Io mi faccio due conti: mancano circa 150 km, facendone oggi ancora 20 o 30 ne avanzerebbero 120 /130 per domani.
Mi sembra di voler forzare i tempi; quindi non mi faccio prendere dall’euforia dell’arrivo e cerco di godermi quello che resta del cammino.
Imbocchiamo una discesa molto veloce, poi ancora qualche risalita e in fine una discesa più moderata fino a Sarria.
Percorsi 78,5 km, pedalato ore 5:11
Lunedì 16 giugno – Sarria – Arzua
Tutta la notte tira vento molto forte, per fortuna all’alba si quieta. Inizia un nuovo giorno.
Giornata cominciata male: quando vado a ritirare la bicicletta dal deposito trovo la ruota posteriore a terra. Riparare la camera ci porta via mezz’ora, in più girando la bicicletta mi prende mal di schiena.
Quando ci mettiamo a pedalare mi sento piuttosto indolenzito; Cesare dice che vado più adagio del solito, infatti ogni salita mi supera e fatico a stargli dietro e in più nei primi chilometri sbagliamo strada e facciamo un giro più lungo.
Dopo una ventina di chilometri passiamo per Portomarin, una bella cittadina ricostruita sulle rive di un lago artificiale.
La strada prosegue con continui saliscendi ininterrotti oltretutto fa parecchio caldo,più avanti rincontriamo Toldo col carretto attaccato alla bici.
Verso le 15:00, sopraffatti dal caldo, ci fermiamo: mancano solo 40 km a Santiago, li teniamo per domani.
Percorsi 79,2 km, pedalato ore 5:14
Martedì 17 giugno – Arzua – Santiago
Questa mattina facciamo tutto con calma, anche sulla strada pedaliamo con più tranquillità. Ormai Santiago dista solo 40 km, non ci può scappare.
Notiamo che i camminanti, che fino al giorno prima erano sempre più numerosi sulla strada, sono quasi completamente spariti; specialmente negli ultimi 20 km ne vediamo parecchi alle fermate degli autobus, ma sulla strada ne sono rimasti veramente pochi.
Continuano ad alternarsi salite e discese senza un metro di pianura, una di queste salite ci sembra più lunga del solito, tanto che pensiamo di aver sbagliato strada; abbiamo lasciato la deviazione per l’aeroporto e l’imbocco della tangenziale già da un po’, la salita insiste, poi intuiamo che è l’ultima, il Monte do Gozo, e finalmente ci appare Santiago.
Ora che abbiamo visto le guglie della cattedrale non temiamo più né salite né altro.
Le fotografie, davanti al cartello della città prima e davanti alla cattedrale dopo, sono d’obbligo.
Il ciclo computer registra i seguenti dati:
Pedalato per 23 giorni continuativi, ovvero 129 ore e 16 minuti, percorsi 1.978 km, consumate 35.755 calorie, dislivello positivo 21.034 m.
Ho calcolato che da casa mia a Santiago sono stati necessari più di 500.000 giri di pedale.
I commenti che non rispettano queste linee guida potranno non essere pubblicati