Questa “grande impresa” ha una genesi simile a quella della ben più nota traversata del Phileas Fogg di Verne: tutto nasce a causa di una stupida scommessa. Sfruttando il pretesto della sfida con un gruppo di amici colgo la ben più ghiotta occasione di scommettere con me stesso e decido di cimentarmi in un’esperienza che si preannuncia massacrante sia sul piano atletico che su quello psicologico.
Dopo una rapida ma intensa preparazione fisica ed una più adeguata messa a punto della mia fidata Mountain Bike parto da Santa Maria Capua Vetere alle 05:47 del 10 agosto. Consapevole di dover preservare le energie per affrontare la “leggendaria” salita di Cascano cerco di tenere un ritmo non eccessivamente elevato.
Dopo 1 ora e 4 minuti di pedalate faccio una sosta a Francolise per reintegrare acqua e zuccheri e prepararmi così ad affrontare una parte del percorso da me mai battuta su due ruote. Il tratto Francolise-Cascano è senza ombra di dubbio il più difficile da superare a causa del susseguirsi apparentemente infinito di salite che sembrano quasi poste lì da un satanasso affetto da sadismo.
Alla fatica si sostituisce pian piano la soddisfazione alla vista dei veicoli che sono costretti a scalare di marcia e al suono dei motori che sembrano soffrire, molto più di me, una salita che è entrata a pieno titolo nell’epica vacanziera campana. Poco dopo le 08:00 giungo a Piazza Roma a Cascano dove decido di fermarmi un minuto per godermi la conquista della “vetta”.
Spinto dall’euforia per aver superato la serie di salite e dall’idea (sbagliata) di non trovare altri ostacoli nei Km successivi inizio a spingere maggiormente sui pedali fino ad arrivare, prima delle 09:00 ad attraversare il Fiume Garigliano e ad entrare quindi nel Lazio. Da questo momento in poi il mio ritmo inizia a calare vistosamente.
Dopo aver dato tutto nella parte più dura del cammino, devo fare appello alle mie ultime energie, soprattutto a quelle mentali, per fare gli ultimi 20 Km. Dopo l’ultima sosta, che aveva lo scopo ufficiale di immortalare l’arrivo a Formia, ma che, in realtà, mi è servita per far riposare un poco le gambe, mi impongo di continuare a pedalare fino alla mèta.
Così, dopo 04 ore 2 minuti e 51 secondi di fatica, litri e litri di sudore versati, migliaia di calorie bruciate e una serie infinita di pedalate, riesco a completare la mia impresa: 67,27 Km su una strada non proprio agevole per un principiante e percorsi con una Mountain Bike con ruote da fuoristrada. Sono consapevole che per un ciclista mediamente allenato e dotato di una bicicletta idonea a quel tipo di percorso la mia “impresa” deve risultare una semplice passeggiata.
Come ho già detto, la sfida è e sarà sempre con me stesso: la piena consapevolezza dei propri limiti deve essere lo sprone che spinge a superarli e a spostare sempre un po’ più in avanti la linea di confine.
Bravo complimenti… come dici il confronto lo devi fare con te stesso… quando viaggio faccio anche tappe di duecento chilometri in mtb con bagaglio . La tua impresa è grande, non è una passeggiata lo capisco da come l’hai vissuta sii fiero di te e goditi la soddisfazione. Ancora bravo ti auguro che questa passione perduri in te così da compiere altre imprese.