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Ripensare le città: perché non possiamo più aspettare

Ci sono libri che aiutano a decifrare il presente, altri che raccontano il passato, altri ancora che delineano possibili scenari futuri: il volume “Ripensare le città” di Marco Pierfranceschi rappresenta un tentativo, a mio avviso riuscito, di spiegare le ragioni per le quali oggi viviamo in metropoli congestionate dal traffico motorizzato e di dare al lettore gli strumenti per apprezzare un modello alternativo di mobilità e di vita per l’avvenire. Perché quello attuale in cui siamo immersi, inquinato e con pochissimi spazi destinati alla socialità, non è più sostenibile.

La prima presentazione del libro (219 pagine, in vendita su Amazon e disponibile anche in formato ebook Kindle) si è tenuta a Roma, nel cuore del Rione Monti, presso il Biciclettaro di Via Urbana venerdì 9 novembre: tra bici, attrezzi e accessori-a-pedali l’autore, dialogando con uno dei padroni di casa Massimiliano Baccanico, ha spiegato com’è nata l’idea di scriverlo, essenzialmente per dare un ordine logico a numerosi post presenti sul web nel corso degli anni (sul suo blog Mammifero Bipede, su CrisisWhatCrisis.it e anche qui su Bikeitalia.it) facendo un discorso filato e superando la dimensione autoconclusiva di ciascun articolo.

Perché è necessario “Ripensare le città”? Perché sono state costruite ad uso e consumo delle quattro ruote e chi vuole modificare lo status quo viene visto come un elemento dissonante, come sottolinea Pierfranceschi con una punta di ironia: “L’automobile odia me e la cosa non può che essere reciproca”. La prima parte del libro si concentra sulle diverse strategie messe in atto per convincere le masse che senz’auto non si può vivere con esempi calzanti: dalla domesticazione umana alla trappola della scimmia, dal caos urbano al conto della serva, dalla guerra sulle strade all’urbanità dimenticata si ricavano illuminanti elementi di riflessione su come si sia arrivati alla situazione attuale.

“Noi pensiamo di possedere le cose ma le cose possiedono noi”, dice Piefranceschi: se ci fermiamo a riflettere sui costi occulti dell’automobile, che resta ferma per più del 90% del tempo e ci richiede continue attenzioni, quest’affermazione risulta quantomai attinente. Per riappropriarsi degli spazi della città, vivendoli strada per strada e non attraversandoli semplicemente, la bicicletta è uno strumento quasi insostituibile: l’autore, da ciclista urbano di lungo corso, illustra teoria e tecniche per esplorare la città in sella a una bici evidenziando vantaggi e criticità dovuti alle diverse situazioni e ai differenti gradi di ciclabilità (in una scala da 1 a 5) in termini di sicurezza.

La grande domanda, alla luce di tutti questi ragionamenti, è dunque se la città si possa trasformare e in che modo. In realtà la trasformazione, come suggerisce Pierfranceschi, è inevitabile: “Tutto questo cambierà per forza, non può non cambiare perché è insostenibile”. Il problema è capire se questo cambio di rotta riusciremo a darlo finché siamo ancora in tempo, prima del punto di non ritorno: altrimenti gli eventi climatici eccezionali e i picchi d’inquinamento sempre più frequenti diventeranno quotidiani e sul nostro futuro incomberà un enorme punto interrogativo.

Nella terza e ultima parte del libro – il mondo visto da una bicicletta – i lettori di Bikeitalia.it troveranno descritte molte sensazioni che hanno provato sulla propria pelle pedalando nei percorsi di città o su distanze medio-lunghe come quelle di un cicloviaggio: l’ambizione dell’autore è quella di uscire dalla nicchia di chi pedala e cercare di convincere i non-ciclisti che lo strumento per ripensare le città e ridisegnarle dando anima e sostanza al cambiamento ha la forma (quasi) perfetta di una bicicletta. Buona lettura.

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La prossima presentazione del libro “Ripensare le città” di Marco Pierfranceschi si terrà a Roma venerdì 16 novembre 2018 alle ore 17 presso Spazio Bici (Via Adriano Balbi 2/c, zona Pigneto).

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