Se Beppe Sala va in bicicletta
Ieri mattina, Beppe Sala, il sindaco di Milano ha condiviso su Facebook una foto che lo ritrae in sella a una bicicletta mentre pedala in una mattinata meneghina qualunque. Una di quelle mattinate fatte di grandi boccate di monossido d’azoto e di furgoni parcheggiati sulla corsia ciclabile con le quattro frecce accese.
Come era facile aspettarsi, la foto in questione ha ricevuto molti apprezzamenti, commenti di encomio e condivisioni perché, alla fine, è sempre bello vedere la classe politica per una volta smontare dall’auto e muoversi in modo rispettoso del mondo che la circonda.
Nella descrizione che accompagna la foto, Sala ha spiegato il motivo del proprio gesto: “A Milano il tempo è splendido, ma se non piove le polveri sottili restano sopra la media. Questo il mio piccolo contributo all’ambiente”.
Insomma, sembra che ieri Sala si sia alzato dal letto in un tripudio di ambientalismo militante che lo ha portato a inforcare la bicicletta per spostarsi in giro per la città che amministra.
E sarebbe tutto perfetto, ma nella narrazione c’è qualcosa che non quadra.
Sala si è finalmente reso conto del problema delle polveri sottili e, poiché la pioggia non arriva, deve trovare qualche soluzione e la soluzione che trova (evviva) è la bicicletta come mezzo di trasporto.
Con la foto pubblicata su Facebook, pare che il sindaco volesse stimolare l’emulazione da parte dei propri cittadini affinché questi, contagiati dallo stesso spirito ambientalista, iniziassero a usare la bicicletta quotidianamente e con insistenza risolvendo per sempre il problema delle polveri sottili. Solo che, come ben sappiamo, la gente non ha particolare cura e attenzione per un concetto vago come quello dell’ambiente e la dimostrazione è che nonostante l’affaire dieselgate, le vendite di autoveicoli dei marchi coinvolti nello scandalo sono in costante crescita.
Se questo approccio sarebbe inefficace in ogni città del pianeta, mai come a Milano sembra fuori luogo: Milano è la capitale economica d’Italia, la città dove più che altrove il tempo è denaro e in cui la produttività è un valore che spesso viene messo prima della famiglia, figuriamoci dell’ambiente!
E quindi mi chiedo: se Sala voleva stimolare l’emulazione da parte dei propri concittadini, perché non ha scritto che la bicicletta è il mezzo più veloce per muoversi in città, ovvero il mezzo ideale per chi non ha tempo da perdere? Un’affermazione simile, sostenuta da uno dei più grandi manager italiani sarebbe stata sicuramente più credibile e probabilmente avrebbe potuto stimolare (allora sì) l’emulazione ricercata da parte dei Milanesi.
Insomma, Beppe Sala che usa la bicicletta per tutelare l’ambiente fa lo stesso effetto di un Luca Mercalli che sostiene di usare la bicicletta per combattere la cellulite. Non funziona.
E poi c’è la scelta lessicale: il “piccolo contributo”.
Usare la bicicletta è il piccolo contributo che io o voi che leggete possiamo offrire per risolvere il problema delle polveri sottili, ma dal sindaco di una città di qualche milione di abitanti e con l’aria peggiore d’Europa credo che ci si possa aspettare un piccolo contributo un pochino maggiore.
Milano è una città europea, con un sistema di trasporti pubblici eccezionale e che non offre veramente nessuna scusa a quel 50% della popolazione che si ostina a utilizzare quotidianamente l’auto (e non venitemi a dire che la metà dei Milanesi ha la nonna zoppa o il figlio disabile).
Il piccolo contributo che sarebbe lecito aspettarsi è quindi un rafforzamento e un’estensione di AreaC, un aumento dei prezzi della sosta, la creazione di una rete di itinerari ciclabili sicuri, la realizzazione di velostazioni in prossimità delle stazioni dei treni per favorire l’intermodalità e tanti, tanti stalli per bici disposti in giro per la città. Insomma, un sindaco che vuole fare qualcosa per l’aria della propria città deve premiare i virtuosi e creare un programma di disincentivi a quella quota della popolazione che nella propria ostinazione a non voler cambiare abitudini danneggia anche tutti gli altri.
Ma più probabilmente, invece, il piccolo contributo è proprio una foto in bicicletta da far girare sui social, giusto il tempo di raccogliere qualche pacca sulla spalla digitale e prendere tempo nell’attesa della pioggia e che anche questo inverno passi.
Tanto, come si dice per l’amianto, le malattie causate dalle polveri sottili si manifestano dopo 30 anni e tra 30 anni nessuno si ricorderà più di Beppe Sala sindaco di Milano.
Nel frattempo l’aria di Milano è amara come non mai.
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