Rubriche e opinioni

Fuori le auto dalle città

Quella che vedete qui sotto è un’immagine di come appare la Pianura Padana vista dallo spazio.

smog italia

C’è una nuvola grigia, quasi fantozziana, che copre la zona più popolosa del paese. Contrariamente alla nuvola del ragionier Fantozzi, però, questa nuvola anziché portare pioggia, porta con se malattie e riduzione dell’aspettativa di vita: si tratta di una nube di smog, un concentrato di gas tossici e cancerogeni che ogni anno causa la morte prematura di oltre 90 mila persone solamente in Italia.

La stessa immagine, per la zona di Milano e dintorni, può essere rappresentata come segue:

L’aria è, in buona sostanza, irrespirabile e non servono centraline disposte a caso in giro per la città per testimoniarlo. Basta mettere un piede fuori di casa per rendersene conto: l’aria è amara, la più amara d’Europa, per la precisione.

La causa della cappa di smog

Secondo ARPA Lombardia, nella provincia di Milano la fonte principale delle polveri sottili (PM) è il traffico veicolare per il 47% mentre le combustioni non industriali, fra cui i riscaldamenti, sono responsabili del 19%. La fonte principale degli ossidi di azoto (NOx) è sempre il traffico per il 66% mentre riscaldamenti lo sono per il 14%. Stesso discorso per l’ozono (O3) al suolo.

E di fronte a questa vera e propria emergenza che sta riempiendo gli ospedali di bambini in preda a crisi asmatiche e bronchiti (neanche fossero ottuagenari fumatori incalliti), fanno sorridere i rimedi proposti dalle varie amministrazioni  cittadine.

A Torino, per esempio, il Comune invita i cittadini a non uscire di casa e a evitare di aprire porte e finestre. E c’è chi non manca di fare un’acida ironia sul tema (individuando perfettamente, però, la causa del problema).

A Milano, l’assessore alla mobilità e(sic) ambiente, Marco Granelli, insieme al PD locale, ha deciso di prendere di petto la situazione e ha inviato una lettera ai condomini (presentando dati senza fonte e palesemente in contrasto con quelli ARPA) per chiedere di adeguare le caldaie alle più evolute norme di efficienza energetica.

Tutto questo mentre a Milano ci sono temperature primaverili, le caldaie sono spente e i limiti di PM10 sono due volte oltre i limiti stabiliti per legge.

I nostri amministratori stanno facendo di tutto per negare l’evidenza e si dimostrano totalmente incapaci di risolvere quella che è un’emergenza vera e propria: chiedono per piacere ai condomini di cambiare il combustibile delle proprie caldaie ed emanano divieti di circolazione per i veicoli diesel più inquinanti senza prevedere alcun meccanismo di controllo. Esiste un divieto, ma nessuno lo fa rispettare.

La soluzione.

Non occorre essere dei geni per capire che se la maggior parte delle polveri sottili sono generate dal traffico veicolare, l’unica soluzione possibile è quella di intervenire sul traffico veicolare istituendo un blocco immediato della circolazione di tutti i veicoli privati a motore fino al rientro dell’emergenza, anche se questo significherebbe costringere chi lavora ad alzarsi un’ora prima al mattino per prendere i mezzi di uno dei sistemi di trasporto pubblico più avanzati ed efficienti in Europa. Nel mentre, le amministrazioni dovrebbero lavorare per rendere fruibile la città anche senza automobili e motorini puntando su tram, autobus, taxi condivisi e biciclette per gli spostamenti di corto raggio.

Ma proprio questo è il problema: istituire un blocco della circolazione significherebbe mettere a repentaglio la popolarità di chi amministra la città, ma qui si tratta di capire se è più importante la salute dei cittadini o la poltrona del sindaco. Io ho un’idea ben chiara in proposito e, chissà perché, sono convinto che questa sia in netto contrasto con quella di Beppe Sala e Chiara Appendino.

È arrivato il momento di scegliere: o le auto, o le persone. In città non c’è spazio per entrambe.

Commenti

  1. Avatar Lele ha detto:

    Madonna quante castronerie in un solo “articolo”.
    Va bene esseee di parte, ma qui si rasenta, anzi si supera il ridicolo.

    1. Avatar Sergio ha detto:

      Riscriva lei l’articolo, privo di castronerie, faziosità, e ridicolaggini. E possibilmente senza imprecazioni. Poi lo faccia giudicare a noi lettori.

  2. Avatar Fabio ha detto:

    Secondo me il problema non è neanche sentito dai cittadini. Intenti nella loro routine a percorrere anche qualche km in auto. In città (Bergamo) in questi giorni non ho visto nessuno sforzo in più da parte di nessun automobilista a lasciare il proprio mezzo in garage e inforcare la bicicletta o mezzo pubblico per recarsi al lavoro o a fare qualche commissione. Tutti soli soletti nella propria auto incolonnati aspettando di arrivare alla propria meta. Se da una parte la dirigenza politica deve farsi sentire con divieti e decisioni serie a riguardo, ogni persona, a modo proprio dovrebbe decidersi a cambiare modalità di trasporto. Ne va della propria salute.
    Comunque in questi giorni una cosa stà cambiando… sempre più pubblicità di marchi automobilistici esortano a cambiare auto passando da un diesel euro 4 a più moderni diesel euro 6…. dieselgate insegna… mi viene da piangere!!

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