Trek Isospeed, la ricerca del comfort in sella

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Il comfort in sella è uno degli obiettivi primari nel ciclismo, soprattutto in quello agonistico, dove si passano ore seduti sul sellino pestando sui pedali. Un problema sta nascendo per via della direzione tecnologica presa dalle biciclette (sia da strada che mtb) nell’ultimo decennio: telaio in composito alto modulo, ruote con pochi raggi, cerchi ad alto profilo, foderi posteriori più corti.

Il tutto è pensato per esaltare la rigidezza del mezzo meccanico, affinché le deformazioni siano minime e quindi la trasmissione dell’energia di pedalata sia massimale (ogni qualvolta un componente si deforma si ha una dissipazione di energia che non si trasmette alla ruota). Il problema è che l’eccessiva rigidezza non va a braccetto con comfort in sella e assorbimento delle vibrazioni.

Le case costruttrici stanno pensando soluzioni innovate per la gestione di questo aspetto e per aumentare l’assorbimento degli impatti, che sono un aspetto essenziale del mondo mtb, gravel ma anche su strada (pensate alla Parigi-Roubaix).
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L’azienda americana Trek ha lanciato sulle sue bici da strada il sistema “Isospeed decupler”, una specie di snodo posto all’incrocio tra tubo orizzontale, piantone, foderi verticali e reggisella. Grazie a questo snodo, gestito da cuscinetti, il piantone ha la libertà di flettere quando la ruota posteriore subisce un impatto, deformandosi maggiormente e quindi assorbendo l’asperità senza far perdere la rigidezza generale del telaio. Gli impatti quindi vengono assorbiti dal telaio e non si trasmettono al bacino del ciclista.

Il sistema funziona solo con il ciclista seduto in sella mentre non si attiva quando ci si alza sui pedali, altrimenti si avvertirebbe un deleterio effetto “bobbing”, come se si ballasse sui pedali.
I vantaggi tecnici, oltre all’elevazione del comfort, si riflettono in una pedalata più fluida e rotonda, un affaticamento minore dei muscoli (e la possibilità di ridurre tecnopatie come lombalgia e cervialgia) e una ruota posteriore che rimane più a contatto con il terreno.

Già testata ampiamente su strada, il sistema è stato presentato a Eurobike 2015 anche sulle mtb front da cross-country. I vantaggi di controllo del mezzo nei tratti tecnici (rock garden e discese “spaccate”) saranno sicuramente evidenti senza appesantire il mezzo né passare a una full che ha lo svantaggio di un costo d’acquisto maggiore e di una manutenzione doppia (forcella e shok e quello che non c’è non si rompe, diceva un uomo saggio).
Che sia questa la soluzione ideale per gli appassionati che amano il carbonio ma hanno problemi nel gestirne l’eccessiva rigidità?

Commenti

  1. Avatar Nicola Stocchiero ha detto:

    E usare l’acciaio invece del carbonio no? Troppo semplice ed economico?

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