Strava lancia una nuova sfida: il bike to work. La vincita? Una vita e una città migliori.
Se siete anche solo vagamente interessati al ciclismo sportivo, quello del giro d’Italia per intenderci, sapete che cos’è Strava. Si tratta dell’applicazione più utilizzata per tenere traccia dei propri allenamenti in bici (lunghezza, velocità, salite) ma soprattutto per condividerli su un proprio profilo sociale e sfidare virtualmente gli altri ciclisti che percorrono gli stessi tratti: chi è stato il più veloce, ad esempio, ad affrontare una determinata salita?
Storicamente, i vari settori del mondo della bici non si parlano molto: gli stradini non escono con i bikers, ed entrambi hanno poca dimestichezza con il ciclismo inteso come modalità quotidiana di trasporto. Ovviamente ci sono sempre state eccezioni. Ora però sembra che le cose stiano cambiando, e che anche i ciclisti sportivi siano sempre più attenti alla ciclabilità urbana.
È di pochi giorni fa la notizia che l’UCI intende impegnarsi a fondo per promuovere l’uso della bici anche da parte di chi non è interessato a diventare il prossimo Vincenzo Nibali. Il tragico evento della morte di Michele Scarponi ha focalizzato l’attenzione del settore sul tema della sicurezza stradale. E anche questa iniziativa di Strava si pone su questa scia.
I gestori della app hanno indetto infatti per la giornata di domani 11 maggio il Global Bike to Work Day Challenge, in italiano la sfida globale del tragitto casa-lavoro in bici. In pratica basterà mettersi in sella e avviare la app Strava come al solito, per registrare il tragitto, che potrà anche essere taggato con l’hashtag #commutescount sui social media.
Durante la sfida dello scorso anno furono caricati più di 80mila tragitti in un solo giorno, in ben 180 paesi.
L’obiettivo per quest’anno è di superare la prima cifra. Si tratta di un’iniziativa importante anche per un altro motivo: le tracce registrate dai ciclisti infatti mostreranno quali sono le strade più usate da chi si sposta in bici, e quindi dove sarebbe più importante e urgente intervenire per la sicurezza. Strava afferma che questi dati verranno poi forniti alle amministrazioni locali.
E forse, andando per una volta in bici al lavoro, si potrebbe scoprire che si tratta anche di un ottimo allenamento in vista della prossima granfondo!
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