Il successo di Copenaghen in 12 grafici

Il successo di Copenaghen in 12 grafici

Il grafico con maggiore impatto di tutti è sicuramente questo:
grafico ciclabilità copenaghen
Copenhagenize Design Company/ Mikael Colville-Andersen tramite theguardian.com

Il numero di automobili che entrano ogni giorno in centro a Copenaghen continua a calare, ed è stato ormai superato da quello delle bici. È il risultato di investimenti e scelte precise.

Quando si parla di ciclabilità nelle grandi città italiane, troppo spesso ci si nasconde dietro al fatto che “non siamo in Olanda, né in Danimarca”. Come se l’infrastruttura per la ciclabilità lì esistesse da sempre, come se fosse un dato di fatto immutabile. È necessario invece notare due aspetti:
[unordered_list style=”green-dot”]

  • L’infrastruttura ciclabile è il risultato di una precisa scelta politica; anche le città del nord Europa erano soffocate dalle automobili fino agli anni Settanta; a un certo punto però si è scelto coraggiosamente di cambiare
  • Ancora oggi, queste città non si accontentano, ma continuano a investire sulla mobilità attiva. Lo si nota bene dal grafico qui sopra, che mostra continui miglioramenti nel corsi degli ultimi decenni, come questo ponte ciclabile

[/unordered_list]

Il nuovo ponte ciclabile di Copenaghen
E questo non è un risultato fine a se stesso: i decisori politici non promuovono la bici perché è bella, o perché non gli piacciono le auto. Lo fanno per un calcolo preciso: una popolazione che si sposta in modo attivo è una popolazione più sana, che necessita di minori spese sanitarie; una città meno soffocata dalle auto è una città più viva, dove il commercio prospera; i lavoratori che arrivano in bici nel luogo di lavoro sono più produttivi.

Percorsi diretti per le bici; percorsi tortuosi per le automobili

“Fare piste ciclabili” non basta: è necessario dare priorità alla mobilità attiva (pedoni; trasporto pubblico; bici). E quindi scoraggiare attivamente l’uso dell’auto privata. Ecco un esempio pratico. Questo è un percorso da un punto A a un punto B, in automobile: tutt’altro che diretto, è necessario allontanarsi per poi riavvicinarsi. Servono 37 minuti.

Copenhagenize Design Company/ Mikael Colville-Andersen tramite theguardian.com

Questo è lo stesso percorso A-B in bicicletta: si può andare diretti; bastano 13 minuti.

Copenhagenize Design Company/ Mikael Colville-Andersen tramite theguardian.com

Rallentare le automobili rendendo i loro percorsi tortuosi non è una cosa che si fa per sadismo nei confronti degli automobilisti. Lo spazio in città è limitato, e se si sceglie di destinarlo alla mobilità attiva sarà necessario toglierlo a chi si muove inquinando.

Onda verde per le bici

Quest’altro grafico mostra invece come sono cambiate le condizioni di percorrenza di un certo itinerario a Copenaghen da quando è stato introdotto un intelligente sistema di segnalazione lungo le piste ciclabili, con delle luci verdi che si accendono a segnalare la velocità da tenere per trovare il prossimo semaforo verde, senza doversi fermare.
velocità bici
Non solo il tempo di percorrenza è diminuito di circa 80 secondi su 10 minuti; ma (e soprattutto) non è più necessario fermarsi e ripartire, e pedalare è ancora più piacevole e conveniente.

Anche alcune città italiane hanno compreso questi concetti; le altre ci arriveranno presto. È inevitabile.

Vedi anche: Ebook gratuito su Copenaghen: come organizzare il viaggio, cosa visitare, come pedalare in città.

I grafici di questo articolo sono tratti da una pagina del sito del Guardian (che vi invitiamo a visitare per consultare gli altri grafici), e sono stati realizzati da Copenhagenize, l’azienda guidata da Mikael Colville-Andersen.

Commenti

  1. Riccardo ha detto:

    Sono contento del fiducioso fiducioso riguardo all’adozione di simili strategie anche da noi ma poi prendo la bici per andare al lavoro e mi ritrovo la pista ciclabile con i paletti ad ogni incrocio, nelle rotonde mi obbligano a seguire un percorso più lungo dando precedenza alle auto, quelle poche piste che ci sono sono in stato pessimo, abbondanato, con macchine parcheggiate ecc… alla fine è un continuo parti, frena, metti giù il piede, guarda chi arriva, parti, frena, metti giù il piede…
    In un viaggio in Danimarca di alcuni anni fa ero rimasto estasiato da come erano organizzate le cose ma temo che non basti il volere politico e urbanistico per avvicinarci a questa organizzazione, se mi guardo attorno vedo per lo più gente che già adesso potrebbe spostarsi più velocemente in bici o con il tram ma prende lo stesso l’auto per pigrizia.
    Sarò pessimista io ma temo che le cose non cambieranno di molto alle nostre latitudini (felice di essere smentito ovviamente).

    1. Riccardo ha detto:

      ovviamente intendevo “finale fiducioso” invece di “fiducioso fiducioso” :-)

I commenti non vanno online in automatico ma vengono prima letti e moderati dalla redazione: la loro pubblicazione di norma avviene nei giorni feriali tra le 9 e le 18.
I commenti che non rispettano queste linee guida potranno non essere pubblicati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *