500 km da Castel San Pietro Terme (Bologna) a Campo Imperatore (L’Aquila). Di seguito il racconto del viaggio, in 9 tappe e un giorno di riposo.
Personaggi ed interpreti:
Velobicide (Seve) con questa macchina:
LaCapitana (Mary) con questa macchina:
1° tappa (25/6/2015): da Castel San Pietro Terme a Fiorenzuola
km 54,48, tempo 3h 37m, vel. max 56,3
Pranzo leggero e alle 14,38 prendo il via. I primi 15/16 km sono di pianura, giusto per surriscaldare i muscoli, già bollenti vista la temperatura africana.
La salita che porta a Gesso non è, come credevo, una banalità da collina.
Le pendenze sono subito impegnative (dall’8 al 10 %); l’asfalto è a tratti rimosso e lascia posto allo sterrato, i pezzi mancanti non sono mai troppo lunghi (50/100 mt) ma si ripresentano con troppa frequenza.
Fino a Piancandoli la salita è abbordabile e mi consente di notare un paio di ramarri (in milanese: ghezz) che placidamente prendono il sole e testimoniano la salubrità della zona.
Da Piancandoli a Peglio le pendenze si accentuano notevolmente.
Al raggiungimento di questa segnalazione giro a sinistra e getto un ultimo sguardo alla pianura Padana.
Mi lancio in discesa, non bellissima ma almeno riposante, e raggiungo l’unico tratto in pianura (30 mt di ponte che scavalca un torrente) poi ancora salita, poi discesa, ancora pianura (ponte) ed infine l’ultima salita. Con la discesa finale mi fiondo su Firenzuola.
Mi ricongiungo con Marisa che è stata sempre nei miei pressi, per un poco stava davanti, poi la raggiungevo, lasciava passare qualche minuto quindi mi superava e via così fino alla meta odierna.
La relativa altitudine di Firenzuola (circa 420 mt sul mare) non riesce a mitigare il gran caldo; temperature elevate anche di notte.
2° tappa (26/6/2015): da Fiorenzuola a Fiesole
km 48,73, tempo 2h 44m, vel. max 67,8
Oggi tappa corta, la scelta di Fiesole come città di arrivo è giustificata dalla vicinanza di Firenze alla quale è collegata con un ottimo servizio di bus che ci permetterà, domani, di effettuare una bella visita alla città gigliata.
Alle 7,30 prendo il via. Strano ma vero mi accoglie una mattinata freddina e nebbiosa!
La salita inizia subito e termina, dopo circa 11 km, al passo del Giogo. Le gambe mi fanno male per le fatiche, non previste, di ieri.
Dal passo, con 9 km di discesa che ha un buon manto stradale e traffico inesistente, arrivo all’Autodromo del Mugello; che goduria!
All’Autodromo è obbligatoria una foto ricordo:
Con la strada sfioro Borgo San Lorenzo, proseguo per Fiesole con una carrozzabile anonima e senza attrattive.
Pochi metri dopo il passo Le Croci vado a sinistra per Fiesole.
La strada è in leggera discesa e non raggiungo velocità eccessive, questo mi permette di godere del panorama, la Toscana è sempre bella.
L’arrivo al campeggio di Fiesole è traumatico, prima una svolta a gomito a sx con salitella (diminutivo vezzeggiativo solo perché corta) al 15%, qualche metro di piano e poi, secca, secchissima la rampa finale al 17%. Mi rincuoro vedendo Marisa che mi aspetta; pur stravolto la ringrazio per la dedizione. Per oggi è finita; domani giorno di riposo.
Qualche foto in libertà.
Caldo torrido per tutta la giornata, rientriamo sfiniti. Per fortuna c’è la piscina, un tuffo e due bracciate ci rimettono in sesto.
3° tappa (28/6/2015): da Fiesole a Poppi
km 58,95, tempo 3h 31m, vel. max 61,1
Riprendiamo il percorso. Durante la notte un leggero temporale ha fatto finta di rinfrescare l’aria.
Scendo in Firenze, attraverso l’Arno con il ponte di Varlungo, cerco il Manzoni Alessandro (in meneghino: Don Lisander), non c’è, deve avere finito di sciacquare i panni.
Resto sul versante sud del fiume fino a Pontassieve. Qui comincia la salita per il Passo della Consuma. Sono circa 15 km più o meno di buona pendenza; la giornata di riposo di ieri si nota, faccio più fatica!
A questo cartello la carrozzabile spiana, tavoli e panche da pic-nic mi invitano a pensare che la salita sia finita, ERRORE!!! Mancano ancora 1.500 metri di erta (lo saprò poi); nel frattempo la carica adrenalinica si è nascosta dietro l’acido lattico; che mal di gambe quando la testa non collabora!
Chiamo qualche Santo a darmi una mano, non si fanno pregare più di tanto e mi scortano fino in cima.
Marisa immortala l’arrivo:
Mi sono permesso di rinominare questo passo in…Passo che ti Consuma.
Meno male che c’è sempre un sorriso.
Vorrei riposarmi come queste:
Ma non c’è tempo; devo tornare al “lavoro”, quindi via per la tanto agognata discesa che, con qualche piccolo saliscendi, mi accompagna fino a Poppi.
Salgo in camper poco prima del centro e con LaCapitana cerchiamo l’area di sosta camper.
Giretto in paese, a nostro parere nulla di eclatante, e ci immortaliamo con un classico autoscatto (no selfie).
4° tappa (29/6/2015): da Poppi a San Sepolcro
km 66,24, tempo 3h 36m, vel. max 57
Alle 7,35 parto con il vento in “poppa” (facile gioco di parole per indicare che sono in discesa fino al centro di Poppi). Strada Statale fino a Bibbiena (quindi traffico) e poi solo noi.
Binomio perfetto camper+bici, LaCapitana+Velobicide che coppia!
La strada è tortuosa, stretta e con salite ma é ombreggiata e senza auto, una meraviglia. I panorami richiamano le Alpi (anche le pendenze).
Dopo Chiusi della Verna si sale al valico dello Spino, poi discesa fino a Pieve S. Stefano, saliscendi iniziali poi pianeggiante fino a Sansepolcro. Da Pieve S. Stefano a Sansepolcro ho accuratamente evitato la superstrada perché non volevo, vista l’elevata velocità a cui procedevo, umiliare gli automobilisti!
Gironzolando per Sansepolcro abbiamo ritrovato l’albergo in cui pernottammo, nel lontano 2001.
5° tappa (30/6/2105): da San Sepolcro a Gubbio
km 58,04, tempo 2h 22m, vel. max 48,8
Le strade non belle, anzi dissestate, hanno lasciato il segno. Nell’inforcare la bici mi accorgo che la leva del freno di destra è più bassa della sua gemella. Il continuo frenare in discesa e gli scossoni dovuti alle strade dissestate hanno fatto comunella e mi hanno smollato il serraggio della leva freno. Dovrò provvedere.
Ieri sera ho verificato attentamente la strada che avrei voluto fare (Sansepolcro-Città di Castello-Pietralunga-Gubbio) e sono venuto a più miti consigli. Per non peggiorare lo stato di stanchezza opto per le statali, sicuramente trafficate ma con pendenze inferiori.
Pur essendo statali l’asfalto è in uno stato pietoso, almeno fino ad Umbertide, concentrato sull’evitare, per quanto possibile, le buche non mi accorgo che dopo Umbertide avrei dovuto andare a sx, prendo invece a dx per un ameno paese dal simpatico nome -Pierantonio-; mi sciroppo 4 km prima di rendermi conto dell’errore. Chiamo Mary, l’avviso del contrattempo e torno indietro. Finalmente imbocco la SS 219 per Gubbio, qui il manto stradale è in buone condizioni, quasi un miracolo.
Il traffico è elevato, la strada è abbastanza larga, le curve sono ad ampio raggio e gli autoarticolati si divertono a farmi il pelo, lo spostamento d’aria che creano è devastante, ogni volta sbando pericolosamente.
Il vaso trabocca quando l’ennesimo T.I.R. straniero mi toglie la polvere dal braccio sinistro. BASTA. Mi fermo al primo ciglio stradale abbordabile e chiamo LaCapitana per dirle che salgo a bordo, mancano 18 km a Gubbio.
Per vendetta non pubblico foto delle strade percorse oggi.
Nell’area di sosta camper a Gubbio sistemo la leva freno.
La città ci attende per visitare le sue bellezze.
A Poppi meritava la visita al Castello.
Vado al 2 capitolo….
Grazie per avuto la pazienza di leggerci. In effetti abbiamo visitato anche il castello di Poppi, che sicuramente è la cosa migliore, ma solo da fuori.
Buone pedalate.
ciao.
Severino