La bicicletta ha più di 200 anni. In questi duecento anni la bici ha subito moltissime trasformazioni, ma quasi sempre l’idea di base è rimasta la stessa: un mezzo formato da due ruote unite da un telaio, che procede grazie a un equilibrio quasi magico.
C’è però una variante che è stata finora un po’ snobbata: la bicicletta a tre ruote. Perché aggiungere una ruota a un progetto quasi perfetto? Una ruota in più, che sia all’asse anteriore o all’asse posteriore, apporta due vantaggi fondamentali: una maggiore stabilità e una maggiore capacità di carico.
Due vantaggi strettamente legati tra loro; soprattutto quando il “carico” da portare non è fermo, ma si muove in maniera imprevedibile… come può fare un bambino (o due bambini, o tre!). Se il cassone su cui sono comodamente seduti i bimbi poggia su un asse fra due ruote, la guida è molto più stabile anche nel caso in cui i piccoli si agitino. Anche far salire e scendere i bambini da una bicicletta a tre ruote è molto semplice, in quanto la bici sta in piedi da sola.
Tutti vantaggi di cui si gode anche nel caso in cui si debbano trasportare merci pesanti: è per questo che le cargo bike con maggiore capacità di carico hanno quasi sempre tre ruote. E se il carico si fa pesante? Nessun problema, basta aggiungere un piccolo motore elettrico e una batteria per alleggerire la pedalata.
In Danimarca, dove di bici un po’ se ne intendono, anche la principessa Mary, moglie del futuro re Federico, ha scelto una bicicletta a tre ruote per portare i propri figli a scuola: con le strade innevate, è importante che la bici sia stabile. Inoltre in questo modo i bambini possono guardarsi attorno, scoprire la città, parlare con il genitore… senza essere rinchiusi in una scatola di metallo da casa a scuola.
Anche se non si ha la necessità di trasportare grossi carichi, una bicicletta a tre ruote continua ad avere il suo perché. Soprattutto nei casi in cui persone anziane o con difficoltà di equilibrio, ma in buona forma, vogliano mantenere la loro mobilità. Potranno così spostarsi in sicurezza, su una bici che rimane sempre stabile, facendo una salutare attività fisica, e senza abbandonarsi alla passività di uno di quei veicoli elettrici a 4 ruote, più adatti per casi più gravi. In questi casi basta anche una bici più semplice, come questa in foto prodotta dalla Bianchi, con un piccolo cestino per la spesa.
Ma ci sono anche altri modelli di bicicletta a tre ruote, dotati di una maggiore cura nel design, e di una maggiore flessibilità d’uso. Come ad esempio la TAGA bike.
Si tratta di una bici già premiata con il Red Dot Award per le sue caratteristiche. Può essere ripiegata in modo da occupare meno spazio. Sono disponibili diversi accessori pensati prima di tutto per un uso in famiglia, come ad esempio delle capotte antivento e antipioggia per poterla usare anche nella stagione invernale, ma anche un “Maxi Cesto” che la può trasformare in una vera e propria cargo per il trasporto di merci e materiali ingombranti a cui si può aggiungere un kit elettrico per affrontare salite o per risparmiare in termini di fatica e sudore.
La versione “Passeggino” della Taga è di fatto l’unica bici al mondo “convertibile”, ovvero che può essere trasformata con un semplice movimento in un passeggino per trasportare bambini anche in tenerissima età senza il bisogno di pedalare. Nel video che segue è mostrata proprio questa operazione.
Ogni anno dobbiamo festeggiare l’invenzione della bici e la sua multiformità, la sua capacità di adattarsi a seconda delle situazioni: c’è chi vuole una bici da corsa per andare veloce; o una mountain bike per esplorare la natura… e chi ha bisogno di una bici a tre ruote per trasportare in sicurezza bambini o carichi pesanti.
Contenuto sponsorizzato
Vorrei sapere come ordinare un ciclo tre ruote per adulto GRAZIE
Sicuramente più comode e capienti di una bicicletta tradizionale ma non è proprio corretto dire che un triciclo è più stabile di una bici a due ruote, in quanto, se questo vale in una analisi statica o in un moto rettilineo (e anche qui ci sarebbe da ridire), è proprio l’opposto durante un curva e con una massa non fissa che tende ad uscire dal baricentro del triciclo ovvero centro del triangolo formato da i tre centri delle ruote. In questo caso il triciclo curvando come una “macchina” e non inclinandosi, riduce sensibilmente l’area del “triangolo” esponendosi al rischio di ribaltamento. Basta guardare come vengono guidati i sidecar ovvero pilota e autista si inclinano verso il centro della curva, rimanendo verticali o peggio inclinandosi verso l’esterno, il triciclo tende a sollevare da terra la ruota interna e si ribalta. La bici “normale” avendo due ruote, sicuramente meno stabile da ferma, ma non è soggetta a ribaltamenti come il triciclo. In conclusione penso che sia meglio un rimorchio con un giusto snodato.
Bicicletta, nata perfetta!