I km percorsi in bici collettivamente dai londinesi sono ora più di 4 milioni al giorno, secondo le statistiche ufficiali pubblicate da Transport for London pochi giorni fa.
Tenendo in considerazione il centro di Londra, si è assistito nel 2018 a un aumento dell’uso della bici pari all’8%, rispetto all’anno precedente; un aumento così consistente non si era mai registrato finora.
Ampliando la prospettiva a Londra nel suo complesso, l’aumento è stato del 5%, mentre se si guarda a tutto il Regno Unito l’aumento è dell’1,8%.
I risultati di Londra derivano da anni di investimenti in infrastrutture: sono soprattutto le Cycle Superhighways ad aver influito sui comportamenti di spostamento dei londinesi. Si tratta di ampi percorsi protetti realizzati lì dove servono di più: lungo gli assi principali di spostamento (e non dove danno meno fastidio alle automobili).
Poiché tutto il mondo è paese, anche a Londra le proteste contro le nuove ciclabili sono state feroci. Al contrario di quanto accade altrove però, la politica (di tutti i colori) ha deciso di guardare ai numeri, e ha compreso che promuovere l’uso della bici sarebbe stata l’unica alternativa al collasso di una città molto congestionata, con una popolazione in continuo aumento, e con una rete di trasporto pubblico già stressata.
Le associazioni di ciclisti sono contente del risultato, ma fanno notare (per bocca di Sam Jones di Cycling Uk, che ha parlato al Guardian) che ancora oggi la maggioranza dei ciclisti sono bianchi, giovani, e con un buon reddito a disposizione: per aumentare la diversità nell’uso della bici, e offrire la possibilità di muoversi velocemente in città anche a persone che non rientrano in questo profilo, sarà necessario investire ulteriormente nella sicurezza.
Buone notizie… ma non dal nostro Paese